Formia / “FormiAmica” e flash mob dance: un calendario per segnare il tempo dell’inclusione, un ballo per viverla [VIDEO]

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FORMIA – Il vaso che accompagna una pianta che cresce – sia essa un cactus, una primula, un bonsai ginseng – dovrà avere della terra, dell’acqua, dell’aria e del sole. Forse sostanze organiche fertilizzanti o comunque aggiuntive. Ognuno in proporzione alle proprie esigenze. E’ molto semplice cogliere il parallelismo con le persone: qualsiasi siano le loro caratteristiche psico-fisiche avranno bisogno di crescere in un “vaso” che abbia tutte le componenti per fortificarne l’esistenza.

Questa consapevolezza si fa concretezza quando la si assimila e assimilarla vuol dire guardare in faccia alla realtà. Nessuno cresce nell’isolmento, nessuno vive la propria esistenza senza intergire con l’altro, nessuno prende forza senza essere accompagnato dalla cura e da tutte le “componenti” che, oltre la propria forza vitale, spingono lontano.

E’ un principio di uguaglianza che protegge le differenze stabilizzandole su un asse di partenza, che vale la pena ribadire in occasione della “Giornata internazionale delle persone con disabilità”, istituita dall’ONU nel 1992 con l’intento – ribadito nel 2006 dalla Convenzione sui diritti delle persone con disabilità, – di difendere e salvaguardare la qualità della vita delle persone con bisabilità proprio in termini di uguaglianza, che sia essa legata alla sfera politica, sociale, economica o culturale.

Così a Formia, piazza Aldo Moro si è riempita di un linguaggio universale – come solo quello artistico può realmente essere – fatto di musica e ballo per un “Flash mob dance”, dal titolo “What a feeling”, che ha unito centinaia di persone ognuno con la propria unicità. Su iniziativa dell’associazione “Liberautismo”, con la collaborazione di “Aide Onlus” e “Open Sport”, nonchè il patrocinio del Comune di Formia e del CSV Lazio – e con la partecipazione di gran parte del mondo associativo del sud pontino, si è ballata una coreografia sulla musica del celebre film “Flash Dance”.

E se è vero che il ballo per antonomasia mette di buonumore, fa dimagrire, allena la memoria e corregge la postura, da ieri si può rendergli ragione di un’altra accezione: rende visibili le diverse abilità, che incluse in un’unica coreografia, rende tutti “ballerini” con la volontà di spostare l’asse dell’umanità verso l’empatia. Una pre-condizione per pensare in miglior modo all’altro e ripensare spazi, tempi e pratiche che siano accessibili a tutti.

Le differenze vanno rispettate. Le differenze non devono essere annullate di per sè ma elaborate nella loro percezione in città che siano veramente a misura d’uomo. Ogni uomo. E’ questa l’unica vera auspicabile traduzione dell’inclusione.

E speriamo che con il tempo si possa andare in questa direzione. Tempo che per il prossimo anno, il 2024, potrà essere misurato anche con il calendario “FormiAmica”, promosso dalla cooperativa sociale “Herasmus”, con protagonisti i ragazzi delle associazioni del territorio immersi – o, forse, potremmo dire “inclusi” – in set fotografici scelti tra i luoghi-simbolo della città, con lo slogan “Se mi guardi, io esisto”.

Presentato, ieri mattina, prima del flahs mob, presso la Sala Sicurezza del Palazzo Municipale di Formia, alla presenza dell’assessora alle Politiche Sociali, Rosita Nervino – nell’ambito di un incontro più ampio destinato al confronto tra le associazioni – il calendario sarà, in questi giorni, distribuito tra le associazioni e venduto a scopo benefico.

A margine delle inziative della mattinta, l’assessora Nervino, anche a nome del sindaco Gianluca Taddeo, ha voluto sottolineare: “Siamo pronti ed aperti a tutte le realtà locali che vogliano collaborare per fini comuni. L’obiettivo ultimo è migliorare la qualità della vita delle persone con disabilità, nel rispetto delle peculiarità di ciascuno, con la prospettiva di valorizzare le risorse del territorio. Una giornata che ha riscosso notevole successo e forti emozioni, segno tangibile dell’impegno da parte di tutti”.

“What a feeling?” Speranza. D’altra parte questa giornata è la loro, non per loro. Ed è da qui che si potrebbe partire.  

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