Ventotene / Falso, citazione in giudizio diretta dell’ex-generale Macioce ora commissario per Santo Stefano

Cronaca Isole pontine Ventotene

VENTOTENE – Nominato dal governo Meloni lo scorso inverno anche se non ancora insediatosi alla luce dell’inchiesta (all’epoca nella fase decisiva) della Procura di Cassino, c’è il nome dell’ex generale della Guardia di Finanza di Sora Giovanni Maria Macioce, di 76 anni – neo commissariato di governo per la riqualificazione e recupero dell’ex carcere borbonico sull’isolotto di Santo Stefano a Ventotene – nel decreto di citazione diretta a giudizio sottoscritto personalmente dal Procuratore capo Luciano D’Emmanuele.

Le ipotesi di reato ravvisate nei confronti dell’altissimo ufficiale delle Fiamme Gialle, dell’ex vicesindaco dell’isola Modesto Sportiello, di 57 anni, e dei suoi due figli, Luigi ed Ercolino, di 31 e 28 anni sono di false dichiarazioni in un atto pubblico e la violazione dell’articolo 76 del Dpr 455/2000. I fatti, contestati in un esposto inviato negli uffici della Procura da una cittadina di 69 anni di Ventotetene, si sarebbero verificati il 9 novembre 2021 davanti al notaio (che è parte lesa) Matteo Baldassarra di Sora.

Modesto Sportiello – Giovanni Maria Macioce

Secondo le indagini compiute dallo stesso gruppo di Formia della Guardia di Finanza sullo sfondo ci sarebbe stata un’anonima grotta in località Calanone, non lontano dalla più nota spiaggia di Calanave, che il potente ex vice sindaco ed imprenditore turistico Modesto Sportiello cedette al Generale Macioce e ai figli Ercolino e Luigi (al momento è consigliere comunale nella maggioranza che sostiene il neo sindaco di Ventotene Carmine Caputo) traendo, così, in errore il notaio di Sora. Se la Procura ha chiesto ed ottenuto l’inizio del processo, che scatterà il prossimo 22 maggio davanti il giudice monocratico del Tribunale di Cassino Martina Di Fonzo, l’ex vice sindaco Sportiello dichiarò che il bene, di 85 metri quadrati, che stava alienando era adibito ad uso “deposito”.

E invece secondo il capo della Procura D’Emmanuele tutti e quattro gli indagati erano “già consapevoli che si trattava di tre distinti immobili aditi ad uso abitativo”. Le indagini hanno stabilito come le tre unità immobiliari siano state cedute attraverso altrettanto scritture private. La prima risale al 12 agosto 2010 quando Sportiello cedette al Generale di Sora il possesso di una frazione della particella per un importo di 31mila euro. La seconda e la terza scrittura privata furono firmate entrambe il 26 giugno 2017 quando l’appena nominato neo vice sindaco di Ventotene Sportiello trasferì il possesso di altre due frazioni della stessa particella 909 ai figli Ercolino e Luigi per un importo di 20 e 25mila euro.

Secondo la ricostruzione degli inquirenti i tre acquirenti trasformarono poi questa grotta (secondo un report fotografico inviato alla Procura di Cassino tramite il gruppo di Formia della Guardia di Finanza) in un’unità immobiliare che, realizzata su un‘area a rischio “A” (gestita dalla Riserva marina di Ventotene e di Santo Stefano di cui il generale è stato il delegato del neo sindaco Carmine Caputo sino alle dimissioni di qualche giorno antecedenti la nomina a commissario di governo per la gestione dell’appalto per il carcere bonifico), è sottoposta a severi vincolo paesaggistici e idrogeologici. In effetti il generale Macioce e i figli Ercolino e Luigi consegnarono ciascuno al notaio Baldassarra un assegno bancario non trasferibile di diecimila euro.

Già la conclusione delle indagini aveva messo in moto il collegio difensivo dei quattro imputati formato da un unico legale, l’avvocato Renato Ciamarra, che da sempre cura gli interessi della famiglia Sportiello (impegnata da sempre nella gestione degli approdi turistici sulla seconda isola pontina) e ora quelli del Generale Macioce.

Il decreto di citazione diretta a giudizio del Procuratore capo D’Emmanuele di sicuro provocherà due effetti: il possibile e definitivo di superamento della nomina di Macioce a commissario di governo per il recupero del carcere di Santo Stefano e costringerà lo stesso comune di Ventotene ad esperire le sue iniziative.

Si ignorano al momento iniziative in autotutela soprattutto per chiedere ai neo acquirenti il ripristino dello stato dei luoghi in una delle zone più rischio, sul piano idrogeologico, dell’isola o finanche della demolizione delle opere eventualmente realizzate abusivamente. Per la possibilità di costituzione di parte civile in un ipotetico procedimento c’è ancora tempo…Senza lo svolgimento dell’udienza preliminare c’è tempo sino al 22 maggio 2024.