Terracina / In viste delle nuove amministrative, il centro destra alla ricerca di una complicata unità

Politica Terracina

TERRACINA – Non nasce sotto una buona stella la campagna elettorale al comune di Terracina da parte di un centro destra che, dopo le divisioni alle amministrative del settembre 2020, sta inseguendo (anche in prospettiva delle elezioni politiche e regionali) una complicata unità. La conferma che le posizioni siano al momento lontane anni luce era arrivata dalla decisione della Lega e di Forza Italia di provocare lo scioglimento immediato del consiglio comunale all’indomani del terremoto giudiziario che ha investito direttamente l’amministrazione comunale guidata sino a qualche giorno dal sindaco Roberta Tintari.

I consiglieri di minoranza di Lega e Forza Italia avevano deciso di rassegnare le proprie dimissioni chiedendo l’adesione del rappresentante del Pd e finanche di cinque esponenti della maggioranza Tintari. Questo gesto politico ha accelerato di fatto il commissariamento del comune che ora sarà deciso tra lunedì e martedì dal Prefetto di Latina. Le dimissioni di 14 consiglieri hanno reso inutili le dimissioni dello stesso sindaco che, finita ai domiciliari per turbata lbertà degli incanti, avrebbero avuto un termine di 20 giorni per ripensarci. E invece il comune non ha più una guida mandando in subbuglio Fratelli d’Italia e la lista “Uniti e Liberi”” che hanno deciso di attendere gli eventi: “Nel confronto avviato nella mattinata di giovedì tra gli esponenti della maggioranza avevamo ipotizzato – si legge in un documento congiunto – un percorso di responsabilità che ci avrebbe permesso di assicurare la piena funzionalità dell’ente ed evitare ulteriori scossoni al sistema amministrativo terracinese, sulla linea espressa anche dal vice sindaco Patrizio Avelli. Un percorso che avremmo voluto condividere con tutte le forze politiche, di maggioranza e opposizione, dell’assise cittadina, da terminare con la salvaguardia degli equilibri del bilancio, prevista entro il 31 luglio, e la ratifica degli impegni finanziari assunti, per evitare il blocco nel proseguimento delle attività dei lavori pubblici e del settore finanziario”.

Fratelli d’Italia e Uniti e Liberi erano pronti ad “assumerci la responsabilità di terminare il nostro mandato con un ultimo atto condiviso, per essere certi di lasciare agli uffici la possibilità di proseguire importanti attività di lavori pubblici e manutenzioni in grado di dare risposte alle esigenze della città. Un breve percorso che, considerate le dimissioni irrevocabili del Sindaco Roberta Tintari, avrebbe avuto altri venti giorni per essere portato a termine prima della fine dell’esperienza amministrativa”.

Ma, a sorpresa, giovedì pomeriggio “è stato l’opportunismo dei singoli. Comprensibile per chi sedeva tra i banchi dell’opposizione. Molto meno per coloro che consideravamo “alleati”, che hanno invece evitato il confronto comunicandoci le loro dimissioni”. Insomma per Fdi e Uniti e liberi quella adottata da Lega, Forza Italia, Pd e la lista civica dell’ex sindaco è stata “una scelta che ci lascia delusi e amareggiati considerati i modi e i tempi in cui è avvenuta, e soprattutto perché priva la città di un ultimo atto di indirizzo e una dovuta assunzione di responsabilità da parte di amministratori eletti dai cittadini. Pazienza, non è la prima volta nella Storia che qualcuno sfugge dalle proprie responsabilità nel momento in cui servirebbero onore e coscienza”.