Ventotene / Tartarughe marine “Caretta Caretta” rimesse in mare aperto nella riserva naturale statale

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VENTOTENE – Dodici tartarughe marine della specie Caretta Caretta sono state rimesse in mare aperto, al largo delle Isole di Ventotene e Santo Stefano. E’ avvenuto nella mattinata di mercoledì 23 giugno a cura dell’equipe del Centro Ricerca tartarughe marineTurtle Pointdella Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli, in collaborazione con il personale dell’Area Marina Protetta A.M.P. – Riserva Naturale Statale Isole di Ventotene e Santo Stefano ed in virtù di un Protocollo d’Intesa tra quest’ultimo Ente e la “Rete Regionale Tartalazio, attiva nel recupero, nel soccorso, nell’affidamento e nella gestione delle tartarughe marine.

Le attività per il rilascio nell’ambiente marino dei dodici esemplari di tartaruga sono state assicurate dal supporto fornito con assetti navali del Reparto Operativo Aeronavale della Guardia di Finanza di Civitavecchia, in forza alla Sezione Operativa Navale di Gaeta, in cooperazione con quelle della Scuola Nautica della Guardia di Finanza di Gaeta e grazie all’apporto fornito in acqua dal Nucleo Sommozzatori della Stazione Navale di Civitavecchia.

“L’eccezionalità dell’evento – spiega una nota della Guardia di Finanza a margine dell’evento – è rappresentata proprio da queste dodici giovani tartarughe marine sopravvissute alla singolare e straordinaria ondata di nidificazione della scorsa estate, che ha visto l’intera costa tirrenica come “palcoscenico” della nascita di migliaia di piccole tartarughine. Proprio questi piccoli esemplari, a causa della malnutrizione ed ormai allo stremo delle proprie forze per il freddo, sono stati salvati ed affidati ai laboratori veterinari del centro Turtle Point per le necessarie cure. Soltanto la professionalità del proprio staff ha potuto fornire loro la necessaria assistenza nel primo delicato stadio di vita e metterle poi in condizione di poter finalmente affrontare il mare aperto”.

“La scelta di volerle rilasciare al largo delle Isole Pontine di Ventotene e Santo Stefano – si legge in conclusione –  non è stata casuale, ma dettata dalle conoscenze oceanografiche acquisite negli anni e correlate alla biologia delle tartarughe marine, così da consentire loro di poter sfruttare al meglio le correnti utili al raggiungimento del loro habitat pelagico, lontano dalle coste dove si nutrono e crescono fino ai 12 anni di vita”.