Latina / Coop Karibù, chiusa l’inchiesta: in attesa di richiesta di rinvio a giudizio o archiviazione

Cronaca Latina

LATINA – La vicenda riguardante i fondi della cooperativa Karibù è giunta alla conclusione. La Procura di Latina ha notificato l’avviso di conclusione delle indagini nei confronti delle persone coinvolte per il reato di evasione fiscale. Dopo che il Tribunale del Riesame ha confermato il quadro indiziario depositando le motivazioni della decisione, i pubblici ministeri Andrea D’Angeli e Giuseppe Miliano hanno concluso le indagini. La Procura valuterà ora ogni posizione, dopo che le difese presenteranno eventuali memorie o richieste di interrogatorio, e deciderà se chiedere il rinvio a giudizio o l’archiviazione del caso.

L’inchiesta ha visto diverse tappe, con il giudice per le indagini preliminari Giuseppe Molfese che aveva emesso i provvedimenti lo scorso dicembre. Il giudice aveva respinto la richiesta di revoca della misura cautelare presentata da Liliane Murekatete, in quanto ritenuta «consapevole e attiva nella partecipazione del meccanismo fraudolento». Nelle motivazioni con cui il Riesame aveva bollato la condotta degli indagati, si evidenziava l’opaca gestione dei fondi.

Secondo i magistrati, infatti, i fondi destinati alla cooperativa sociale e ad altri enti coinvolti erano stati gestiti in modo opaco, con una parte non rendicontata e destinata ad utilizzi apparentemente estranei allo scopo sociale, tra cui l’acquisto di beni di lusso presso il negozio Ferragamo di Roma. Inoltre, una parte dei fondi era stata destinata all’utilizzo anche all’estero, senza che ne fosse stata fornita una chiara spiegazione. Tali comportamenti avevano portato alla segnalazione di alcune operazioni sospette da parte della Banca d’Italia.

La Procura aveva inoltre sottolineato l’inesistenza di alcune prestazioni fatturate da Jambo, tra cui corsi di italiano, laboratori di cucina e di cucito e mediazione culturale, per un totale di 55700 euro. Infatti, come aveva accertato la Guardia di Finanza tramite l’accesso alla banca dati dell’Inps, Jambo non aveva avuto alcun dipendente nel 2019, e alcuni testimoni avevano affermato che l’associazione non esisteva più, non avendo presentato alcun modello 770 per l’anno 2019. La Procura aveva quindi concluso che erano state evase le imposte sui redditi e sul valore aggiunto, inserendo nelle dichiarazioni elementi passivi fittizi e costi inesistenti dal 2015 al 2019.

Recentemente, il Ministero delle Imprese e del Made in Italy ha emesso il decreto di liquidazione coatta per la società cooperativa. Con la chiusura dell’inchiesta da parte della Procura, si conclude quindi il caso che ha coinvolto persone con ruoli di vertice sia all’interno di Karibù che nel consorzio Aid e nell’associazione di promozione sociale «Jambo Africa».