Latina / La “speranza” di Coletta arriva dal Ministro della Sanità: al centro del dialogo il nuovo ospedale

Latina Politica Sanità

LATINA – Nell’indomabile capoluogo pontino non c’è pace per il sindaco Damiano Coletta che, al ballottaggio, ha vinto con una rimonta che sembrava impossibile, per poi trovarsi di fronte a un’anatra zoppa (in cui il primo cittadino era una minoranza e l’opposizione una maggioranza) e mesi di trattative estenuanti. Sei mesi dopo, con ormai alle spalle una campagna elettorale al veleno, nulla o quasi è cambiato. La situazione politica di Latina si fa di giorno in giorno sempre più insostenibile, tra commissioni in modalità mista che sono un fallimento, schede da ricontare e la guerra degli equilibri estetici, di quella minaccia costante di far saltare il governo.

In quest’ottica sempre più complessa e complicata, la “speranza” di Coletta arriva dal Ministro: l’incontro, annunciato sui social, diventa l’occasione per riportare l’attenzione dei latinensi su un tema a loro molto caro: il nuovo ospedale. “Il progetto – ha dichiarato lo stesso Coletta – prevede una linea di finanziamento nell’ambito di un accordo con la Regione Lazio. Su questa opera il Ministro della Salute ha assicurato la massima attenzione, considerando l’importanza strategica e l’impatto che avrà su tutto il territorio pontino.

L’obiettivo ora è di organizzare un nuovo incontro con il Ministro Roberto Speranza, questa volta in pubblico, in cui verranno toccati tutti questi temi. Per l’occasione, sarebbe molto interessante organizzare anche un sopralluogo presso il sito in cui sorgerà il nuovo ospedale di Latina.”

In un mondo ancora sofferente per la pandemia, il lockdown e le restrizioni varie, provare a distogliere l’attenzione dei latinensi da questa insostenibile tensione politica puntando sulla salute e sugli ospedali sarà una mossa vincente? Difficile dirlo, ancor più in una città enorme e ricca di problemi e nodi da sciogliere, ma di certo Coletta ci spera, quando, oltre al nuovo ospedale rimarca l’importanza dell’incontro parlando anche di un altro progetto che ha in mente: quello di istituire la figura dello psicologo di base.

“La pandemia – ha sottolineato Coletta – ha messo in luce situazioni di fragilità diffuse soprattutto tra i più giovani ed è compito della politica fornire strumenti di supporto che non siano più occasionali ma strutturali. Per questo, ne abbiamo discusso con il Ministro, che si è mostrato disponibile a ragionare sulla possibilità di inserire tale figura nell’ambito dei Distretti e delle Case di Comunità.”

Sviare l’attenzione, insomma, pur sempre ricordando il ruolo cardine di quella stessa politica che appare allo sbando…

A questo punto, però, una domanda sorge spontanea: la politica della distrazione funzionerà davvero? E il tema è davvero quello vincente? La palla ora passa i latinensi.