Acquacoltura e Area Sensibile del Golfo: polemiche su “carta tecnica regionale”, La Penna fa chiarezza

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Una “carta tecnica regionale” per individuare le aree idonee e non idonee all’acquacoltura. E’ la proposta contenuta all’interno dell’emendamento approvato dal Consiglio regionale del Lazio, su iniziativa del consigliere Salvatore La Penna (Pd), nel corso dell’ultima riunione, finendo al centro di diverse perplessità legate alla sua funzionalità rispetto alle imminenti decisioni da adottare per l’area del Golfo di Gaeta. La “carta tecnica regionale” si propone come uno strumento per andare incontro agli Enti Locali, a cui la Legge Regionale 1/2020 affida la competenza delle concessioni per l’esercizio dell’acquacoltura, ponendosi proprio come un supporto tecnico per le disposizioni in merito alla presenza degli impianti.

Per quanto concerne quelli presenti nell’area del Golfo di Gaeta, però, la scadenza di alcune concessioni è fissata al 31 dicembre 2020 e la preoccupazione – espressa in prima battuta da “Art. Uno- Leu Formia” e il costituendo “Comitato provinciale Area sensibile e delocalizzazione impianti del Golfo di Gaeta” in una nota a firma dei loro rappresentanti Maria Rita Manzo e Beniamino Gallinaro – è che “la proposta (della carta tecnica regionale ndr) può inutilmente, ma dannosamente, dilatare i tempi della decisione e rinviare ancora una volta lo spostamento degli impianti e quindi il compimento dell’area sensibile”.

D’altro canto, Manzo e Gallinaro ricordano che “l’area individuata come sensibile in relazione al nostro Golfo è da ben dieci anni (la norma è del 2010) dichiarata inidonea alla itticoltura”, una condizione questa che ha fatto già individuare nello spostamento di tutta l’impiantistica off-shore, fuori Punta Stendardo, l’unica soluzione percorribile a cui subordinare il rinnovo. Una prospettiva, per cui auspicano una presa di posizione forte da parte delle Amministrazioni comunali interessate, magari l’istituzione di un tavolo di confronto politico-amministrativo aperto alle forze sociali e politiche del territorio, ricordando – tra l’altro – della proposta di ampliamento dell’area sensibile che l’Amministrazione comunale di Minturno ha fatto e che “sarebbe il caso – sostengono Manzo e Gallinaro – fosse assunta e fatta oggetto di dibattito in Regione”.

La paura legata all’eventuale dilatazione dei tempi sulla decisioni da prendere in merito agli impianti presenti nell’Area Sensibile del Golfo di Gaeta è la medesima espressa anche dal Consigliere regionale Giuseppe Simeone (Fi) che – partendo dal presupposto dichiarato in una nota per cui “con questo emendamento si stabilisce che la Regione ha 18 mesi, dall’entrata in vigore della legge, per adottare la carta regionale che contiene le aree idonee e quelle no alla realizzazione e permanenza di tali impianti” – nella stessa attacca affermando: “con questo emendamento si crea, infatti, il presupposto operativo e l’alibi politico, per consentire agli uffici della Regione Lazio di prorogare le concessioni demaniali marittime degli impianti di itticoltura che hanno creato danni enormi al Golfo di Gaeta”. Ed ancora più avanti, Simeone ribadisce: “Le concessioni dovevano, stando quanto contenuto nella determinazione del luglio 2014, scadere a dicembre 2020 ma in questo modo quelli che sono dei veri e propri scempi ecologici ed ambientali potrebbero restare a dimora sino a data da destinarsi. Il tutto scaricando, vigliaccamente, sui Comuni la responsabilità, e l’arbitrarietà, di decidere”.

Il firmatario dell’emendamento messo sott’accusa, Salvatore La Penna, proprio alla luce di queste riflessioni interviene per precisare: “La stessa ( la carta tecnica regionale ndr) verrà adottata dalla Giunta Regionale, ferma restando la competenza dei Comuni di decidere riguardo le eventuali aree da concedere all’attività di acquacoltura a seguito degli iter amministrativi previsti per Legge, anche con riguardo al rinnovo delle concessioni in scadenza al 31 dicembre 2020; non vi è alcun nesso fra l’oggetto dell’emendamento e il rinnovo di queste concessioni. A tal fine gli uffici regionali competenti hanno già provveduto a consegnare agli Enti locali interessati la documentazione relativa agli impianti. Trattandosi di attività non omologabili ad altre inserite nelle programmazioni dei Piani di Utilizzazione degli Arenili, si è reso necessario provare a dare un supporto tecnico agli Enti Locali”.

Così soffermandosi sul perchè della necessità di proporre l’adozione di questo strumento tecnico, La Penna spiega ancora: “La nostra visione è chiara: la prospettiva di sviluppo della fascia costiera del sud pontino passa necessariamente attraverso la tutela dell’area sensibile del Golfo e la valorizzazione della sua vocazione turistica e paesaggistica. L’obiettivo di salvaguardare la ricchezza dell’ambiente e del paesaggio rende necessario procedere con interventi concreti che regolino la materia delle concessioni nella direzione auspicata piuttosto che alimentare un dibattito spesso strumentale avulso dalla realtà dei fatti. Non tutte le aree del Lazio sono interessate da un’Area Sensibile ed in tal senso è opportuno che le scelte che verranno operate rispettino criteri stabiliti attraverso valutazioni tecniche di valore scientifico che la Carta Regionale è in grado di fornire”.