Formia / Elezioni amministrative: trentennale vittoria di Sandro Bartolomeo e “Progetto per Formia” [VIDEO]

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FORMIA – Quella Formia non c’è più. Si è senz’altro evoluta ma non è più l’unico locomotore del treno sud pontino per ragioni antiche e attuali ma anche per una serie di concause che si sono aggiunte nel corso del tempo. Anche perché i nodi arrivano sempre al pettine. La città si appresta a ricordare un evento politico-amministrativo ed elettorale che ha finito per segnare la sua storia recente. Il 21 novembre 1993 si eleggeva direttamente il sindaco grazie alla riforma entrata in vigore poco prima per gli effetti derivanti dalle inchieste giudiziarie di “Tangentopoli” e a tenere a battesimo quel modello elettorale (che ora Giorgia Meloni vuole mutuare per decretare il nome dell’inquilino di palazzo Chigi) furono nella provincia pontina due centri importanti: Latina a nord e Formia al sud.

Quella domenica andarono alle urne alcune delle città italiane più importanti – Roma, Napoli, Palermo e Trieste – che dovevano dimostrare una circostanza: la capacità della politica di riprendersi il posto occupato dalle Procure. A Formia quel ruolo lo centrò un neuropsichiatra infantile all’epoca 45enne. Sandro Bartolomeo era in consiglio dal 1980 per il Pci e la civica che guardava a sinistra “Alternativa per Formia”. Insieme ad un altro medico, il cardiologo Francesco Carta, aveva cominciato a picconare dai banchi dell’opposizione il sistema di potere democristiano che, nonostante avesse raggiunto e superato le percentuali del partito comunista bulgaro, si stava sciogliendo come neve al sole per alcune inchieste giudiziarie che sono culminate mai in alcuna sentenza di condanna.

Sandro Bartolomeo, che ha studiato a Roma dai gesuiti, capì che la morente Dc attendeva il suo requiem da un momento all’altro e bisognava capitalizzare al meglio i risultati dell’opposizione “durissima e responsabile” svolta nei precedenti 13 anni. Cosa avvenne il 21 dicembre di 30 anni fa (in occasione del primo turno) e nel vittorioso del 5 dicembre il dottor Bartolomeo lo rievoca nella bella intervista video allegata. Grazie ad una geniale intuizione di un altro medico che ci ha lasciati prematuramente, il dottor Ugo Rivera, il temuto ed intelligente capogruppo consiliare della Dc, Bartolomeo prima vinse a settembre le primarie di coalizione poi si presentò all’intero elettorato alla testa di un cartello – denominato “Progetto per Formia” – che anticipò di tre anni la nascita dell’Ulivo Prodiano.

Ospitava la tradizione politica post-comunista ma anche quella socialista, riformista e del cattolicesimo democratico. “Sapevo di essere favorito perché il vento che si respirava era buono e la città capì che, dopo un lunghissimo inverno, poteva fare affidamento su una necessaria primavera. Ma raccomandai alla mia coalizione di fare attenzione perché la Dc, schierando una grandissima persona qual è sempre stato l’avvocato Francesco Rubino, era ferita ma non era ancora morta in una città che l’ha vista sempre al suo governo dal dopoguerra in poi”.

Sandro Bartolomeo al termine del primo turno raccolse 9628 voti contro i 5359 dell’avvocato Rubino, dell’imprenditore della pasta Domenico Paone (3862 preferenze alla testa delle civiche Unione per il Nuovo e Alleanza per Formia), dell’ex missino Gianni Carpinelli (1917 Movimento per Formia), della professore di matematica e fisica Valeriano Di Biasio (quale candidato a sindaco di Rifondazione Comunista raccolse 776 voti) e dei canidati civici Silvestro Costa ( 525 Post Fata Resurgo) e Luigi Leccese (393 per l’Arca dell’Alleanza).

Fu necessario il turno di ballottaggio quindici giorni più tardi e Bartolomeo con 14.973 voti (75,20%) conquistò il primo dei quattro successi elettorali – record al momento ineguagliabile – lasciando all’avvocato Rubino l’onore delle armi con 4939 voti pari al 24,80%. Dopo 45 anni di Giunte Dc si voltò decisamente pagina. “Mi preme ricordare come la mia prima vittoria del 1993 a Formia ci fu in un contesto di grande cambiamento che stava avvenendo in Italia con l’elezione di Rutelli a Roma, di Orlando a Palermo, di Bassolino a Napoli e di Riccardo Illy a Trieste. Oggi sono preoccupato perché questo centro sinistra non riesce a dare le dovute risposte per la guida delle amministrazioni locali e dello stesso Paese – osserva l’ex sindaco di Formia – Trent’anni fa vincemmo perché quella sinistra seppe mettere all’angolo alcuni schemi tradizionali che l’avevano vista sempre soccombere. Non ho problemi a ricordare che la mia candidatura sia stata appoggiata anche da componenti importanti dell’elettorato democristiano e, a distanza di tre decenni, non vedo quale possa essere stato il motivo dello scandalo. Siamo stati capaci di ottenere quel consenso di tantissimi cittadini che in un altro contesto non ci avrebbero mai votato. E invece l’hanno fatto e i risultati amministrativi hanno permesso, grazie a quell’entusiasmante arma della partecipazione, a Formia di svoltare e di diventare una città finalmente moderna con una serie di servizi che le sono sempre mancati”.

Bartolomeo si dice “soddisfatto” di aver operato quell’apertura 30 anni fa: “Chiedo di operare un’analisi soprattutto per disegnare nuovi schemi elettorali futuri. Sono cambiati per fortuna i protagonisti ma il mio partito, il Pd, deve sapere che da solo non è in grado di riconquistare la guida di Formia. Mi sto sforzando di dire di evitare di chiudersi in se stessi ma di essere aperti a stimoli, suggestioni ed impulsi che ci arrivano anche da aree che non sono propriamente della sinistra”.

Il quattro volte sindaco di Formia lancia un monito al gruppo dirigente e consiliare del Pd (Alessandro Carta e Luca Magliozzi) ad evirare di sottrarsi ad un “ragionamento che preveda la compresenza di aree e filoni culturali diverse. Spero che il mio partito non sia vittima, come lo è stato nel recente passato elettorale di Formia e in Italia, di una gratuita forma di rigidità che equivale ad una sconfitta sicura”.

Bartolomeo conferma di vedere di buon’occhio la nascita di un coordinamento in consiglio di un fronte progressista in cui ci sia la presenza del Movimento Cinque Stelle. Se un incontro informale nei giorni scorsi c’è stato alla presenza dei consiglieri Imma Arnone, Alessandro Carta e Paola Villa, l’ex sindaco l’unica volta in cui chiama in causa il suo successore Gianluca Taddeo è quando invita le minoranze a “dissotterare l’ascia contro questa maggioranza in modo coordinato. Le alternative non si preparano nei 60 giorni che precedono il voto ma nell’ambito di un’azione di opposizione seria, critica e argomentata sui principali problemi, che sono tanti (viabilità, tutela del mare con la delocalizzazione degli impianti di allevamento), che colpiscono la città. Il tempo per trovare la forma e i modi per decidere chi sarà il prossimo candidato a sindaco c’è ancora”.

Bartolomeo esterna in conclusione severe censure sull’operato della maggioranza Forza Italia-Fratelli d’Italia quando dice senza peli sulla lingua che “Formia non solo si è fermata ma sta abbracciando pratiche vecchie e desuete. Anche il silenzio, voluto, su alcuni fatti che stanno avvenendo nella città ci deve far allarmare….”

INTERVISTA video Sandro Bartolomeo, ex sindaco di Formia