Acqualatina, rinviata la delibera sulle morosità

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LATINA – Ad annunciare il rinvio del punto, spinosissimo, è stato lo stesso presidente della Provincia e dell’assemblea dell’Ato 4 Carlo Medici: merita una dovuta riflessione tra i sindaci prima e in seno all’ufficio di presidenza poi. Ha sortito l’effetto sperato la barricata promossa dai rappresentanti di tante amministrazioni locali contro l’efficacia ed il contenuto della bozza di delibera numero 8/2021 che, proposta dalla segreteria dell’Ato 4, ha fatto parte dell’agenda nell’assemblea dei sindaci in programma lunedì mattina con un obiettivo tanto caro ad Acqualatina: contrastare il fenomeno, tutt’altro che risolto, della morosità. Sono stati votati e approvati i primi due punti all’ordine del giorno dalla Conferenza dei Sindaco dell’Ato4: dotazione organica dell’Ente (i civici si sono astenuti) e subentro di Acqualatina S.p.A. nel servizio acquedotto al Comune di Sabaudia. Rinviata, a data da fissarsi, invece, l’approvazione delle altre due proposte di deliberato: i ratei mutui da rimborsare ai Comuni e procedure per il contenimento della morosità.

La proposta di delibera, inserita al quarto punto dell’ordine del giorno, è stata ritirata su richiesta del presidente Medici dopo che un’analoga istanza, formalizzata dal sindaco di Itri Antonio Fargiorgio, aveva riguardato la regolarizzazione della gestione dei mutui accesi da Acqualatina dal 2003 in poi. Molti sindaci dei comuni dell’Ato 4, unitamente a tante associazioni di categoria, avevano promosso una rivolta perché l’ente di gestore con la bozza di delibera numero 8 chiedeva agli stessi enti locali, che costituiscono il socio di maggioranza dell’ente gestore, un contributo per andare a staccare i contatori dei contribuenti non in regola con i pagamenti delle bollette. La bozza di questo testo deliberativo dell’assemblea dell’Ato 4, dal titolo “Procedure per il contenimento della morosità”, chiedeva l’apporto dei sindaci nella misura in cui possono delegare i rispettivi comandi della Polizia Locale non tanto per la realizzazione di nuove prese stradali per gli utenti che ora hanno il contatore all’interno della propria abitazione quanto per la sospensione delle utenze morose.

Il presidente della Provincia di Latina Carlo Medici chiedendo un rinvio dell’approvazione della delibera ha dovuto prendere atto del fatto che i comuni non hanno avuto il tempo necessario per affrontare una questione assai delicata nei rapporti con i propri cittadini. L’ente gestore si difende affermando che spetta agli enti locali contribuire a contrastare un fenomeno che ha raggiunto livelli di guardia per la salute delle sue casse. Acqualatina sostiene di lamentare a tutto il 2019 un ‘buco’ di 17 milioni e 150mila euro, la metà del quale riguarda bollette non pagate da utenze domestiche. La Confconsumatori provinciale è andata oltre. Il suo segretario, l’avvocato Franco Conte, sostiene che sia stata bloccata per ora l’attivazione della procedura di riscossione del debito che consente ai gestori, come avviene da alcuni anni per Acea Ato 5, di procedere con l’iscrizione a ruolo della tariffa del servizio idrico integrato sul presupposto che il servizio è di rilevanza pubblica e pertanto il suo corrispettivo è da considerarsi tributo. Alcune associazioni operative sul territorio (“Cittadini per la Tutela dei Beni Comuni” di Formia, “Comunità del Lazio Meridionale e delle Isole Pontine”, “Pendolari Stazione” di Minturno Scauri, “La Barba di Giove”, il “Comitato Acqua di Gaeta, il laboratorio Socio Politico della parrocchia di San Giacomo di Gaeta ed ilSud Pontino Social Forum) avevano già definito “improponibile e inaccettabile” la proposta di Deliberazione numero 8 oggetto di discussione e approvazione da parte della conferenza dei Sindaci dell’Ato 4. Ad essere morosi, secondo i dati forniti da Acqualatina, sono gli stessi enti pubblici. Infatti, dei 17 milioni di euro di bollette non pagate, a bilancio aggiornato 2019, ben il 14%, cioè quasi 2 milioni e mezzo di euro, è rappresentato da mancati pagamenti fatti dagli enti pubblici e quindi anche dagli stessi Sindaci che “devono quali ulteriori misure di recupero mettere in campo a carico dei cittadini/utenti. Questa morosità è già a carico della collettività attraverso il pagamento dei tributi locali ma che si riverbera ulteriormente sulle utenze del servizio idrico attraverso gli ulteriori aumenti della tariffa”.

