Formia / Caso del medico ballerino: “Sono stato vittima di un’estorsione” [VIDEO]

Cronaca Formia Video

FORMIA – “Inizia il bello… così impari”. Era particolarmente commosso, facendo fatica a nascondere un mix di “profonda amarezza e delusione”, il medico anestesista della clinica “Casa del Sole” di Formia, Dante Virgilio, quando ha incontrato i cronisti nel corso di una drammatica conferenza stampa convocata, dopo “giorni di attenta riflessione”, dai vertici della struttura convenzionata di via Giuseppe Paone, Maurizio, Giovanni e Marco Costa. Virgilio ha ufficializzato la presentazione di un esposto alla Procura di Cassino in cui ipotizza di essere stato vittima di un’estorsione compiuta – a suo dire – da un ex caposala della clinica formiana, Francesco Gentile.

Il pomo della discordia è rappresentato da un video che, ritraendo il dottor Virgilio ballare all’interno di una sala operatoria della clinica formiana, è stato pubblicato su un canale social dallo stesso Gentile il 23 dicembre scorso contenente nella parte finale la scritta ‘incriminata’: “Inizia il bello…così impari”. L’anestesista ha attribuito a questa scritta un chiaro intento ricattatorio in rapporto ad un’altra e delicata vicenda: il licenziamento operato il 26 luglio 2018 nei confronti di Gentile che, avallato da un’ordinanza del 12 maggio 2020 da parte del giudice del lavoro del Tribunale di Cassino Annalisa Gualtieri, è diventato esecutivo il 25 gennaio scorso in mancanza di un’impugnazione dell’ex lavoratore della clinica “Casa del Sole”.

Ma cosa c’entra in questo contenzioso di lavoro l’anestesista Dante Virgilio? L’ha ripetuto, a più riprese, lo stesso medico nel corso della conferenza stampa: la scritta “Inizia il bello… così impari” non è stata altro che una vendetta per le dichiarazioni rese a ripetizione in Tribunale contro il caposala Francesco Gentile, “l’unico che aveva sempre il telefonino acceso quando non avrebbe potuto farlo per nessuna ragione al mondo”. Questa presunta vendetta – secondo il dottor Virgilio – è stata ben orchestrata al punto tale che lo stesso video che ritrae il medico ballare e canticchiare è stato pubblicato agli inizi del 2023 sulla pagina web di un noto quotidiano a diffusione nazionale alla vigilia di un’importante udienza preliminare – è in programma, dopo alcuni rinvii, l’8 febbraio prossimo – davanti il Gup del Tribunale di Cassino.

Il medico Dante Virgilio

Vi dovrà comparire “guarda caso il sottoscritto” – ha detto il dottor Dante Virgilio – in relazione alla morte, avvenuta il 17 giugno 2017, di Mariachiara Mele, la 21enne parrucchiera di Lamezia Terme, in provincia di Catanzaro, giunta appositamente a Formia per essere sottoposta ad un intervento di rinoplastica estetica al naso. Se la posizione degli altri 30 indagati tra medici, tecnici ed infermieri era stata archiviata alla luce del contenuto favorevole delle perizie disposte dalla Procura, il medico anestesista formiano, in occasione dell’arresto cardiocircolatorio sorto durante l’intervento di chirurgia estetica, avrebbe somministrato a Mariachiara in prima battuta atropina ed efedrina in luogo della adrenalina, poi infusa in un momento successivo, e avrebbe omesso di effettuare un immediato massaggio cardiaco esterno alla frequenza di 100/120 al minuto, praticandolo solo in una seconda fase al ritmo di 80/90 al minuto”.

Virgilio per questo caso di malasanità è pronto a difendersi presentendo una serie di perizie che scagionerebbero il suo operato professionale ma non avrebbe mai immaginato che “un suo collaboratore infedele, nel corso del tempo, avrebbe utilizzato la mia bontà, la mia umanità e, lo dico pure, la mia totale ingenuità per ridicolizzarmi strumentalizzando quello che è stato un momento goliardico al termine di un banale intervento chirurgico”.

Ma quando sarebbe stato effettuato questo video ora allegato all’esposto inviato in Procura con l’ipotesi di estorsione aggravata? L’anestesista della “Casa del Sole” ha dato mandato ad un perito informatico per stabilire, esaminando il file video, la data di registrazione del video. “Io sono un professionista serio che lavora presso la clinica Casa del Sole dal 1994. Ho maturato 75mila interventi, 170mila ore di rianimazione – ha aggiunto l’anestesista – ricevendo quotidianamente attestati di stima da tutti gli operatori e soprattutto dai familiari e dai pazienti che ho avuto in cura. Il video che ha postato Gentile il 23 dicembre è datato. Risale al 2017 al termine di un intervento chirurgico su un paziente sveglio e consenziente a cui do anche una carezza. Non vi dovete meravigliare della musica – ha aggiunto il medico – Quando abbiamo a che fare con interventi che non richiedono un’anestesia completa – si è affiancato il patron della clinica formiana – chiediamo noi stessi ai pazienti se preferiscono un sottofondo musicale per tentare di metabolizzare quel momento che per un qualsiasi paziente ha un carattere invasivo e non è una passeggiata di salute. E invece qualcuno ha voluto costruire un mostro – ha aggiunto Virgilio trattenendo quasi le lacrime – facendo diventare un abitante di ridicolandia. Ora basta. La cronaca è un diritto costituzionale sacrosanto ma non permetto a nessuno di distruggere me e la mia famiglia. Il mio unico errore? Sì, lo ammetto – sono stato – un ingenuo davanti quel telefonino perennemente acceso e puntato contro di me ma in Tribunale ripeterei le cose che ho denunciato”.

