Minturno / Sosta a pagamento, aumento dei costi: pendolari e consumatori sul piede di guerra

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MINTURNO – Non sono rimaste isolate le dichiarazioni rilasciate al nostro portale dal sindaco di Minturno Gerardo Stefanelli dopo la decisione della Giunta di raddoppiare per i residenti il costo dell’abbonamento della sosta a pagamento relativamente alla prima auto e di triplicare quello per i pendolari che abitualmente utilizzano il piazzale antistante la stazione ferroviaria di Minturno-Scauri. Per il rieletto primo cittadino non era più corretto che il costo dell’abbonamento per i residenti fosse quello applicato 17 anni fa (“quando a Minturno, a differenza di Formia e Gaeta, puoi parcheggiare ovunque”). Lo stesso piazzale dello scalo ferroviario si è ridotto in una servitù da parte di tanti pendolari provenienti da fuori provincia “che pagano le tasse nei luoghi di residenza e non al comune di Minturno”.

Durissima è stata la controreplica della Confconsumatori provinciale di Latina e dell’associazione che raggruppa proprio i pendolari della stazione di Minturno Scauri. Attaccano il sindaco di Minturno ma anche le “silenti” opposizioni consiliari: “Ancora una volta si pongono in discussione e si adottano provvedimenti amministrativi che incidono sulla vita dei cittadini senza un confronto con loro stessi. Questo vale anche per le opposizioni il cui silenzio in questa occasione appare quantomai assordante. Ignorando di fatto che i provvedimenti sulla viabilità, ovvero sulla mobilità, incidono sul diritto costituzionale relativo alla libertà di circolazione (articolo 16 della Costituzione)”.

“Si dimentica – osservano subito l’avvocato Franco Conte ed il professor Francesco Valerio – che per meglio attuare questo diritto che l’amministrazione dell’epoca, all’unanimità, mise in campo la realizzazione del parcheggio al “servizio” della Stazione di Minturno-Scauri (con il massimo dei terreni espropriabili) facendola diventare un nodo di scambio ferro-gomma essenziale per tutto il sud-pontino. Una scelta non certo basata su principio di brutale ‘cassa’ bensì di ‘progresso sociale’ ”.

Questa scelta ha avuto tanto successo che, dopo la realizzazione del sottopasso con accesso dal parcheggio da parte di Rfi, è stato necessario ampliare lo stesso parcheggio. Ed è stato introdotto un pagamento per la sosta tale da non costituire impedimento o vincolo economico per i singoli mortificandone la “libertà” di circolazione.

“E’ evidente che il sindaco Stefanelli – aggiungono la Confconsumatori e l’associazione dei pendolari – ignori queste considerazioni facendo riferimento solamente a motivazioni “economiche” e “amministrative” con paragoni con gestioni amministrative quali quelle di Formia e Gaeta che non sono a nostro avviso condivisibili”.

Il riferimento “alla nostra stazione” poi, rivela – fanno rimarcare Conte e Valerio – una visione a “corto raggio”. “Non tiene conto che la stazione di Minturno-Scauri si è “fatta largo”, soprattutto grazie ai pendolari, ed oggi rientra nel sistema ferroviario della “direttissima Roma-Napoli” al servizio del Sud-Pontino e perfino di qualche comune dell’alta Campania. Il problema vero è quello di avere un piano urbano e “comprensoriale” della mobilità in cui la stazione di Minturno-Scauri (ultima stazione del Lazio e prima stazione compartimentale RFI della Campania) affermi definitivamente il suo ruolo fondamentale di nodo di scambio ferro-gomma al servizio dello sviluppo socio-economico di tutto il comprensorio ben oltre la stazione di Formia-Gaeta – aggiungono l’avvocato Conte ed il professor Valerio – Questo piano deve prevedere un ampliamento dei servizi e della sicurezza della Stazione, la sistemazione delle vie che consentono il suo collegamento con il territorio, facilitando la circolazione di merci e persone e, non ultimo, un ampliamento del/dei parcheggio/i e non può essere ridotto al solo ruolo di “cassa”.

Per la Confconsumatori provinciale e per i pendolari dello scalo ferroviario di Minturno il sindaco Stefanelli, invece, avrebbe dovuto sottolineare, invece, “una meritoria decisione diversa, quella che i Comuni limitrofi possono chiedere per i loro cittadini condizioni di abbonamento “equiparato” a quello dei residenti del Comune di Minturno mediante una semplice richiesta da parte dei rispettivi Sindaci”. Questa richiesta è importante in quanto attesterebbe il ruolo della stazione di Minturno-Scauri come nodo ferro-gomma comprensoriale avallando presso la Regione Lazio e RFI Campania l’adeguato sostegno all’ampliamento della stazione.

La Confconsumatori provinciale e l’associazione dei pendolari della stazione di Minturno Scauri formalizzeranno nei prossimi giorni una richiesta a tutti i sindaci dei comuni limitrofi, Campani e Laziali, “affinché si adoperino per far ottenere ai propri cittadini le medesime agevolazioni già in vigore per i comuni pontini.”. Ma l’amministrazione Stefanelli si sarebbe protagonista, tutto sommato, di una grande omissione,quella di non aver reso “partecipe della cittadinanza la propria visione sul futuro del nodo di scambio ferro-gomma e sulla mobilità territoriale”.