Ventotene / Decadenza Sportiello, fissata l’udienza preliminare per la richiesta di rinvio a giudizio per l’ex sindaco Santomauro e la sua giunta

Cronaca Ventotene

VENTOTENE – Ventotene, la culla dell’Europa libera ed unita ma anche l’isola (per eccellenza) dei veleni. Non bastava la citazione diretta in giudizio chiesta ed ottenuta dal capo della Procura di Cassino per l’ex generale della Guardia di Finanza Giovanni Maria Macioce, il 76enne neo commissariato di governo per la riqualificazione e recupero dell’ex carcere borbonico sull’isolotto di Santo Stefano a Ventotene, per l’ex vicesindaco dell’isola Modesto Sportiello, di 57 anni, e per i suoi due figli, Luigi ed Ercolino, di 31 e 28 anni, con le ipotesi di reato di false dichiarazioni in un atto pubblico e violazione dell’articolo 76 del Dpr 455/2000.

Dall’entourage della famiglia Sportiello è trapelata la notizia dell’inizio del processo che vede l’ex vice sindaco ed ex assessore al demanio ed il comune di Ventotene quali parti offese. Inizierà il prossimo 28 novembre l’udienza preliminare davanti al Gup del Tribunale di Cassino che dovrà decidere – la fissazione del dibattimento è stata calendarizzata il 23 maggio scorso ma è stata resa nota solo dopo tre mesi – se l’ex sindaco isolano, il notaio Gerardo Santomauro, ed altri otto indagati (al momento tali sono) dovranno affrontare o meno un processo. Falso in atto pubblico e abuso d’ufficio. Sono le ipotesi di reato per le quali il sostituto procuratore della Repubblica di Cassino Marina Marra, dopo aver concluso le indagini preliminari, nel lontano 28 aprile 2022 (noi ce ne occupammo tre giorni più tardi, il 1 maggio dello scorso anno) chiese, appunto, il rinvio a giudizio per l’ex sindaco di Ventotene, la Giunta in carica sino al febbraio 2022 (Pasquale Bernardo, Aurelio e Umberto Matrone, Ermanno Taliercio e Lucio Nicolella), i dirigenti e i funzionari del settore finanziario (Antonina Rodà), lavori pubblici (Valerio Carlin) e urbanistica del comune isolano (Francesco Romagnoli).

Si tratta di una controversia complicata e delicata che ha conosciuto tempi lunghissimi dal momento che la fissazione dell’udienza preliminare è avvenuta – come detto – lo scorso 23 maggio dopo che la richiesta della Procura di rinvio a giudizio era stata formalizzata undici mesi prima, appunto il 28 aprile 2022, dopo le stesse indagini stesse erano state concluse nel novembre 2021. A svolgere la controversa attività investigativa era stato il gruppo di Formia della Guardia di Finanza e dalla sezione navale delle stesse Fiamme Gialle di Gaeta. Secondo l’ipotesi accusatoria della Procura i vertici dell’amministrazione comunale di Ventotene in carica dal 2018 in poi, pur di ottenere la decadenza dell’ex vice sindaco e assessore ai trasporti Modesto Sportiello (avvenuta il 12 aprile 2021) e la revoca di due concessioni demaniali intestate alla moglie per la gestione di altrettanti pontili, la numero 40/85 del 10 settembre 2005 e la numero 2/10 del 10 giugno 2020, avrebbero falsamente attestato, a più riprese, la situazione di morosità dell’allora vice sindaco Modesto Sportiello.

L’amministrazione comunale del sindaco Santomauro, di cui lo stesso ex assessore all’epoca faceva parte, avrebbe creato – secondo la Procura di Cassino – un teorema amministrativo per dimostrare la sua morosità relativamente al versamento della Tarsu, della Tares e della Tari dal 2012 al 2019. Secondo la Procura Sportiello avrebbe dovuto versare questi canoni quale socio della impresa “Marina di Ventotene” intestata alla moglie dello stesso ex vice sindaco… la signora Antonella Langella.

Un fatto è certo. Le concessioni demaniali numero 40/85 e 2/10 furono revocate il 12 aprile 2021 al termine di un procedimento in autotutela avviato il 25 ottobre 2019. Naturalmente questa condotta della Giunta Santomauro fu aspramente avversata da Modesto Sportiello che, dopo la sua “cacciata” dalla Giunta e dal consiglio comunale (i suoi voti, tanti, furono determinanti per l’elezione del sindaco notaio nel giugno 2017), decise di vuotare il sacco presentato una particolareggiata denuncia in Procura a Cassino al punto che il sostituto procuratore Marra ha chiesto – come osservato – il rinvio a giudizio delle nove persone.

