Sperlonga / Trano invita il prefetto ad istituire una commissione di accesso

Politica Sperlonga

SPERLONGA – Dal 2018 ad oggi Raffaele Trano, deputato di “Alternativa”, è intervenuto diverse volte con atti parlamentari, di sindacato ispettivo e dichiarazioni sul caso Sperlonga. Ora però diventa più pressante la richiesta di istituzione di una commissione di accesso per verificare se vi siano le condizioni per lo scioglimento del comune turistico pontino. Le ragioni le spiega lo stesso parlamentare nella seguente nota. “Mafia e politica. Questo binomio avvelena da molti anni ormai i nostri territori, la nostra economia, ma soprattutto le nostre istituzioni. Ecco perché tra i molti temi di cui mi occupo da quando sono parlamentare, la contiguità tra gli ambienti mafiosi e camorristici, con esponenti delle istituzioni e del mondo dell’imprenditoria locale, sono stati e sono per me una vera ossessione, il vero ostacolo allo sviluppo del nostro territorio. Il Sudpontino non è solo terra di conquista e di residenza della Mafia, della Camorra, della Ndrangheta, il Supontino è terra di trattative, di amicizia tra Stato e criminalità organizzata, è terra franca. Basta osservare gli sviluppi arrivati ieri a carico di Luciano Iannotta, nell’ambito dell’operazione Dirty Glass, con un sequestro da oltre 50 milioni di euro. Iannotta, ex Presidente di Confartigianato Latina e ex Presidente del Terracina Calcio, oltre a essere infatti ben inserito nel mondo sociale è stato ritenuto come la cerniera tra Servizi Segreti e esponenti di Camorra e Ndrangheta. E non può essere certo un caso se tra le quote societarie sequestrate ci sono infatti anche quelle relative alle imprese costruttrici dei porti di Terracina e Sperlonga.

E proprio sul porto di Sperlonga attendo ancora risposta ad una mia circostanziata interrogazione parlamentare, risalente addirittura al settembre del 2020, con la quale interrogai sia la presidenza del Consiglio dei ministri che il Ministro della Giustizia, circa lo strano passato giudiziario proprio di Iannotta, già altre volte imputato e puntualmente prescritto, protagonista da molti anni – secondo le Procure – della vita imprenditoriale, politica, sportiva, criminale e sociale dell’intera Provincia e perciò chiesi di conoscere con maggiore chiarezza quale tipo di affari e di legami avevano permesso la costruzione di opere come il porto, ma soprattutto come il suo sistema di raccordo tra mafie e istituzioni – come lo ha supposto la direzione antimafia – avesse condizionato la vita pubblica di Sperlonga e degli altri centri della Provincia di Latina. Sto ancora attendendo risposta.

Come d’altra parte attendo risposta, dal lontano giugno 2018, appena eletto – a dimostrazione di quanto affermavo in apertura – circa una analoga interrogazione rivolta alla presidenza del Consiglio dei Ministri e ai Ministri dell’Economia, della Giustizia e dell’Interno, relativamente al Sistema Sperlonga, ai processi Tiberio 1 e 2, all’Hotel abusivo del sindaco, alla vicenda del Piano Integrato e molto altro. Io sto ancora aspettando, intanto ieri, oltre al sequestro di Iannotta, c’è stato l’ennesimo Blitz dei carabinieri, arrivati numerosi per acquisire una enorme mole di documenti dagli uffici dei settori Urbanistica e Bilancio, proprio nel Comune di Sperlonga. Di nuovo.

Insomma, bisogna essere determinati nel tentativo di estirpare questo cancro dalle nostre città, dalle nostre istituzioni, dalle nostre economie e dal nostro sviluppo, e torno a ribadire quanto già detto e scritto anche in un’altra interrogazione parlamentare, questa volta del 2019: urge con necessità lo scioglimento di alcune amministrazioni pesantemente coinvolte in numerose vicende giudiziarie, anche di stampo mafioso, direttamente o indirettamente. Ribadisco il caso Sperlonga, come pure la situazione di Gaeta sembra ormai essere al collasso. A questo punto ritengo che il prossimo passo sia quello di presentare formale richiesta al prefetto per l’invio di commissioni d’accesso in questo Comune, per una ispezione profonda e completa di tutti gli uffici e di tutti gli incartamenti, evidentemente oggetto ripetutamente di indagini, investigazioni, procedimenti penali, rinvii a giudizio e palesi violazioni di normative vigenti. Oltre che troppo spesso della presenza o dell’ombra di società vincitrice o coinvolte in gare di appalto, e spesso, troppo spesso, vicine ad ambienti mafiosi.”