Già nel 2016, i Sindaci, componenti della conferenza dei comuni dell’Ato 4, approvarono un aumento sulla tariffa (del 9% – oltre 15 milioni di euro – spalmato a partire dal 2020) proposto dall’ente gestore il quale, contestualmente presentava, a sostegno della sua richiesta, anche una serie di azioni necessarie per poter ridurre la morosità nei successivi anni fino a farla rientrare nei valori decisi dall’Arera per il Centro Italia (3,8%) per l’annualità 2020. Dure, a margine dell’assemblea dei sindaci svolta lunedì mattina a metà, sono state ancora una volta la Confconsumatori ma anche le associazioni “Cittadini per la Tutela dei Beni Comuni” di Formia, “Comunità del Lazio Meridionale e delle Isole Pontine”, “Pendolari Stazione” di Minturno Scauri, “La Barba di Giove”, il “Comitato Acqua di Gaeta, il laboratorio Socio Politico della parrocchia di San Giacomo di Gaeta ed il Sud Pontino Social Forum: Acqualatina lamenta ancora il mancato introito di ulteriori 17 milioni di euro ma chiede quindi ancora un aumento della tariffa “non essendo riuscito a fare nulla per recuperare le morosità pregresse riportandole ai valori di media nazionale”. Insomma se i sindaci avessero approvato la delibera numero 8 avrebbero “avallato l’inefficienza del Gestore che non ha saputo recuperare la morosità e avrebbero acconsentito a ulteriori richieste di aumenti tariffari”. Alla conferenza dei sindaci dell’Ato 4 ha partecipato in video conferenza anche l’avvocato Franco Conte in qualità di segretario provinciale della Confconsumatori: “Ad oggi il Gestore non segue neanche le procedure previste per la riscossione delle morosità definite dall’Arera. Per noi è apparsa come una beffa – ha detto l’avvocato Conte – la richiesta, contenuta nella proposta di delibera, di attivare la procedura di riscossione del debito che consente ai gestori di procedere con l’iscrizione a ruolo della tariffa del servizio idrico integrato. Acqualatina è invece una società di diritto privato che ogni anno nel suo Bilancio dichiara un utile sempre crescente a fronte di un servizio di approvvigionamento sempre più carente. I mancati interventi del Gestore nel recupero e riduzione delle perdite idriche, i mancati investimenti volti alla tutela e salvaguardia delle sorgenti sono causa di inefficienza e continui disservizi che incrementano atteggiamenti di rivalsa da parte dei cittadini ed un inevitabile incremento delle stesse morosità”.

L’appello lanciato ai sindaci di non approvare quella bozza di delibera – a quanto pare – è servito. Almeno per ora. Il monito, simile ad una provocazione, era stato questo alla vigilia: ma i Sindaci, che rappresentano gli interessi dell’intera utenza, sono consapevoli di apprestarsi ad approvare un ulteriore aumento del 10 % sulla tariffa da aggiungersi a quello del 9% già in vigore? Soprattutto sono consci che stanno avallando e sostenendo la possibilità che Acqualatina metta l’intera utenza della provincia nelle mani della riscossione pubblica con l’emissione di cartelle e ingiunzioni di pagamento che, contenendo le morosità, contribuirebbero a mettere in ginocchio i cittadini già eccessivamente vessati?” Approvare la riscossione pubblica avrebbero significa autorizzare i pignoramenti, i fermi amministrativi delle auto e i sindaci, molti dei quali impegnati nel rinnovo delle rispettive amministrazioni comunali, hanno chiesto al presidente Medici di fermare le bocce. Sino a quando nessuna ora immaginarlo. Di certo è argomento spinosissimo, questo, che venerdì sarà ora al centro di un’audizione sollecitata da alcune associazioni di consumatori davanti il garante idrico regionale Paola Perisi.

Pochi i sindaci che hanno esternato le proprie perplessità, tra l’altro tutti civici. Ad aprire le valutazioni è il sindaco del capoluogo, Damiano Coletta, secondo cui la richiesta “mi lascia un po’ sconcertato”. Sulla stessa linea, ma più netto, il primo cittadino di Bassiano, Domenico Guidi, che boccia come “assurda” la proposta: “La giustificazione è che ci sarebbe stata una diminuzione del 40% nell’incasso, ma dobbiamo verificare come sarà chiuso il Bilancio; oltretutto siamo vicini alla soglia della pubblicizzazione dell’acqua, le reti sono del popolo, l’acqua è un bene comune, i bisogni sono dei cittadini”. Duro anche Antonio Terra di Aprilia, secondo cui “c’è più di qualche forzatura: non è che possiamo dedicare i vigili a fare questo, allora lo dovremmo fare per tutti i gestori e anche per le morosità del Comune stesso. Ma in caso di morosità si fanno gli atti”. Netta anche il sindaco di Sabaudia, Giada Gervasi: “Ho più di qualche dubbio sull’utilizzo della polizia locale. Sui contatori esterni, invece, anche altri gestori li richiedono, e costituisce anche una sicurezza per gli stessi residenti, così ci sono meno persone che devono accedere. Certo, va fatto con i dovuti modi”. Infine, l’ex sindaco di Formia Paola Villa era intervenuta sulla questione invitando i sindaci a votare no alla proposta di deliberato che prevede l’invio della Polizia locale agli utenti morosi dei “territori storicamente più ostili”. È l’ex prima cittadina stessa a esternare anche adesso, in contrarietà con i sindaci dell’Ato4: “1 febbraio 2021 ore 13,40 Conferenza dei Sindaci dell’Ato 4, la discussione sulla Delibera n.8. viene rinviata. La Delibera in cui veniva proposta la delega alla STO per mettere in atto le procedure per il recupero delle morosità, attraverso l’iscrizione al ruolo dei cittadini-utenti morosi, un possibile incremento in tariffa di un ulteriore 10% per coprire le morosità, anche se il gestore privato non ha ancora messo in atto le giuste modalità per il recupero delle stesse e l’invio della Polizia locale agli utenti morosi dei “territori storicamente più ostili”, per staccare l’acqua non garantendo un fabbisogno primario. La discussione della Delibera n.8 non andava rinviata, andava discussa, votata e bocciata!”.