Formia / Marina di Castellone, la sinistra consiliare ragiona sul destino del bene confiscato

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FORMIA – L‘immobile dia via Unità d’Italia, a Formia, noto come “Marina di Castellone”, confiscato tra i beni riconducibili a Cipriano Chianese, leader criminale delle ecomafie, presto dovrebbe essere instradato in un progetto che lo restituirà a nuova vita; a tal proposito interviene il gruppo consiliare del PD-DemoS-Forum progressista e di sinistra – nelle persone dei membri Luca Magliozzi e Alessandro Carta – che nel riflettere sull’auspicio che la struttura venga assegnata al Comune di Formia – a seguito della richiesta avanzata in occasione della Conferenza dei Sindaci promossa dall’Agenzia Nazionale dei Beni Sequestrati e Confiscati che compete con quella inoltrata dall’Agenza del Demanio per conto delle Forze di Polizia.

“All’interno del quadro complessivo di gestione dei beni confiscati – affermano Magliozzi e Carta –  adesso si inserisce l’ex albergo Marina di Castellone. L’annessione al patrimonio comunale, la destinazione d’uso e il celere riutilizzo devono essere oggetto di discussione e al tempo stesso ottenere la più ampia condivisione. Questi i motivi che ci hanno spinto a richiedere l’inserimento tra i punti all’ordine del giorno del prossimo Consiglio comunale, oltre alla vaghezza della destinazione presente nelle ‘Linee programmatiche dell’amministrazione’. Un lavoro di copia e incolla piuttosto che una analisi approfondita del complesso immobiliare e della sua contestualizzazione nel centrale scenario cittadino. L’obiettivo fondamentale che deve ispirare il progetto di riqualificazione è quello di riappropriarsi del rapporto con il mare e donare alla città una nuova terrazza sul golfo”.

Il rimpiego di questo bene confiscato  rappresenta un fitto banco di idee e confronti. I Consiglieri comunali del “Pd-Demos-Forum progressista e di sinistra” propongono di immaginarlo come il “terminal di un percorso archeologico che si estenderebbe dalle grotte di Sant’Erasmo passando per i Ninfei, ancora di proprietà della famiglia Ranucci che da diversi anni ha manifestato la volontà di donare il bene alla città”.

Ed ancora: “Un bene di pregio che potrebbe essere destinato a polo museale-culturale, ospitando il Museo Nazionale, un museo virtuale della storia romana integrando il progetto regionale ‘Progetto Lazio antico’. Allo stesso tempo potrebbe essere sede distaccata di un centro di formazione universitaria in materie archeologiche. Nei piani superiori uno spazio polifunzionale in grado di ospitare conferenze, eventi, mostre e meeting, luoghi di cui la città ha impellente bisogno. E poi ancora spazi multimediali che andrebbero a soddisfare la richiesta di aule studio da parte dei tanti giovani del Golfo che si riversano sulla Biblioteca comunale. Un’occasione storica che non può essere persa”.