Formia / Servizio pulizia immobili comunali: tagli in vista con l’aggiudicazione del nuovo appalto

Attualità Formia

FORMIA – La ricorrenza patronale di San Giovanni Battista a Formia è stata anticipata dallo scoppio di un’altra controversia economico occupazionale. A chiedere l’intervento “urgente ed diretto” dell’amministrazione comunale è la segreteria interprovinciale della Felcams Cgil. Non è una scelta casuale perché il pomo della discordia è rappresentato dall’esito del nuovo appalto indetto dall’amministrazione Taddeo per l’affidamento del servizio di pulizia degli immobili dell’ente.

Ad aggiudicarsi l’appalto è la società “Lucente” ed il sindacato teme che possa apportare un taglio del 40% delle ore contrattuali: “Si profilano un grave danno per i dipendenti – taglia subito corto il segretario generale della Felcams Cgil Luca De Zolt – e anche un sicuro disservizio anche per i cittadini e lavoratori diretti del comune”.

Il sindacato si dice preoccupato perché la nuova gara d’appalto “prevedeva gli stessi servizi di quella precedente ma con un taglio del monte orario per i lavoratori. In questo modo sarà impossibile garantire i servizi sinora erogati”.

E’ un San Giovanni carico di preoccupazione, dunque, per i 14 lavoratori e lavoratrici che hanno svolto il servizio di pulizia dei locali e degli ambienti del comune di Formia e pertanto la Felcams Cgil ha chiesto all’amministrazione comunale di “rivedere i termini della gara e aprire un tavolo di confronto con le parti sociali – ha aggiunto l’attivo responsabile comprensoriale del sindacato Salvatore D’Angiò – per salvaguardare occupazione e reddito, oltre a garantire pulizia e decoro agli ambienti ed agli uffici comunali e quindi all’utenza ed ai lavoratori pubblici”.

E purtroppo anche per gli ausiliari del traffico, servizio svolto dalla società campana della K-City, l’estate 2023 non si preannuncia affatto esente di preoccupazione. “Da un anno” la Felcams chiede alla società di affrontare le problematiche che affliggono i lavoratori e le lavoratrici, a partire dall’assenza di un luogo idoneo per cambiarsi, andare in bagno e svolgere le pause di lavoro. “Ma finora nessuna risposta è arrivata – conclude D’Angiò – tanto che la nostra organizzazione sindacale ha chiesto l’Intervento dell’Ispettorato del lavoro provinciale.”