Il Comune di Minturno

Minturno Cambia: “Basta con l’assistenzialismo, bisogna favorire l’inserimento nel tessuto sociale”

Minturno Politica

MINTURNO – “Nella costruzione di buone politiche sociali occorre volgere l’attenzione alla cura della comunità”. Lo dichiara la candidata al consiglio comunale della lista “Minturno Cambia”, Ines Conte, 25 anni, studentessa al corso di laurea magistrale in Politiche sociali e servizio sociale presso l’Università di Cassino e del Lazio Meridionale, e iscritta alla sez. B dell’Ordine degli Assistenti Sociali del Lazio.

Ines Conte
Ines Conte

“Ciò su cui può puntare Minturno, è perciò Minturno stessa – prosegue – Far leva sui cittadini, le famiglie e le associazioni presenti, in quanto sono loro i principali conoscitori dei problemi, li vivono quotidianamente e ne conoscono il vero significato. Ai professionisti e agli amministratori spetta solo interpretare le esigenze e individuare le risposte. Sono convinta che sia dal basso che si può ricominciare, da una governance che sfrutti una programmazione partecipata, in grado di leggere i disagi sociali da più punti di vista.

In questo approccio l’ente comunale può fungere da collante e da guida delle varie risorse disperse ed isolate. Abbiamo certamente bisogno di un più efficace lavoro di rete, sia interno al territorio (sfruttando e valorizzando i pochi servizi rimasti), sia esterno ad esso (a livello orizzontale, alla pari ed insieme con i comuni vicini, ed a livello verticale con gli enti a noi sovraordinati).

Occorre abbandonare la tendenza assistenzialistica, limitata solo a dare al cittadino contributi economici. Come è ormai chiaro a tutti, così non si va lontano e non si risolve alcunché, creando anzi dipendenza dalle casse comunali. Molto meglio favorire invece l’inserimento nel tessuto sociale di appartenenza.

Ed è qui che ulteriormente diviene primario il ruolo della comunità. Non bastano servizi all’avanguardia e professionisti competenti. Non servono a nulla se, una volta fuori dal servizio, colui che è portatore di un disagio deve fare i conti con un ambiente ostile. Nella nostra stessa comunità vanno ricercati i presupposti per far fronte ai bisogni degli anziani, dei minori, delle famiglie in difficoltà, dei disabili, ecc.

In questo contesto abbiamo oggi delle buone opportunità, in quanto il Pacchetto Famiglia della Regione Lazio mette a disposizione oltre 60 mln di euro per alcune azioni fondamentali. Tra queste, mi sembrano particolarmente interessanti per il nostro territorio le seguenti:

-rete dei Centri Famiglia; luoghi di aggregazione ed erogazione di servizi per i nuclei familiari, strutture di supporto ai servizi sociali dei Comuni e dei Distretti socio-assistenziali. Ogni Centro potrà ospitare una equipe multiprofessionale (assistente sociale, psicologo, educatore professionale) in grado di erogare direttamente i servizi e formare e sviluppare maggiori competenze nei Distretti socio-assistenziali.

-integrazione socio-educativa dei ragazzi; voucher da 300 euro l’anno da erogare a famiglie a basso reddito attraverso i Distretti e grazie a convenzioni tra Comune e associazioni sportive, scuole di musica e centri danza (questo tipo di spesa è uno dei primi ad essere tagliato dai bilanci familiari in caso di difficoltà economiche, nonostante siano attività essenziali per lo sviluppo e la socializzazione).

-asili nido; nell’ambito di un notevole piano d’investimenti, basato in gran parte su fondi strutturali Europei, la Regione assegnerà 30 mila euro a oltre 80 progetti per il miglioramento dei nidi comunali esistenti, mentre ben 50 mln di euro saranno spesi nel Lazio entro il 2020 per aumentare l’offerta degli asili nido, tra nuove strutture e implementazione di quelle esistenti”.