Gaeta / Istituto Nautico, carenza d’aule: la proposta di soluzione avanzata al sindaco Leccese

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GAETA – Non è rimasta isolata la presa di posizione, per molti considerata una quasi… provocazione, della dirigente dell’istituto nautico “Giovanni Caboto” di Gaeta, Maria Rosa Valente, che, a fronte della carenza delle aule, aveva lanciato un avvertimento al comune di Gaeta: “Siamo a pronti a trovare gli spazi necessari nei nei comuni e territori di provenienza dei nostri studenti”. Palesando il necessario e doveroso “senso di responsabilità” la guida di una delle istituzioni scolastiche più antiche d’Italia ha deciso di far scoprire al comune di Gaeta le sue carte. Il problema ha una soluzione più facile ed operativa di quanto si crede basta soltanto un pizzico di concretezza. La carenza delle aule dove effettuare l’attività didattica e di ambulatorio potrebbe essere superata se il comune rendesse meno vuote quelle scatole quali sono diventati i due istituti comprensivi di Gaeta, la “Principe Amedeo e la “Giosuè Carducci”.

I bambini nascono di meno anche a Gaeta e gli effetti sono sotto gli occhi: dalla “Mazzini” (nel quartiere di Gaeta medioevale”) alla “Principe Amedeo” passando per le centrali “Carducci” e Virgilio le aule esistenti sono il doppio delle aule createsi prima dell’inizio del nuovo anno scolastico. La dirigenza dell’istituto nautico “Caboto”, la professoressa Valente, ha deciso di consegnare, quale estrema ratio, un nuovo ramoscello d’ulivo al neo sindaco di Gaeta Cristian Leccese: dateci le aule e gli spazi per svolgere le obbligatorie attività ambulatoriali e di sperimentazione ed il comune potrebbe anche trarne immediati vantaggi economici. Nel senso che per far fronte alla “fame” di aule l’istituto nautico di Gaeta ha raggiunto anche una forma di intesa con l’amministrazione provinciale di Latina che, competente in materia di edilizia scolastica per quanto riguarda l’istruzione media superiore, sarebbe disposta a sostenere – com’è giusto che sia – i canoni di locazione da versare al proprietario degli istituti comprensivi della città….il comune di Gaeta.

E invece, a fronte di mancate risposte, l’istituto nautico è stato costretto a ri-tramezzare gli spazi della succursale di via Vittorio Veneto per permettere a tutti gli studenti di “entrarvi”. La preside Valente non vuole minimamente ipotizzare ad una recrudescena invernale dell’emergenza pandemica perché se dovesse tornare a mordere il Covid gli effetti per la coretto svolgimento della didattica sarebbero devastanti. Da qui la richiesta al comune di essere protagonista “attivo” per la risoluzione di questa vertenza perché le soluzioni sul tappeto – ha fatto uno dei più stretti collaboratori della preside Valente, Erasmo Coccoluto – ci sono e sono facilmente realizzabili. Il Comune ha perso tempo nel corso di questi anni privilegiando l’opzione dei privati. Arrivò a sfiorare i 4000 euro mensili il canone di locazione proposto da un noto imprenditore della cantieristica di Gaeta per l’affitto di un suo appartamento nel quartiere di Calegna, non molto lontano proprio della scuola “Principe Amedeo”.

Le proposte “concrete” del nautico sono arrivate nel momento in cui il sindaco Leccese, evitando di polemizzare la proposta di delocalizzare fuori Gaeta alcune classi dell’istituto di piazza Trieste, aveva lamentato la mancanza di proposte da parte della dirigenza scolastica del “Caboto”. Ora sono arrivate e la palla è tornata nella metà campo del comune al quale hanno fischiato le orecchie la scorsa settimana quando la professoressa Valente ha ricordato che per far fronte alla mancanza di aule durante l’anno scolastico “2021-2022 gli studenti del nautico di Gaeta, provenienti da ben 56 comuni in ben 5 province, hanno dovuto sostenere, loro malgrado, una settimana ancora più corta ( lezioni 5 giorni su 6…). Questa carenza è ormai nota da tempo: ogni anno l’Istituto reitera la richiesta ma ogni anno non si hanno, purtroppo, risposte positive dall’Amministrazione Comunale, nonostante le mille promesse e i tanti incontri – aveva concluso la professoressa Valente – Probabilmente con un’ottimizzazione degli spazi (strutture scolastiche e non) presenti sul territorio comunale si risolverebbero questi problemi per cui ci si augura, ancora una volta, che in tempi brevissimi si riesca a trovare una soluzione”.

Che il problema aule esista lo ha ribadito lo stesso presidente della Provincia (e sindaco di Minturno) Gerardo Stefanelli annunciato l’avvio di una concertazione con l’amministrazione comunale per “individuare spazi idonei in edifici di proprietà comunale o per individuare un terreno dove costruire una sede nuova più grande e adeguata alle esigenze di una scuola così importante e prestigiosa rispondente alle esigenze formative presenti e future degli studenti”.