E’ del 21 maggio 2018 una lettera riservata firmata da 12 medici della clinica che chiedevano alla proprietà di assumere provvedimenti a fronte di alcune situazioni “avvenute negli ultimi mesi nella sala operatoria, episodi che potrebbero gettare ombre su una struttura che è crescita nel tempo anche grazie al nostro contributo”. Gentile veniva accusato di un comportamento “ostruzionistico verso la nostra attività chirurgica. Con le più fantasiose motivazioni, dall’insufficienza delle attrezzature all’accavallarsi di altre sedute, all’indisponibilità di altro personale sanitario, ha creato enormi difficoltà ad organizzare la nostra attività chirurgica. Questo comportamento – terminava quella riservata interna condita da una serie di episodi poi definiti veritieri dal Tribunale di Cassino il 12 maggio 2020 – era rivolto esclusivamente ad ottenere benefici personali”.

Sul piano giuridico Virgilio ha chiesto alla Procura di aprire un fascicolo anche per la presunta violazione dell’articolo 615 bis del Codice Penale che, dopo la sentenza numero 9393/2020 della quinta sezione penale della Corte di Cassazione, può essere perseguito anche d’ufficio laddove si prevede che “l’ambulatorio di un ospedale deve essere ritenuto quale luogo di privata dimora, essendo il suo uso riservato al personale e ai singoli pazienti che vi sono ammessi…” E un infermiere o caposala è un incaricato di pubblico servizio.

A questo punto è iniziata nella conferenza stampa una seconda parte e i protagonisti sono stati i titolari della struttura di via Giuseppe Paone, Maurizio Costa e i figli Giovanni e Marco. Anche loro hanno deciso, attraverso l’avvocato Silvestro Conte, di rivolgersi alla Procura ravvisando per il loro ex caposala l’ipotesi di reato di estorsione. Sarà consegnata l’ordinanza della dottoressa Gualtieri che – come detto – è stata dichiarata inappellabile ed esecutiva la scorsa settimana. Il provvedimento del giudice del lavoro, confermando il licenziamento notificato il 26 luglio 2018, condanna Gentile alla corresponsione delle spese di lite per 5600 euro, “cosa avvenuta di recente” – ha detto la famiglia Costa. Ma perché ci fu quel licenziamento? Le accuse, avallate dal Tribunale, fanno tremare i polsi.

Gentile, abusando “reiteratamente del suo coordinamento all’interno della sala operatoria, ha adottato nel tempo una prassi che prevedeva il pagamento di una vera e propria tangente da parte dei medici esterni per poter accedere alle sale operatorie. Le prenotazioni, gestite dal Gentile, tanto avevano successo, consentendo al chirurgo di operare, quanto più quest’ultimo si obbligava a corrispondere una somma di danaro, il cui importo era oggetto di un vero e proprio accordo tra Gentile ed il medico”. Insomma, se un professionista esterno se voleva utilizzare la sala operatoria della Casa del Sole – secondo il giudice Gualteri – avrebbe dovuto trattate con il caposala. E’ stato, insomma, considerato, protagonista di “una serie di gravissime e reiterate condotte poste in essere da parte ricorrente, risultate pienamente comprovate, che hanno delineato un “modus operandi” del ricorrente spiccatamente “padronale”, sintomatico del totale spregio nutrito sia per gli interessi datoriali che per le responsabilità ed i diritti connessi alle posizioni dei colleghi (infermieri e medici), che hanno inevitabilmente portato alla lesione del vincolo fiduciario”. Con una conclusione drasticamente inquietante: quel licenziamento del luglio 2018 fu legittimo perché la gestione del ruolo ricoperto nel luogo di lavoro “è stata esclusivamente improntata a finalità indebite ed illecite…”

Al termine di una conferenza stampa, lunga ed estenuante e dai toni non facili, è spuntata una sottoscrizione del 16 gennaio scorso in cui, dopo la pubblicazione del video (ormai diventato virale) del dottor Virgilio che ballava in sala operatoria, tutto il personale – medico, infermieristico ed ausiliario della clinica formiana – esprimeva “solidarietà e vicinanza ad un uomo vittima di un vergognoso attacco mediatico”. A firmare quell’attestato è stata la moglie del caposala licenziato e accusato di “aver adottato una prassi che prevedeva il pagamento di una vera tangente da parte dei medici esterni”. La donna lavora tuttora come infermiera nella clinica di Vindicio e forse non era consapevole di quanto aveva letto nella sottoscrizione: “Ci auguriamo che i legali della Casa di Cura e del dottor Virgilio possano rendere giustizia di quanto accaduto”. A deciderlo ora sarà solo e soltanto la Procura della Repubblica di Cassino. Nessun’altro.

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