Tra cui l’ex sindaco Santomauro che, nelle more della decisione del Gup in programma il prossimo 28 novembre, ha deciso nel frattempo di diversificare la sua difesa. L’ex primo cittadino dall’11 giugno scorso per l’udienza preliminare in programma a novembre ha chiesto ed ottenuto che del collegio difensivo faccia parte l’avvocato Antonio Ingroia, uno dei magistrati italiani più autorevoli nella lotta alla mafia e protagonista delle indagini sulla presunta trattativa tra cosa nostra e lo Stato subito dopo le stragi del maggio e del luglio 1992 in cui persero la vita i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e le rispettive scorte. La nomina dell’avvocato Ingroia è stata ufficializzata all’indomani del rinvio (per omessa notifica) – sollecitato dal legale della principale parte offesa, l’avvocato Renato Ciamarra – dell’udienza preliminare si sarebbe dovuta tenere davanti il Gup del Tribunale di Cassino.

Nelle more l’avvocato Ingroia tornerà ad indossare, sotto una nuova veste, i panni dell’investigatore effettuando indagini difensive secondo quanto prevede il Codice di procedura penale. Saranno sentite le attuali parti offese e finanche alcuni dipendenti del comune di Ventotene che – secondo la versione degli indagati – avrebbero costruito, facendo ricorso a… photoshop e ad una serie di artifici grafici – una serie di delicatissimi documenti amministrativi per compromettere la posizione dell’allora vice sindaco e consigliere comunale Modesto Sportiello. A suo dire alcuni componenti dell’amministrazione comunale isolana avrebbero falsificato alcuni documenti inerenti la sua posizione tributaria nei confronti del comune. La tesi è che Sportiello non avrebbero versato nel corso del tempo, dal 2012 al 2019, svariate decine di mila euro di tributi, 150mila euro tra Tares e Tari, provocando una situazione di incompatibilità rispetto al ruolo, all’epoca, di consigliere comunale. Secondo l’allora amministrazione Santomauro il consigliere Sportiello avrebbe dovuto versare quei canoni spettanti all’”Marina di Ventotene” alla luce di alcuni accertamenti compiuti inizialmente dal comune di Ventotene e dalla società di riscossione (la Sogert) e poi di una chiara sentenza della commissione provinciale tributaria di Latina del 14 marzo 2022.

Gli indagati si difendono – e in quest’ottica – stanno svolgendo le indagini difensive, oltre all’ex giudice Ingroia, anche gli avvocati Luigi Montanelli, Alessandro Longo, Massimo Spagnardi, Renato Archidiacono e Stefano Perotti – affermando come Sportiello e la sua famiglia non avrebbero rispettato la sentenza numero 04284 del 2013 del Consiglio Stato. Dimostrò che il concessionario non sarebbe stato estraneo ai rapporti tra l’amministrazione e la gestione della stessa concessione. E poi l’udienza preliminare del 28 novembre sarà accompagnata da un’altra presunta violazione tributaria sulla quale intende esercitare un’”operazione verità” l’ex Pm antimafia Ingroia: la società “Marina di Ventotene” avrebbe omesso di accatastare i pontili in affidamento. Così facendo sfuggito alla tagliola dell’Imu che il comune concedente non ha mai incassato.

Il Pm Marra ha chiesto il processo con l’ipotesi del concorso in abuso d’ufficio per i nove indagati per aver provocato, dunque, al consigliere Sportiello un ingiusto e duplice danno consistente nelle revoca delle due concessioni demaniali e nella “declaratoria di incompatibilità e successiva decadenza dalla carica di consigliere comunale”. Le indagini difensive dell’avvocato Ingroia – che intende interrogare lo stesso Modesto Sportiello – sono finalizzate a dimostrare, anche attraverso alcune perizie calligrafiche, che la gestione (l’affidamento a terzi senza il parere degli enti concedenti) delle concessioni demaniali 40/2005 e 2/2010 non sarebbe stata impeccabile e limpida con l’invio di Pec relativamente a misteriosi subingressi nelle società concessionarie inviate alle ore 18 del 31 dicembre 2020 all’email certificata del Comune di Ventotene e a false autorizzazioni sindacali per la gestione di ulteriori posti barca. Il tutto con il presunto avallo di “pezzi” importanti dell’amministrazione comunale di Ventotene? Lo chiarirà, di supporto alla Procura di Cassino, l’avvocato Ingroia, un tempo procuratore antimafia a Palermo…