Cassino / Dal mare di Formia all’ingresso della Corte d’Assise: collocate le anfore vinarie, la cerimonia

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CASSINO -Dal mare del sud pontino davanti l’ingresso della Corte d’Assise del Trubunale di Cassino, in una mostra voluta da procuratore D’Emmanuele, dal presidente vicario del Tribunale Massimo Pignata e dall’0ordine degli avvocati. È stata inaugurata lunedì mattina al termine di una breve cerimonia in cui è stata sottolineata l’importanza della collaborazione interistituzionale che questa volta hanno avuto per protagonista la tutela ma anche la conservazione di alcuni reperti archeologici. Due anfore vinarie greco-italiche risalenti al II – I secolo a.C erano state “ripescate” dieci anni fa dal personale della Guardia Costiera nel mare antistante il Molo Vespucci nell’ambito dei alcuni ispezione subacquee finalizzate all’inizio, che non c’è mai stato, purtroppo, dei lavori per la realizzazione del nuovo porto turistico di Formia.

Questi reperti ora sono stati sistemati in una teca e fanno una bella mostra di loro davanti la principale aula del palazzo di giustizia di piazza Labriola. Il loro attento e lungo recupero è stato sottolineato nel corso di un breve incontro da chi ha voluto questa sistemazione sotto la supervisione della Soprintendenza archeologica del Lazio: il capo della Procura Luciano D’Emmanele e i presidente del Tribunario Pignata e dell’ordine forense Gianluca Giannichedda. L’importanza di questo “momento molto bello” è stato sottolineato anche dal Comandante generale del Corpo delle Capitanerie di porto, l’ammiraglio Ispettore Capo Nicola Carlone, dal Prefetto di Frosinone, Ernesto Liguori,  dal vice sindaco di Gaeta Teodolinda Morini, dal neo assessore del comune di Minturno Salvatore, dal comandante della Polizia Locale Pasquale Pugliese a rappresentare il sindaco di Cassino Enzo Salera, dal Direttore Marittimo del Lazio, l’Ammiraglio Filippo Marini e, poi, dalle massime rappresentanze dei Comandi Provinciali, di Latina, Frosinone e del sud pontino, delle Forze dell’Ordine. Ad illustrare, sul piano scientifico, il valore di queste anfore è stata invece la dottoressa  Chiara Delpino, funzionario archeologo che ha seguito tutte le fasi del recupero dei reperti, la loro successiva custodia presso la sede dell’Ufficio locale marittimo di Formia e la loro definitiva sistemazione nell’atrio del Tribunale di Cassino.

Per il Capo della Procura di Cassino D’Emmanuele “simili operazioni sono il frutto di una sinergia che vede costantemente impegnate la Guardia Costiera e la Soprintendenza in una quotidiana azione di tutela, salvaguardia, vigilanza e mappatura del patrimonio archeologico sommerso, che, nel mare nostrum, ha portato negli anni a numerosi rinvenimenti simili. Testimoni di un passato di storia e di tradizioni di cui è ricco il mare di Formia e Gaeta, le due anfore, grazie all’iniziativa voluta dagli Uffici Giudiziari di Cassino, da oggi sono visibili a tutti gli operatori della Giustizia ed ai cittadini che frequentano quotidianamente il Tribunale di Cassino.