Gaeta / Stabilimento grafico: commesse per i prossimi sette anni, ma il personale è ridotto all’osso

Attualità Gaeta Top News

GAETA – I numeri parlano chiaro. Grazie a 21 milioni di euro investiti per la sua trasformazione ed innovazione tecnologica, resta con i suoi 110 dipendenti, militari e civili, la più importante realtà produttiva ed economica del Golfo. Ora sta centrando appieno la sua nuova “mission”: garantire alla pubblica amministrazione italiana, ai diversi livelli, una significativa metamorfesi permettendole di trasformarsi in una struttura più snella, flessibile al passo con i tempi dell’era digitale. Ma non ha il personale necessario per soddisfare i suoi tanti clienti, tutte articolazioni ed enti pubblici dello Stato.

Il Cedecu a Gaeta non è altro che l’ex stabilimento grafico militare, da sempre ubicato all’interno dell’ex caserma Sant’Angelo nel parco urbano di Monte Orlando. Il suo acronimo sta per centro di dematerializzazione e conservazione unico. In questa struttura l’intera documentazione cartacea della pubblica amministrazione italiana da due anni si sta digitalizzando, le commesse di lavoro sono state calendarizzate sino alla fine del 2023 – con la previsione di avere lavoro per ulteriori 86 mesi – ma i lavoratori non ci sono quasi più. Questo legittimo grido d’allarme è stato lanciato dalle Rsu e dalle organizzazione sindacali di categoria del Cedecu incontrando giovedì mattina a Gaeta la commissione Difesa del Senato.

Al suo presidente, l’ex ministro Roberta Pinotti, è stato consegnato un documento per ribadire che gli organici all’osso potrebbero far fallire un piano di riconversione fortemente voluto e finanziato dal governo. Entro la fine dell’anno è previsto il collocamento pensionistico di oltre il 65% dei dipendenti civili. L’ex stabilimento militare si svuoterebbe all’improvviso facendo abortire le finalità produttive ed imprenditoriali per il quale è nato il Cedecu: la dematerializzazione e la digitalizzazione degli archivi della pubblica amministrazione italiana. Da qui la richiesta alla Senatrice Pinotti di bloccare questa emorragia stabilizzando i lavoratori temporeamente assegnati, ripianando il personale civile destinato anche alla produzione e l’immissione di nuovo personale attraverso lo svolgimento di necessari concorsi.. Almeno nel prossimo triennio.

Lo stesso Ministro della difesa il 30 luglio, a conoscenza del problema, aveva invitato le organizzazioni sindacali a dar vita ad un tavolo di confronto che definisse “un credibile piano di assunzioni in linea con le esigenze manifestate dagli stabilimenti della Difesa”. Lo Stato ora non può più tornare indietro. E le Rsu interne al “Cedecu” l’hanno ribadito alla IV commissione di Palazzo Madama. Va applicato il Codice dell’amministrazione digitale per ottenere l’efficienza della pubblica amministrazione che peraltro è uno degli obiettivi del Recovery Found. La dematerializzazione degli archivi  è prevista da una serie di provvedimenti normative e priorità politiche che impongono la revisione dell’assetto strutturale ed organizzatuivo del Ministero della Difesa previsto dalla legge 244/2012 e dai successivi decreti attuativi.

Quella che sembrava una sfida improba da vincere è stata proprio la conservazione digitale che – secondo i suoi promotori – ha sempre rappresentato molto di più di un’opportunità per la pubblica amministrazione. A volerlo era stata l’Aid, l’agenzia industrie difesa, del Ministero della Difesa, da cui dipende dal 2001 il “Cedecu” di Gaeta. Questo organismo in house era stato costituito due anni prima grazie al decreto legislativo numero 300/99 e, varando un piano per la riconversione dei siti industriali del Ministero della Difesa, tra cui l’ex stabilimento grafico militare di Gaeta, ha capito come l’innovazione e la dematerialazzazione degli archivi pubblici potessero essere legati da due valori, quello sociale ed economico. E l’”Aid” nel corso di questi 22 anni ha centrato gli obiettivi prefissati dal Ministero della Difesa: permettere il raggiungimento di un equilibrio economico da parte degli stabilimenti industriali assegnati in gestione in una logica di creazione di valore sociale ed economico per lo Stato e la collettività.

Come? Attraverso il recupero del pieno impiego di risorse, impianti ed infrastrutture; la riduzione dei costi gestionali; il ripristino di condizioni di efficienza operativa, ma soprattutto, attraverso la valorizzazione del personale e delle sue competenze e lo sviluppo di nuovi prodotti e servizi. Il Centro di Gaeta è l’unica Pubblica amministrazione accreditata dal 2015 presso l’Agenzia per l’Italia Digitale per essere considerata un’eccellenza nella digitalizzazione e conservazione digitale. Avviene attraverso la dematerializzazione di documentazione cartacea; la raccolta, immagazzinamento, digitalizzazione, archiviazione e conservazione digitale della documentazione degli archivi; la gestione informatizzata delle procedure di accesso ai documenti degli archivi digitali e per il trattamento dei relativi dati.

In effetti questa struttura operante nel “cuore” del parco urbano di Monte Orlando ha accompagnato lo sviluppo e l’evoluzione della storia militare di Gaeta nel corso dell’ultimo secolo. Agli inizi del 1900, per soddisfare le esigenze tipografiche delle forze armate, fu costituita proprio una “Officina Grafica” alle dipendenze degli “Stabilimenti Militari di Custodia Preventiva e di Pena” con un organico formato da personale civile, coadiuvato da militari detenuti. Nel 1936 fu potenziata l’attività tipografica in modo più rispondente alle necessità di una organizzazione industriale. Nel 1968, non concorrendo più militari detenuti al processo di produzione, il funzionamento dell’”Officina Grafica” fu assicurato con personale militare e civile dei ruoli organici della Difesa. Nel 2010 con un decreto Ministeriale “ad hoc” fu avviato il processo per la realizzazione di un “Centro Unico di Conservazione Sostitutiva della documentazione cartacea”.

Nel 2013 lo Stabilimento Grafico Militare cessò definitivamente le attività tipografiche concentrando la sua produzione esclusivamente –come detto – sulla digitalizzazione della documentazione cartacea. Parallelamente furono avviate anche le procedure per la costituzione di un Centro di Dematerializzazione e Conservazione Unico della Difesa, processo conclusosi due anni più tardi. La conservazione digitale rappresenta, pertanto, una ghiotta opportunità per lo snellimento della pubblica amministrazione dopo esserlo state per uno svecchiamento delle stesse forze armate e di polizia. Il processo è ancora lungo e faticoso ma inesorabilmente è stato avviato i cui i benefici non potranno cadere sui cittadini. E le ricadute positive nei prossimi mesi ed anni potrebbero essere anche di natura occupazionale a favore del territorio del sud-pontino da parte di una encomiabile realtà produttiva ed economica.

Questo slideshow richiede JavaScript.