Formia / Commemorazione della strage nazista a Trivio

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FORMIA – ll 26 novembre 1943 è un giorno drammatico della storia di Formia, uno dei tanti vissuti dalla popolazione durante l’occupazione nazista. Otto cittadini inermi furono barbaramente fucilati al termine di un’altra e vile rappresaglia delle “SS” tedesche . Più di cinquanta soldati, dopo aver bloccato le vie d’accesso e circondato la frazione collinare di Trivio, fecero irruzione nelle case rastrellando tutti gli uomini, compresi i vecchi e gli inabili; sotto gli occhi dei bambini, testimoni di fatti drammatici che ricorderanno per tutta la vita. Li videro con gli elmetti mimetizzati con rametti di ulivo che setacciavano il paese, sfondando con i piedi le porte delle case, alla ricerca di giovani uomini che, temendo di essere rastrellati e costretti così ad andare a lavorare al fronte, fuggirono nascondendosi sulla collina sovrastante, a piedi del massiccio del Redentore.

E così che Stella Guglielmo, allora 14enne, la mattina presto camminando con la nonna Paolina, presso “la Costarella”, vide sette uomini che giocavano a carte seduti su alcune pietre. Stella sentì le urla e vide una scena raccapricciante, Livio De Meo, Francesco e Luigi Filosa, Angelo Nocella, Antonio Guglielmo e Salvatore Marciano sdraiati a terra, in posizione prona con le mani appoggiate sulle pietre. Dietro di loro un soldato tedesco fece partire una prima raffica che colpi tutti e cinque. Angelo Nocella cercò di rialzarsi ma venne colpito nuovamente. Armando De Meo, allora ventenne, si buttò in un cespuglio che gli salvò praticamente la vita: le “SS” si fermarono soltanto a venti metri di distanza dove avevano piazzato una mitragliatrice. Alla fine di quella drammatica giornata di 74 anni fa si conteranno otto morti, quasi tutti giovanissimi, sei residenti a Trivio e due sfollati da Formia.

La sezione cittadina dell’Anpi domenica 26 novembre, alle 10, ricorderà con una breve cerimonia in piazza S.Andrea a Trivio il sacrificio di quei giovani uomini che sacrificarono la vita per la libertà ma anche condividere lo sgomento dei testimoni, anche loro giovanissimi, che hanno vissuto quei giorni, densi di morte, fame e stenti, che ha avvolto Formia in un’atroce destino.

Saverio Forte