Gaeta / L’ Acquacoltura approda in Consiglio comunale, domani la convocazione della nuova riunione

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GAETA – Il presidente del Consiglio comunale, Davide Speringo, ha convocato per domani – 30 novembre, alle 9 – una riunione del Consiglio comunale, fino all’esaurimento degli argomenti all’ordine del giorno con prosecuzione, all’occorrenza, anche per i giorni successivi a quello iniziale di convocazione con inizio alle  9, presso l’Aula Consiliare del Palazzo Muncipale in Piazza XIX Maggio. Quattro i punti all’Ordine del Giorno: in apertura le “Comunicazioni del Presidente”; a seguire la “revoca deliberazione n°26 del 29 Aprile del 2019 avente ad oggetto ‘Approvazione del nuovo statuto dei centri anziani del Comune di Gaeta. Presa d’atto deliberazione Regione Lazio n° 568/2021″.

Poi giungerà in aula l’importante punto sulla “delibera Giunta Regione Lazio n°583 del 19.07.2022 ad oggetto: ‘L.R. n°16/2020, individuazione e mappatura delle zone di mare territoriale idonee e precluse all’esercizio dell’attività di acquacoltura, approvazione della Carta vocazionale delle zone di mare territoriale della Regione Lazio’. Atto di Indirizzo”. La riunione concluderà con la “Variazione al Bilancio di Previsione Finanziario 2022/2024 (Art. 175, comma 2, del D.Lgs n°267)”.

Il futuro degli impianti di acquacoltura? In qualsiasi parte che non siano i tratti di mare antistante le spiagge del litorale di ponente, da Serapo sino “ai confini di Itri”. Si può anche prevedere anche la loro delocalizzazione fuori Punta Stendardo ma in attesa che venga effettuata la dovuta sperimentazione, restino dove si trovino ora, nel tratto di mare tra Formia e Gaeta davanti la spiaggia di Vindicio. Sta facendo molto discutere –e non poteva essere diversamente – la bozza di delibera che sarà discussa dal consiglio comunale di Gaeta nella seduta in programma mercoledì . Il massimo consesso gaetano dovrà fornire un atto di indirizzo rispetto alla delibera Giunta Regione Lazio numero 583 del 19 luglio 2022 avente per oggetto: “L.R. n. 16/2020, individuazione e mappatura delle zone di mare territoriale idonee e precluse all’esercizio dell’attività di acquacoltura, approvazione della Carta vocazionale delle zone di mare territoriale della Regione Lazio” . Insomma il comune di Gaeta deve trovare una soluzione alla stessa stregua di quello di Formia che, nonostante sia guidato da una maggioranza politica simile a quella gaetana a forte trazione Forza Italia, ha già deciso: Gli impianti di allevamento delle orate e delle spigole devono essere delocalizzati all’esterno del Golfo come prescrive la legge istitutiva dell’area sensibile del 2010.

E invece il consiglio comunale boccia innanzitutto la soluzione di posizionare questi impianti davanti le sue spiagge di ponente: “Il posizionamento di impianti di acquacoltura al margine delle acque destinate alla balneazione nonché di tutto il sistema naturalistico protetto, nel particolare contesto paesaggistico della costa gaetana, possa costituire un elemento di forte disturbo del paesaggio e della connessa fruibilità turistica dello stesso, con pesanti ripercussioni anche sull’economia locale. La presenza di impianti di acquacoltura pregiudicherebbe la peculiare qualità e pregio della flora marina che oggi invece è una delle più ambite della Regione Lazio e dell’Italia (oltre che dall’estero)”. Insomma “le esigenze di tutela del territorio e di promozione turistica dello stesso devono trovare un’ adeguata conciliazione con le esigenze di tutela e promozione sostenibile dell’acquacoltura, risorsa questa imprescindibile sia per l’economia locale, di cui costituisce un comparto storico, che, come riportato nel Regolamento (UE) n. 1380/2013 del Parlamento europeo”. Il comune di Gaeta sa naturalmente è a conoscenza della legge regionale istitutiva dell’area sensibile ma anche della “Carta vocazionale dell’Acquacoltura” finalizzata all’individuazione di nuove zone e siti per ospitare le attività dell’acquacoltura e della pescicoltura le cui concessioni sono scadute il 31 dicembre 2020”. La delibera in oggetto nel consiglio comunale le va a localizzare, naturalmente fuori Punta Stendardo ma con una particolarità che sta facendo litigare i comuni di Formia e Gaeta: venga autorizzata dalla Regione Lazio una sperimentazione che, previsto dalla legge 13/2009, sia finalizzata alla salvaguardia occupazionali delle imprese esistenti “ che sono tutte di Latina. Tradotto, la Regione autorizzi la sperimentazione “nelle aree ritenute idonee compatibilmente con quanto stabilito” ma gli impianti restino dove sono….davanti alla spiaggia formiana di Vindicio

“Ora il sindaco Gianluca Taddeo deve dimostrare di fare gli interessi della città che ha l’onere di guidare – ha tuonato il suo sfidante al ballottaggio delle amministrative di un anno fa, Amato La Mura ed il capogruppo di Prima Formia Antonio Di Rocco – Questa delibera all’esame del consiglio comunale è simile al gioco delle tre carte e la massima espressione amministrativa di Formia deve dimostrare di avere a cuore l’ecosistema ed il futuro del suo litorale di Vindicio piuttosto c he essere prigioniero di altri schemi politici nel vicino comune di Gaeta. Gli impianti di acquacoltura e di itticoltura vanno tutelati sul piano economico ed occupazionale ma è arrivato il momento che vangano delocalizzati laddove lo preveda la legge regionale numero 116 del 19 febbraio 2010. Mi auguro che questo motivo d’orgoglio sia espresso anche dalla stessa maggioranza in cui sono presenti bravi ed affermati imprenditori del settore balneare attivi lungo il litorale di Vindicio che, se passasse questa proposta di delibera del consiglio comunale di Gaeta, si troverebbero ad avere davanti gli impianti di acquacoltura chissà per un periodo illimitato nel tempo.Noi siamo pronti a fare la nostra parte, il sindaco Taddeo e la sua maggioranza politica facciano la loro”.  

Altrettanto duro è il commento di Beniamino Gallinaro, storico esponente dell’ecologismo provinciale, ex assessore all’ambiente del comune di Gaeta e ora dirigente dell’associazione “La Barba di Giove” di Gaeta: “La Regione ha definito con chiarezza gli ambiti marini nei quali dovranno essere localizzate le concessioni. Gli impianti attualmente localizzati nell’area sensibile del Golfo, con la concessione scaduta a fine 2020 e prorogata per attendere la carta delle aree idonee, dovranno essere localizzati al di là di Punta Stendardo. L’amministrazione comunale di Gaeta mentre, giustamente, propone di non localizzare alcun impianto di fronte alle spiagge di ponente ( da Serapo a S. Agostino) propone che gli impianti localizzati a levante, davanti la spiaggia di Vindicio, abbiano una concessione triennale provvisoria nel sito attuale per poter svolgere la sperimentazione nel nuovo. È dal 2006 propongono questa sperimentazione ma naturalmente nessuno si è ben guardata dal farla – osserva Gallinaro – Dal 2010 gli impianti dovevano essere delocalizzati ed in 12 anni si potevano fare tutte le sperimentazioni che si volevano. Oltretutto che senso ha chiedere un periodo di sperimentazione quando la Regione ha definito le aree idonee. Basta! Non è più il tempo delle furbizie!”.