Formia / Acqualatina: decreto ingiuntivo da 4000 euro, accolto il ricorso della Confconsumatori

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FORMIA – Acqualatina le chiedeva di pagare, dopo l’arrivo di un decreto ingiuntivo, 4000 euro sulla base di vecchie fatture arretrate e mai notificate. Una consumatrice di 54 anni di Formia ha ottenuto la revoca di un decreto ingiuntivo ed il riconoscimento della prescrizione delle bollette con la riduzione della somma dovuta all’ente gestore. Si tratta di un’iniziativa legale che, patrocinata dall’avvocato Franco Conte, presidente provinciale della Confconsumatori di Latina, ha visto prevalere la posizione della consumatrice formiana che aveva impugnato davanti il giudice di pace di Gaeta il contenuto del decreto ingiuntivo emesso con lo scopo di recuperare il valore delle fatturazioni emesse e non pagate dagli utenti, e della stessa consumatrice 54enne, a partire dal 2006 sino al 2015.

Il Giudice di Pace di Gaeta ha ridotto il debito alla sola somma di 1260 euro. Per il giudice di pace “le restanti 17 fatture, citate dal decreto ingiuntivo, non risultano essere state inviate alla parte opponente né risultano dagli elenchi depositati da parte opposta a prova delle richieste di pagamento ai fini interruttivi”. La consumatrice, tramite l’avvocato Franco Conte, responsabile del settore Energia e utenze per la stessa Confsumatori, aveva proposto ricorso in opposizione al decreto ingiuntivo emesso dal Giudice di Pace di Gaeta, principalmente perché “buona parte delle fatture richieste risultavano ampiamente prescritte – ha spiegato Conte – e nel corso degli anni la società Acqualatina non aveva provveduto ad inviare le richieste regolari di pagamento che avrebbero, invece, impedito il decorso della prescrizione”.

Il Giudice di Pace di Gaeta ha così accolto la richiesta di prescrizione delle fatture presentata dalla consumatrice, riducendo il debito alla sola somma di 1.260 euro. In particolare, il Giudice ha affermato che «le restanti 17 fatture, di cui al decreto ingiuntivo, non risultano essere state inviate alla parte opponente né risultano dagli elenchi depositati da parte opposta a prova delle richieste di pagamento ai fini interruttivi”. “Quanto posto in essere dalla società Acqualatina risulta essere molto grave– ha dichiarato l’avvocato Franco Conte – poiché pur non avendo posto in essere le dovute attività di recupero, o quantomeno non avendone conservato prova per produrla in giudizio, è stato richiesto un decreto ingiuntivo per oltre 3000 euro di somme non dovute. In assenza di opposizione da parte del consumatore, il gestore avrebbe ottenuto illegittimamente un vantaggio economico. Ricordiamo che i gestori non possono richiedere fatturazioni oltre i 5 anni se non si provvede alla interruzione del termine di prescrizione”.

Saverio Forte