Frosinone / Commercializzazione prodotti petroliferi: bancarotta fraudolenta per marito e moglie

Cronaca Frosinone

FROSINONE – Una coppia residente in un centro della Provincia di Frosinone, marito e moglie, è stata arrestata per bancarotta dalla Guardia di Finanza. Amministratori di due società di capitali operanti nel settore della commercializzazione all’ingrosso di prodotti petroliferi e, in particolar modo nel sorano, i due coniugi infatti sono stati i destinatari di una misura cautelare personale e del contestuale decreto di sequestro preventivo per oltre 5 milioni di euro.

Tutto era partito nel 2021 dalle indagini condotte dai finanzieri del comando provinciale di Frosinone che hanno passato al setaccio l’ultimo quinquennio dell’attività delle due società. Gli elementi raccolti dalle Fiamme Gialle hanno portato ad ipotizzare che i due  legali rappresentanti delle due società in questione – una delle quali in una conclamata situazione di insolvenza – nel periodo preso in esame e in concorso tra di loro avrebbero dissipato le attività patrimoniali di una delle due società coinvolte per oltre 5 milioni e mezzo di euro  ( € 5.470.423,47 )  danneggiando i  propri creditori ed in particolar modo l’Erario, verso cui avevano accumulato debiti  fiscali per oltre 11 milioni di euro.

Il modus operandi ricostruito dalle Fiamme Gialle ha visto la compartecipazioni della coppia. Le indagini hanno appurato come la società di capitali amministrata dalla signora,  di fatto, fosse gestita dal marito già amministratore della prima società oggetto di indagine. Questa situazione ha consentito di ipotizzare che la seconda società rappresentasse la prosecuzione della prima, ormai “decotta” e priva dei requisiti amministrativi e giuridici per poter svolgere la funzione di importatore di prodotti petroliferi.

Per i due sono stati disposti i domiciliari , al coniuge anche  la misura cautelare interdittiva del divieto di esercitare i poteri di amministrazione e di rappresentanza per un anno. Sono stati sequestrati inoltre  quote societarie ed immobili di entrambi i coniugi, per un ammontare complessivo di € 5.470.423, pari al “profitto ottenuto dall’attività illecita” come ipotizzano gli investigatori.