Omicidio-suicidio a Formia: uccide una coppia e poi si toglie la vita [VIDEO]

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FORMIA – Dramma della follia in pieno centro a Formia nel primo pomeriggio di giovedì. Un duplice omicidio, seguito da un suicidio, si è consumato all’interno di un palazzo al civico 39 di piazza Mattej, nella traversa di collegamento tra via Vitruvio e via Rubino.

Secondo una prima ricostruzione dei Carabinieri, giunti sul posto in gran numero insieme agli agenti del Commissariato e della Guardia di Finanza, la tragedia si è consumata al termine di una lite. Erano trascorse le 13.30 da pochi minuti. A scatenare la furia ci sarebbero motivi legati alla gestione definitiva di un lascito ereditario. Questa la ricostruzione sinora effettuata, al termine della prima fase delle difficili indagini, dai militari del Nucleo Radiomobile coordinati dal tenente Massimo Milano: Pasquale Forcina, di 64 anni, ha prima ucciso la cugina, Fausta Forcina, di 67 anni, e poi il marito della donna, Giuseppe Gionta, di 69 anni. Entrambe le vittime, molto apprezzate e conosciute, lavoravano nel mondo della scuola: Fausta insegnava ancora presso l’istituto comprensivo “Dante Alighieri” ed il marito è stato a lungo insegnante di matematica e vice preside della stessa scuola di via Divisione Julia. Forcina, impiegato sino a qualche anno fa presso lo studio commercialista “Recco” in via Vitruvio a Formia, viveva da solo al secondo piano del civico 39 di piazza Mattej e, conosciuto per il suo carattere taciturno ma essenzialmente buono, trascorreva molto del suo tempo libero presso l’Archivio storico del comune di Mola all’interno della torre di Mola dove aiutava tanti studenti universitari a scrivere le rispettive tesi di laurea.

Ma cosa sarebbe avvenuto intorno alle 13.30? Lo stanno cercando di stabilire i Carabinieri di Formia che, coordinati dal sostituto procuratore Emanuele De Franco (ha effettuato sul luogo della tragedia un lunghissimo sopralluogo insieme al medico legale nominato dalla Procura di Cassino, la dottoressa Daniela Lucidi), hanno maturato questa possibile ricostruzione sui fatti. Pasquale Forcina avrebbe atteso che tornasse da scuola la cugina Fausta per mettere in atto il suo insano gesto. I suoi “conti” li avrebbe regolati lungo le scale del palazzo e gli accertamenti sono ora finalizzati ad accertare chi è stato per prima colpito, se la donna o il marito che si trovava in casa, al primo piano.

Un fatto è certo: l’omicida, dopo aver ucciso i due parenti, si sarebbe asserragliato all’interno della sua abitazione ubicata al secondo piano e ha puntato contro se stesso la pistola uccidendosi. Ma i Carabinieri hanno rinvenuto una seconda arma e gli accertamenti balistici sono proiettati a definire un particolare non secondario: se non è stata utilizzata da Forcina, che aveva un regolare porto d’armi, potrebbe esserla imbracciata Giuseppe Gionta nel disperato tentativo di difendere se stesso e soprattutto la moglie insegnante? E poi un altro aspetto che non sta facilitando il lavoro investigativo dei Carabinieri. Se alcuni ausiliari del traffico del Comune di Formia hanno raccontato di aver udito intorno alle 13.30 i tre o quattro colpi di pistola (lo stabilità l’autopsia che effettuerà nei prossimi giorni la dottoressa Lucidi) pensando allo scoppio tardivo di alcuni petardi di Capodanno, il ritrovamento almeno della coppia lungo le scale è stato effettuato soltanto dopo le 16 da un altro condomino che ha rinvenuto, di fronte, il cadavere ormai privo di vita di Fausta Forcina. La donna sarebbe stata uccisa durante un disperato tentativo di fuga ma è stato tutto tragicamente molto inutile.
Saverio Forte

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