Le istituzioni si mobilitano per le fasce giovanili, contributo di 1000 euro in arrivo: ecco chi ne ha diritto
“Non è un paese per vecchi”, recitava il titolo di un celebre film. Anche se, a ben guardare i trend demografici e la situazione generale, lo si potrebbe tranquillamente ribaltare e dire che, almeno in Italia, non è un paese per giovani. Le nuove generazioni infatti, in rapporto a fasce di popolazione più anziana, sono numericamente in calo viste le difficoltà nelle nascite che vanno avanti ormai da più di qualche anno e visto che gli sbocchi lavorativi latitano.

Il potere d’acquisto è in discesa costante e non parliamo poi delle prospettive a lungo termine, con un sistema pensionistico che si avvicina al collasso. Le misure poste in essere per stimolare lo studio e il lavoro giovanile non sembrano sufficienti ad arrestare la china discendente. Eppure, da questo punto di vista, spunta una sorta di isola felice, dove i giovani hanno diritto a un contributo di 1000 euro.
Università, il modello della Danimarca è da prendere ad esempio: 1000 euro al mese per gli studenti universitari
Stiamo parlando della Danimarca, dove le istituzioni hanno lanciato un segnale molto forte per il diritto allo studio e per la formazione culturale e lavorativa delle nuove leve.

Il paese nordico, da sempre all’avanguardia per quanto concerne determinati temi, ha varato il programma Statens Uddannelsesstøtte, secondo cui ogni studente potrà frequentare gratuitamente l’Università e al contempo ricevere 1000 euro al mese per studiare. Il che sta facendo da volano non soltanto per l’istruzione interna. Infatti, anche molti studenti provenienti dall’estero vedono nella nazione danese una opportunità da sfruttare.
Si devono soddisfare naturalmente alcuni requisiti per accedere a questo beneficio. Il contributo, per quanto riguarda gli studenti danesi, sarà più alto per chi vivrà in un appartamento a proprie spese rispetto che con i genitori. Il sussidio oscilla tra i 300 e i 1000 euro a seconda di determinate ‘fasce’ da questo punto di vista. Invece, gli studenti provenienti dall’estero dovranno lavorare almeno per 10-12 ore a settimana. Va considerato, ovviamente, anche il fatto che si tratta certamente di una misura che agevola la vita degli studenti, ma in un paese in cui il costo della vita è più alto rispetto all’Italia.





