Minturno / Bambini del Saharawi di ritorno a casa: termina un’esperienza di inclusione e solidarietà

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MINTURNO – Ritorneranno a casa nelle prossime ore i 9 bimbi del Saharawi che, provenienti dalla vasta area desertica compresa tra il Marocco, l’Algeria e la Mauritania, sono stati ospiti della comunità e dell’amministrazione comunale di Minturno nell’ambito di un profondo e riuscito progetto varato da oltre vent’anni dall‘associazione “Formia Saharawi onlus”. Quelli vissuti da questi sfortunati ma sorridenti bambini sono stati giorni intensi e pieni di emozioni cui hanno contribuito tanti volontari e cittadini per dar manforte all’operato del presidente Marcello Lucciola, dalla sua “vice” Carmela Cassetta e da Anna Carta.

I bambini del Saharawi, per la prima volta accolti dal comune di Minturno, si sono rivelati autentici ambasciatori di pace e, di religione islamica, l’hanno confermato durante la loro permanenza presso il convento dei frati francescani di piazza Portanova. Hanno regalato valanga sorrisi nei momenti ludici e di svago – laboratori, piscina, escursioni al mare e nel parco regionale dei Monti Aurunci ospiti il giorno di Ferragosto da Monsignor Giuseppe Sparagna – ma anche dai diversi incontri istituzionali cui hanno partecipato. Sono stati essenzialmente due. Il primo, presso l’aula consiliare, cui sono intervenuti, tra gli altri, il sindaco e presidente della Provincia di Latina Gerardo Stefanelli e gli assessori ai servizi sociali e alla cultura Ilaria Pelle e Rita Alicandro, il secondo con la partecipazionedi Fatima Mahfud, vice rappresentante del Fronte Polisario in Italia, il movimento attivo nel Sahara Occidentale che da decenni si batte per l’indipendenza del Saharawi.

A sottolineare l’impegno dell’amministrazione comunale di Minturno per proseguire questa significativa esperienza è stata il capogruppo di “Guardare Oltre” al comune di Formia Imma Arnone. Nel suo mirino è finita di nuovo l’amministrazione di centro destra “strumentalmente venuta meno all’impegno che tutti i sindaci sin dai primi anni 2000 hanno provveduto a portare avanti – ha osservato – Sono stati giorni intensi e pieni di emozioni per l’associazione “Formia Saharawi onlus” e per tutti i volontari e cittadini che hanno voluto aiutarci ad aiutare”.

Come gruppo consiliare – continua la consigliera Arnone – fin dal primo momento siamo stati consapevoli che ripicche politiche sulla pelle di bambini che sfuggono dalla guerra civile siano inaccettabili. Ci siamo messi subito all’opera organizzando grazie agli amici di ‘Velaviva’ e del circolo velico di Vindicio un torneo di solidarietà che ha permesso di raccogliere circa mille euro e abbiamo sensibilizzato, attraverso i nostri social, una raccolta di generi alimentari, insieme all’assessore Ilaria Pelle del comune di Minturno, affinché il volo charter di ritorno fosse utile per tutta la comunità che vive nei campi profughi al confine del deserto del Sahara”.

Un momento significativo, tra le tante attività che ha visto coinvolti questi bambini, è stata quello di far vivere a questi bimbi una delle tradizioni tipiche di Formia, la gita di Ferragosto sul versante formiano del territorio del parco regionale dei Monti Aurunuci, in località Pornito, “grazie alla generosità di Don Giuseppe Sparagna”.

“In questo caso il supporto ha superato finanche le barriere religiose”- ha concluso la consigliera Arnone che voluto nuovamente ringraziare-  “a nome mio, del mio gruppo e di tutte le associazioni coinvolte il buon cuore di tutti i cittadini del Golfo che hanno aiutato senza distinzione alcuna, partendo dal presupposto che prima di essere bambini italiani o stranieri, bianchi o neri, cristiani o musulmani, sono semplicemente bambini….”.

La permanenza dei bambini del Saharawi è stata possibile, sul piano amministrativo, grazie alla decisione della Giunta e della commissione servizi sociali del comune di Minturno: “Siamo davvero orgogliosi e onorati – hanno osservato la presidente Ilaria D’Acunto e l’assessore Ilaria Pelle – di ospitare questa piccola delegazione di bambini. La loro presenza, oltre a costituire una bella occasione di scambio culturale, è stata ricca di significato e ci permette di sostenere la causa di autodeterminazione del popolo Saharawi, un diritto che continua ad essere negato”.

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