LATINA – L’accusa di peculato per alcune spese elettorali giudicate sospette dalla Procura di Roma era stata archiviata. Le indagini sulle spese pazze in Regione Lazio, però, sono proseguite e ora la Procura chiede il rinvio a giudizio per il senatore del Pd Claudio Moscardelli, indagato insieme ad altri ex consiglieri regionali del gruppo del Partito Democratico.
L’accusa, nel caso dell’ex consigliere regionale e ora rappresentante pontino in Parlamento, resta di abuso d’ufficio e riguarda presunte irregolarità nella selezione dei propri collaboratori.
Per i pm romani Alberto Pioletti e Giorgio Orano, negli anni in cui Moscardelli ricoprì la carica di consigliere regionale del Lazio, tra il 2010 e il 2012, non era stata effettuata un’adeguata comparazione per la selezione dei candidati ed erano stati conferiti incarichi per prestazioni “prive della natura altamente qualificata”, stipulando invece contratti con persone di volta in volta indicate dal consigliere.
Il legale difensore di Moscardelli, Renato Archidiacono, chiarisce che si trattava inevitabilmente di incarichi fiduciari. Per avvalorare la difesa presenta un parere dell’avvocato Salvatore Bellomia, attualmente docente di Istituzioni di Diritto Pubblico all’Università di Tor Vergata, in cui si ricostruisce il quadro normativo di riferimento spiegando chiaramente che una legge regionale consentiva collaborazioni fiduciarie con organi politici e che quindi il conferimento di incarichi di diretta collaborazione è “avvenuto nel rispetto della vigente legislazione della Regione Lazio che disciplinava la materia”.
“Il carattere fiduciario della scelta dei collaboratori dei gruppi – spiega in una nota Moscardelli – è tale in tutte le assemblee legislative. A prescindere da ogni altra considerazione, ho agito nella convinzione di rispettare quanto previsto dalla legge regionale. Aggiungo che inizialmente era stato ipotizzato il reato di peculato. Sono state effettuate tutte le indagini e le verifiche delle spese effettuate e all’esito non è stata riscontrata alcuna irregolarità”.
Il senatore ribadisce poi piena fiducia nella magistratura e annuncia una probabile richiesta di rito abbreviato.
Oltre a Moscardelli, è stato richiesto il rinvio a giudizio anche per l’ex presidente del gruppo Pd in Regione, Esterino Montino, ora sindaco di Fiumicino, per l’ex tesoriere Mario Perilli, per Tonino D’Annibale, Enzo Foschi, ex capo della segreteria del sindaco Ignazio Marino, per Claudio Mancini, Mario Mei, Giuseppe Parroncini, Carlo Umberto Ponzo, Bruno Astorre, Carlo Lucherini, Francesco Scalia, ex presidente della Provincia di Frosinone, per Daniela Valentini e Marco Di Stefano.