Cassino / Omicidio Mollicone, nuova udienza: la deposizione del colonnello Pietro Caprio

Cassino Cronaca

CASSINO – Gli interrogatori di Tuzi, l’ordine di servizio che presentava delle incongruenze, la sera in cui, tra lo stupore degli inquirenti, ammise di aver visto Serena. Poi la ritrattazione, le indagini sul suo suicidio. Di tutto questo si è parlato davanti la Corte d’assise del Tribunale di Cassino nella nuova udienza per la morte di Serena Mollicone avvenuta il 1 giugno 2001. I riflettori sono stati puntati sul Colonnello Pietro Caprio, l’ufficiale nel 2008 , quand’era comandante del Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Frosinone, coordinò le indagini effettuate sul territorio di Arce dall’allora comandante della stazione dell’arma, il maresciallo Gaetano Evangelista.

E per l’intera udienza è stato un botta e risposta infuocato tra i sostituti procuratore Beatrice Siravo e Carmen Fusco da una parte e le agguerrite difese dall’altra. Il colonnello si è molto soffermato sulla riapertura delle indagini, dopo le informative di Evangelista, di quella sera del 28 marzo del 2008, quando la dottoressa Chiara Perna, allora titolare delle indagini, convocò tutti i Carabinieri presenti in caserma il primo giugno. Il brigadiere Santino Tuzi (poi suicida, a pochi giorni da una determinante deposizione fissata in Procura a Cassino) – ha rimarcato Caprio- quella sera ammise, dopo 7 anni, di aver visto Serena entrare in caserma quel giorno. Descrivendone gli abiti e quella borsa che non è mai stata trovata. Poco prima, ha aggiunto Caprio, Tuzi venne intercettato al telefono con la Torriero alla quale dosse: ‘stavolta mi mettono le manette’”.

Si è parlato del famoso ordine di servizio di Tuzi e Quatrale, in parte non veritiero secondo Caprio. E qui la procura ha insistito su una domanda: perché se quell’ordine di servizio era redatto da Quatrale e Tuzi si decise di intercettare la conversazione tra i due, informando però Quatrale che era intercettato? Caprio parla di una scelta investigativa, presa però quando gli elementi in mano agli inquirenti non erano quelli di adesso. E poi – si è interrogata in aula la procura, perché di questa intercettazione ambientale non c’è traccia nell’informativa di Caprio del 2009?

E poi il suicidio di Tuzi, archiviato dai Carabinieri come dovuto a questioni sentimentali. Anche qui la Procura ha insistito chiedendo come sia stato possibile che quel suicidio non fosse stato messo in relazione alle dichiarazioni di Tuzi sull’omicidio della studentessa di Arce.