Sistema Formia, altri 17 indagati: c’è anche l’ex sindaco Sandro Bartolomeo

Cronaca Formia

FORMIA – Turbata libertà degli incanti ma anche falsità materiale ed ideologica. Sono le pesanti ipotesi investigative che, al momento restano tali – ricorrono in cinque capi d’imputazione nella conclusione delle indagini di quello che potrebbe essere considerato un nuovo filone del “Sistema Formia”. Diciassette sono gli indagati, a vario titolo, sulla scorta di una delicatissima inchiesta che, avviata dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli, è proseguita dalla Procura della Repubblica di Cassino. I giudici antimafia di Napoli stavano cercando di capire se la camorra si fosse infiltrata o meno nella gestione del maxi finanziamento del governo per la realizzazione della strada Pedemontana. Quando avevano capito che dell’arteria non era stato approvato un progetto definitivo ed esecutivo hanno affidato l’incarico di proseguire l’inchiesta alla Procura ordinaria. E così ha fatto il sostituto procuratore Chiara D’Orefice.

Dopo tre anni dal presunto svolgimento dei fatti ha chiuso le indagini nei confronti di politici, dirigenti e funzionari di primissimo piano, accusati di aver pilotato l’esito di alcuni appalti pubblici nel corso del 2017. Si tratta innanzitutto di quello per il conferimento alla società “Prometeo srl” di Roma del servizio di formazione ed assistenza tecnica per il rafforzamento della capacità building del personale dell’ente per l’accesso ai fondi europei. Secondo la Procura il reato si sarebbe consumato dal 18 aprile 2016 al 4 maggio dell’anno successo. E le anomalie sarebbero state due: il comune non espletò alcun bando di gara ma vennero invitate solo tre ditte ma – secondo le risultanze investigative della Procura – il risultato finale già si conosceva. Il secondo capo d’imputazione riguarda invece la realizzazione degli impianti di pubblica illuminazione, incarico affidato alla società “Garofalo Costruzioni srl” di Casapesenna attraverso un accordo conclusivo raggiunto con quella che la dottoressa D’Orefice parla di una collusione consistita nell’accordarsi preventivamente con il titolare dell’impresa, Raffaele Garofalo, e due collaboratori (Enrico Fabozzi e Gennaro Santoro), “al di fuori dei canali istituzionali precedenti alla definitiva assegnazione dei lavori, sia prima che nel corso e alla fine degli stessi sfruttando le relazioni esistenti con funzionari e politici regionale e nazionali
Per questo capo d’imputazione tre funzionari comunali sono indagati nello specifico per aver redatto falsamente atti pubblici certificando l’esecuzione di opere realizzate eseguite parzialmente o in difformità rispetto al capitolato di casa.

La Procura ha indagato poi sulla costruzione di un parcheggio privato, su un’area privata di Gennaro Santoro, attraverso la falsificazione di mirati certificazione urbanistici. I parametri erano diversi da quelli reali e a firmare i certificazione furono due persone diverse “apposte sotto i timbri lineari” di due diversi responsabili di servizio. In questa vicenda penale la Pedemontana c’entra sempre. La procura sostiene che nel gennaio 2017 furono esperiti i tentativi per l’esclusivo conferimento della progettazione preliminare della strada Pedemontana alla società “Satpi Consulting Engineers” di Roma. L’indagato più eccellente in questa vicenda è l’ex sindaco di Formia Sandro Bartolomeo, del Pd, seguito da dirigenti e funzionari del comune, ex o tuttora in carica, ma anche di un consigliere comunale eletto nel 2018 nella maggioranza Villa e componenti di primissimo piano della sua segreteria particolare. A rivelare la conclusione dell’indagine preliminare è stato lo stesso ex sindaco di Formia che, assistito dall’avvocato Luca Scipione che assise diversi altri indagati insieme all’avvocato Vincenzo Macari, in un commento su facebook si è dichiarato pronto a ribadire, appena potrà, la sua estraneità ai fatti contestatigli. Ha preannunciato la diffusione di una nota ufficiale in cui ha chiederà di essere interrogato, prima di una probabile richiesta di rinvio a giudizio al Gup del Tribunale di Cassino, dal pm inquirente.

Da parte sua, Sandro Bartolomeo si dice tranquillo e ha dichiarato attraverso il suo account di Facebook: “Ho ricevuto una informazione di garanzia per atti amministrativi risalenti al 2015/2016 insieme ad altre 16 persone. Come sempre, nel rimettermi alle decisioni dei giudici , sono tranquillo e certo di poter dimostrare la mia completa buonafede. Non è il primo avviso che ricevo , in 17 anni ne ho ricevuti altri e ho sempre dimostrato di aver agito nell’interesse della mia città”.