FONDI – “Quell’impianto non lo vogliamo e soprattutto non serve alla città”. Sino a quando si è svolta, poi è mancato il numero legale da parte della maggioranza di centro destra e la seduta presso l’aula consiliare è stata aggiornata, la commissione trasparenza del comune di Fondi ha lanciato lunedì questo allarme in ordine ad un progetto di finanza finalizzato alla realizzazione di un impianto di cremazione nelle vicinanze di due luoghi sensibili, in località San Magno, quali sono il cimitero comunale e l’ospedale “San Giovanni Di Dio”. Era stato invitato a partecipare il sindaco Beniamino Maschietto in qualità di massima autorità sanitaria della città e, contrariamente alla seduta del 28 febbraio, ha dato forfait inviando il dirigente del settore Opere Pubbliche del Comune Maggi ed il responsabile unico del procedimento Di Fazio.
La commissione Trasparenza, convocata dal suo attivo presidente, l’ex sindaco di Fondi Luigi Parisella, ha esternato nuovamente le sue perplessità in un fase delicata, se non decisiva, dell’iter tecnico amministrativo che, avviato dall’amministrazione allora guidata dall’attuale parlamentare europeo di Forza Italia Salvatore De Meo, è culminato con l’approvazione nel 2019 del progetto all’unanimità . “Molte cose da allora sono cambiate – tiene subito a precisare il presidente della commissione Trasparenza Parisella – anche perché in consiglio comunale a Fondi sono presenti diverse altre forze politiche e civiche quattro anni non c’erano. È cambiata anche la normativa e soprattutto è aumentata una contrarietà dell’opinione pubblica nei co nfronti di un’opera che alle fasi conclusive con la presentazione da parte del socio privato del progetto esecutivo per il quale il comune si appresta a raccogliere i pareri di legge”.
“Nelle ultime settimane si sono accesi i riflettori su un argomento molto scottante e delicato, forse volutamente tenuto fuori dal doveroso dibattito pubblico, per le ovvie ripercussioni in ambito economico, sociale, di immagine stessa, di Fondi – ha aggiunto l’ex sindaco Parisella – Molti cittadini preoccupati, ormai quotidianamente, ci chiedono conferma e notizie inerente l’ormai prossima realizzazione un forno crematorio in adiacenza all’attuale Cimitero Monumentale Comunale. La preoccupazione, legittima, prende spunto dall’impatto ambientale e dalle emissioni in atmosfera, a seguito della combustione, che l’impianto genera. L’area prescelta è posta nella fascia urbana, immediatamente prossima all’ospedale, alle scuole dell’infanzia e medie, ad impianti e attrezzature sportive, a numerose attività produttive e commerciali, ad importanti aziende agricole, nonché ad aree densamente urbanizzate e popolate. La preoccupazione, non solo di abitanti, imprenditori e coltivatori dell’area circostante il cimitero, è di conoscere l’effettiva portata dell’intervento, dell’incidenza sulla vivibilità e sull’intera economia cittadina oltre alla regolarità del suo iter giuridico-amministrativo”.
C’è una larga opinione pubblica che vuole conoscere e sapere e a farsi portavoce, nel merito, di diversi dubbi relativamente alla progettazione e alla successiva gestione di questo impianto di cremazione è lo stesso circolo fondano del Partito Democratico.I Dem hanno avuto una serie di incontri tra iscritti, simpatizzanti e tecnici che “hanno fatto emergere tutte le criticità nei confronti della scelta delle giunte De Meo-Maschietto”. Tra le principali vi è sicuramente il vuoto normativo sul tema. In Italia non esisterebbe una normativa uniforme che regoli l’installazione degli impianti di cremazione e le loro emissioni. La legge 130/2001 prevede alcune modifiche del regolamento di polizia mortuaria e del testo unico leggi sanitarie, rinviando ad un futuro decreto interministeriale la definizione delle “norme tecniche per la realizzazione dei crematori, relativamente ai limiti di emissione, agli impianti e agli ambienti tecnologici, nonché ai materiali per la costruzione delle bare per la cremazione”.
Il decreto non è mai stato emanato e le Regioni, che dovevano elaborare piani di coordinamento per la realizzazione dei crematori da parte dei comuni, sono quasi tutte inadempienti, compreso il Lazio. Al riguardo, alcune delle Regioni che hanno approvato questi regolamenti hanno stabilito che gli impianti debbano rispettare delle distanze minime da luoghi sensibili come scuole ed ospedali, altre hanno regolato i controlli sugli impianti o il limite delle emissioni, in quanto “vi è un innegabile impatto ambientale sull’aria che ha portato il Consiglio di Stato a condividere, recentemente, le osservazioni del sindaco di Civitavecchia, secondo cui i forni crematori sono assimilabili agli “inceneritori” quindi ad “industrie insalubri di prima classe”. Nel caso di Fondi il sito sorgerebbe- come detto – non lontano dal “San Giovanni di Dio”, dal parco “Dachau”, dagli istituti “Garibaldi-Purificato” e “San Francesco”, nonché nelle vicinanze di colture, aziende agricole, mercato domenicale e persino del Monumento naturale “Mola della Corte-Settecannelle-Capodacqua”.
Capitolo gestione. Il Pd di Fondi sostiene come “non sia stato trovato alcun riscontro sulle regole che impongano un controllo sull’impianto. Chi monitora il privato? Chi assicura la manutenzione degli scarichi? Quali strumenti ci sono al riguardo?” E, infine, un’altra preoccupante criticità, “questa sì tutta politica”, sarebbe la mancata consultazione e informazione dei cittadini, soprattutto quelli che risiedono nella zona. “Tuttavia c’è una Fondi che non vuole farsi dirigere da un unico regista – conclude l’attivo coordinatore del Circolo Dem di Fondi Andrea Rega -. Sono quei fondani che si pongono domande e non ci stanno a subire decisioni calate dall’alto senza il minimo coinvolgimento, base della democrazia. In ballo, prima ancora che la salute umana, c’è la salute democratica. Combatteremo in ogni luogo e in ogni modo questo modus operandi che contraddistingue l’Amministrazione di Forza Italia”.
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