Sanità, tagli ai trasporti: 60 disabili restano a piedi

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SUD PONTINO – Resteranno a piedi dal 1 febbraio sessanta persone che, affette disabilità fisica, psichica e sensoriale, frequentano ancora due importanti e apprezzate strutture di riabilitazione, la cooperativa “La Valle” di Gaeta e l’istituto medico-pedagogico “San Cuore” di Formia. E il motivo è sconcertante: il commissario straordinario dell’Asl di Latina Giorgio Casati ha comunicato l’impossibilità (e dunque della Regione) di provvedere alla copertura delle spese di trasporto di queste sfortunate persone da e per i due centri di riabilitazione, peraltro accreditati con il sistema sanitario regionale. Il diniego del commissario Casati è molto datato – risale allo scorso giugno – ma l’hanno rivelato ora i vertici dei due centri di riabilitazione in una pesante lettera inviata alla Regione Lazio (al Presidente Zngaretti anche nella veste di commissario per il piano di rientro della sanità), al commissario dell’Asl Casati e al direttore del distretto 5 Antonio Graziano, al distretto socio sanitario di Formia, alla Questura, alla Procura della Repubblica e alla Prefettura di Latina, al Commissariato di Polizia di Gaeta, al sindaco Cosmo Mitrano e al commissario Prefettizio del comune di Formia Maurizio Valiante.

Chiudendo i suoi rubinetti per finanziare il trasporto di queste persone disabili costrette a rivolgersi a cadenza quotidiana presso i centri di riabilitazione in località Sant’Agostino a Gaeta e nel quartiere formiano di San Giulio, l’Asl invitava i Comuni di residenza degli stessi disabili a prendersi carico del servizio. La risposta di quest’ultimi è stata negativa e, respingendo qualsiasi loro coinvolgimento, hanno sostenuto la necessità di un provvedimento regionale che disciplinasse la materia come previsto dalla legge 104/1992. Poiché piove sempre sul bagnato la cooperativa “La Valle” ed il centro psico-pedagogico “San Cuore” si sono visti rifiutare il pagamento delle fatture emesse a tempo debito e, di fatto, da luglio 2017, né l’Asl di Latina, né i Comuni né la Regione Lazio intendono prendersi carico di questo servizio.

Insomma tutti nipotini prediletti di Ponzio Pilato e vittime sacrificali di questo incredibile ed opinabile rimballo di responsabilità sono sessanta persone che, già sfortunate dalla vita, sono state colpite dalla burocrazia. Sono seguite numerose lettere, istanze e diffide e nessuno sinora ha dato informazioni utili ai centri di riabilitazione di Formia e Gaeta, lasciando disabili e famiglie senza certezze per il futuro.

Le due strutture intanto hanno preannunciato che, in assenza di specifiche disposizioni e comunicazioni amministrative, saranno costrette ad interrompere il rispettivo servizio a “causa di una pericolosa esposizione economica che oggi pesa sulle due piccole strutture, creditrici di quasi 100mila euro dal momento che i rimborsi sono stati rifiutati sia dall’Asl che dai comuni di Formia e Gaeta. Il presidente Giuseppe Errico e Suor Assunta Maisto annunciano che, “trascorsi ormai sei mesi nel silenzio più assoluto”, le rispettive strutture “si trovano pertanto costrette ad interrompere il servizio di trasporto, lasciando a casa sessanta persone disabili che non potranno più frequentare i centri di riabilitazione se non accompagnati in autonomia. Insomma si è creata una “delicata e preoccupante situazione, soprattutto in relazione al pericolo degli utenti più a rischio di disagio sociale che – si legge nell’esposto alla Regione Lazio – che potrebbe ricevere danni psico-fisici e relazionali gravi a seguito all’interruzione delle terapie sinora svolte”. Da qui l’invito all’autorità giudiziaria “a monitorare eventuali responsabilità penali scaturenti”.

Questo stato di cose non può essere più sottaciuto ed in quest’ottica le famiglie dei sessanta disabili e gli operatori dei due centri di assistenza di Formia e Gaeta hanno deciso di scendere in piazza per protestare “contro un silenzio che manifesta tutta la lontananza delle istituzioni regionali nei confronti dei problemi dei più deboli”. E’ stata così organizzata il prossimo 1 febbraio a Latina, in Viale Pier Luigi Nervi, nei pressi della sede della direzione generale dell’Asl di Latina, una manifestazione di protesta pacifica cui parteciperanno circa duecento persone tra operatori, familiari e disabili per esternare tutto il loro legittimo dissenso nei confronti dell’inerzia burocratica delle istituzioni regionali.

Saverio Forte