Sud Pontino / Link University, esami facili: rinvii a giudizio e assoluzioni anche a Minturno e Gaeta

Cronaca Gaeta Minturno

MINTURNO –  C’era anche il nome dell’ex ministro degli Interni, l’89enne Vincenzo Scotti tra i nove rinviati a giudizio, al termine dell’udienza preliminare svolta davanti il Gup del Tribunale di Firenze Antonella Zantini, chiamata a pronunciarsi nei confronti di 71 persone accusate, a vario titolo, di far parte di una associazione a delinquere finalizzata a commettere una pluralità di falsi materiali ed ideologici, simulando lo svolgimento da parte di poliziotti di esami universitari che, secondo l’accusa, in realtà mai si sarebbero tenuti o si sarebbero tenuti a Firenze e a Bologna e non a Roma, dov’è la sede ateneo.

Tra coloro che dovranno affrontare il processo, che inizierà il prossimo 10 giugno, c’è anche Pasquale Russo, direttore generale della Link University, originario di Minturno. Le prove d’esame, secondo il sostituto procuratore Christine Von Borries, sarebbero state falsificate, in quanto gli studenti sarebbero asseritamente stati a preventiva conoscenza del contenuto di ogni esercitazione. Il Gup di Firenze ha disposto il processo per Carlo Cotticelli, ex tesoriere romano del Pd e ora componente dell’assemblea nazionale del partito, per Claudio Roveda, rettore dell’ateneo, per Stefano Mustica, vicepresidente del consiglio della scuola e responsabile dell’organizzazione amministrativa degli studenti lavoratori, per Felice Romano, segretario nazionale del Siulp, Alessandro Pisaniello, di 39 anni membro del direttivo nazionale del sindacato, e i dipendenti dell’ateneo Luca Fattorini e Andrea Pisaniello, quest’ultimo di 67 anni di Aprilia.

I nove sono stati assolti da 22 dei 46 episodi di falsi relativi ad esami sostenuti da poliziotti e loro parenti. Il giudice Zantini ha dato una sforbiciata alle accuse contestate dalla pm Christine von Borries ma per conoscere le motivazioni occorrere attendere il 4 marzo. L’ex ministro Scotti avrebbe svolto il ruolo di regista dell’organizzazione, secondo la Procura fu lui a fondare nel 2011 la Link Campus, con il riconoscimento del ministero dell’Istruzione e della Ricerca. Nel mirino della Procura era finiti i corsi di laurea triennale di Scienza della politica e delle relazioni internazionali e i corso di laurea magistrale in studi strategici e scienze diplomatiche degli anni 2016 – 2017 e 2017-2018.

Il meccanismo ideato, ha ipotizzato la Procura, era semplice: i poliziotti iscritti al Siulp, oltre alla retta universitaria di 3500 euro, versavano alla Fondazione Sicurezza e Libertà una quota di iscrizione di 600 euro che finiva su un conto corrente a San Marino. Il versamento era necessario per partecipare al corso di perfezionamento “Human security”, indispensabile per essere dispensati dalle lezioni e dagli stage del primo anno e passare direttamente al secondo. Agli studenti sarebbe stato così consentito di non frequentare le lezioni, in violazione del regolamento di Ateneo e di sostenere gli esami, violando la legge, a Firenze e a Bologna anziché a Roma, nella sede della Link Campus, senza sorveglianza sullo svolgimento delle prove.

Sono stati test sostenuti con commissioni fantasma o perfino in una stanza del mercato ortofrutticolo alla Mercafir, domande anticipate via WhatsApp e tesi di laurea copiate da internet. Tra i 53 studenti assolti c’è stato anche un 30enne di Gaeta, Alessandro D.G., un appartenente alle forze armate che, indagato per falso, è stato assistito dagli avvocati Vincenzo Macari ed Alfredo Zaza d’Aulisio.