Formia / Eco della guerra, minacce e spavento per due donne ucraine: scattano le indagini

Cronaca Formia Gaeta

FORMIA – Il loro torto? Essere ucraine, di etnia russofona, della Regione del Donbas. L’eco della guerra, con tutti i risvolti anche relativamente all’odio etnico, è arrivata purtroppo anche nel sud-pontino. Due donne, madre e figlia, di 52 e 32 anni, da anni residenti a Formia, attraverso un esposto dell’avvocato Gaspare D’Elia, hanno denunciato oggi alla Procura della Repubblica di Cassino due connazionali originarie di Mikolaiv e residenti a Gaeta con la pesante ipotesi di reato di istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale ed etnica.

Da 15 giorni madre e figlia, da anni integrate nel tessuto sociale di Formia, erano destinatarie di minacce di morte e di messaggi minatori che, veicolati in alcuni post su facebook, contenevano anche le loro foto e l’accusa di essere delle “naziste”. Le vittime di queste intimidazioni hanno raccontato come le loro abitudini di vita, dallo scoppio della guerra, fossero state negativamente stravolte al punto da lasciare, per timore di ritorsioni, il loro avviato lavoro. Il tenore di un post pubblicato su facebook nella tarda serata del 4 marzo non ammette altre interpretazioni: “Ragazzi, vi prego se la vedete a Gaeta questa handicappata – il riferimento è alla 32enne ucraina di etnia russofona – sputate sulla sua faccia da parte mia!!! Questa bastarda sta a fa la propaganda contro gli ucraini, ci chiama nazisti! E sta dando la colpa a noi del Donbas non conoscendo un c…o dicome è cominciato tutto nel 2014!”.

Intanto a compiere mirati accertamenti investigativi su questa gravissima vicenda è anche la Polizia Postale. Le minacce su facebook non sarebbero partite da Gaeta ma da Mikolaiv dove le due donne ucraine hanno probabilmente fatto ritorno per assistere alcuni parenti subito dopo lo scoppio del conflitto bellico.

Il legale delle due donne di 52 e 32 anni ha anche provveduto a contattare l’ambasciata Russa che ha già instaurato un procedimento specifico finalizzato a tutelare le donne attraverso una sorta di protezione inaugurata in occasione dell’inizio dello scoppio del conflitto bellico.