Formia / Sedicenne trovato in possesso di droga, il Tribunale dei Minori conferma il ritorno in libertà

Cronaca Formia

FORMIA – Non sono stati ravvisati gravi indizi e colpevolezza e poi – come sentenziato di recente dalla Cassazione – ogni circostanza deve essere valutata nella sua complessità verificando le singole condotte in ordine allo svolgimento della stessa. A dichiararlo attraverso un’ordinanza ad hoc è stato il Tribunale dei Minorenni di Roma (presidente Lidia Salerno, giudice relatore Daniela Bianchini, giudici onorari Isabella Mastropasqua ed Emanuele Botta) che con un giudizio d’appello – una sorta di Riesame – ha respinto il ricorso del sostituto procuratore Carlo Morra contro la decisione del Gip Maria Ausiliatrice Ferraro che il 30 settembre scorso, pur convalido l’arresto, aveva detto di no al collocamento in una comunità per un giovane di 16 anni di Formia.

Respingendo il ricorso del rappresentante della Procura, lo stesso Tribunale dei Minorenni ha nuovamente legittimato la decisione al termine dell’interrogatorio di convalida del Gip Ferraro all’indomani degli arresti operati dai Carabinieri della Tenenza di Gaeta nei confronti del 16enne e di M.L. , di 20 anni, anch’egli di Formia. I due erano stati bloccati nella notte del 27 settembre scorso con le accuse di spaccio di sostanze stupefacenti e resistenza a pubblico ufficiale. Gli stessi giudici al termine del giudice d’appello hanno ribadito la giustezza della linea difensiva del legale del 16enne, l’avvocato Luca Cupolino fornendo, di fatto, un’altra versione sui fatti rispetto a quelli evidenziati dai Carabinieri nell’informativa al Tribunale dei Minorenni.

Il 16enne era finito in manette perché, in occasione di un posto di controllo operato dai militari, in sella ad un scooter si sarebbe disfatto, gettandolo in una cunetta, di un borsello di colore arancione contenente 1,25 grammi di cocaina, 38 grammi di hashish e 880 euro in contanti. I Carabinieri bloccarono il 16enne ed il ventenne M.L. al termine di un inseguimento che, iniziato nel quartiere di Gaeta medioevale, si protrasse sino ad Itri. Nel corso dell’interrogatorio il 16enne offrì un’altra versione sui fatti e ha raccontato come quel borsello, di cui ignorava il contenuto, gli fosse stato consegnato dal conducente del mezzo che “voleva guidare più in libertà”. Il Gip Ferraro, all’esito di una lunga discussione, e ora lo stesso Tribunale in forma collegiale hanno accolto la tesi difensiva e gli elementi forniti dall’avvocato Cupolino rigettando la richiesta di misura cautelare avanzata dalla Procura della Repubblica e sconfessando, di fatto, ogni ipotesi accusatoria.

Dallo stesso verbale di arresto del ragazzo maggiorenne, anche esso redatto dai Carabinieri di Gaeta, sarebbe emerso chiaramente come il borsello non appartenesse al 16enne ma all’amico. Una prova? Nel borsello c’erano anche tre telefoni nella disponibilità del 20enne che, difeso dall’avvocato Simoma Zangrillo, è tornato nel frattempo in libertà con l’obbligo di periodico di presentarsi alla polizia giudiziaria. Nel giudizio d’appello è stato preso per buono quanto dichiarato dal 16enne nel corso dell’interrogatorio di convalida: “Ero passeggero di M.L, perché un altro che doveva andare con lui aveva i pantaloni corti. M. mi chiese di tenere il suo borsello che gli impicciava. Al posto di blocco lui è scappato e mi ha chiesto di buttare via il borsello. Siamo scappati a piede. Pensavo che ci fosse qualche sostanza ma poca. Dentro il borsello c’erano i documenti e i telefoni di M. Sono scappato anch’io perché sono andato poi nel panico”. I giudici del Tribunale dei Minori definiscono “insussistenti” i gravi indizi di colpevolezza ipotecati inizialmente dai Carabinieri nei confronti del 16enne di Formia per il quale – come detto – “non emerge una sua effettiva e consapevole partecipazione all’attività criminosa di M.L.”

E poi viene fatto rispettare il contenuto della sentenza numero 45601 del 2022 secondo la quale “non si può prescindere da una valutazione del fatto che deve guardare alla complessità dello stesso, valorizzando – in senso positivo o negativo – tutti gli elementi che contraddistinguono quella determinata condotta …non potendo assumere valenza esclusiva ed assorbente il dato quantitativo, né quello qualitativo con riferimento alla diversità delle sostanze oggetto di cessione”.