Gaeta / Parcheggio multipiano “Spaltoni”, parere contrario della Soprintendenza archeologica

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GAETA – Se non è una bocciatura, ci manca poco. Non ammette tante interpretazioni la “Via”, la valutazione di impatto ambientale, che la Soprintendenza archeologica, Belle arti e paesaggio per le province di Latina e Frosinone ha rilasciato ed inviato alla Regione Lazio in ordine alla procedura promossa dal comune di Gaeta per la realizzazione e gestione di un parcheggio multipiano in località “Spaltoni” ai piedi di Monte Orlandi. La Soprintendente facente funzione Lisa Lambusier arriva ad una conclusione secondo la quale il progetto di finanza, promosso dalla società Edificanda srl di Latina, in base alle prescrizioni del Ptpr (il piano territoriale paesistico regionale), “non è conforme alla normativa vigente in materia di tutela paesaggistica”.

La Soprintendenza avanza diverse perplessità sulla fattibilità del sito scelto del Comune che, “vincolato per l’intera estensione” da due decreti ministeriali del 1956 e del 1985, fa parte del parco regionale urbano di Monte Orlando che, gestito dall’ente parco regionale Riviera d’Ulisse, ha assunto una nuova gestione con la legge regionale numero 17 del 2016. Di fatto la Regione, riperimetrando l’area di competenza del parco di Monte Orlando, aveva escluso da questa perimetrazione l’area degli “Spaltoni” (che allo stato attuale rientra nell’ambito della pianificazione comunale) “ma è considerarsi geograficamente e tipologicamente affine al parco”. La Valutazione di impatto ambientale della Soprintendenza naturalmente rientra nell’ambito della procedura di variante al Piano Regolatore generale avviata al comune. La stessa Soprintendenza nell’agosto e nel novembre 2018 aveva espresso favorevolmente il proprio parere paesaggistico ed archeologico specificando che il parere reso sul progetto definitivo del parcheggio multipiano nell’ambito della variante generale al Prg del comun e di Gaeta – e lo tenne a precisare nella conferenza dei servizi svolta il 3 novembre 2021 – “non equivaleva ad un nulla osta per la variate al piano paesaggistico regionale.

La procedura di valutazione di impatto ambientale tiene molto in considerazione della “situazione vincolistica” dell’area degli Spaltoni e la Soprintendente Lambusier lo motiva analizzando le diverse norme di attuazione del Piano territoriale paesistico regionale: “Uno dei fattori di rischio e vulnerabilità è rappresentato dalla riduzione del suolo dovuta ad espansioni urbane e infrastrutturazione. Le Norme di piano inerenti il Paesaggio Naturale consentono interventi di urbanizzazione secondaria servizi pubblici o di interesse pubblico realizzati anche da privati esclusivamente il recupero e adeguamento funzionale dei servizi esistenti, mentre non consentono la creazione di nuove infrastrutture e, in particolare, non consentono la creazione di nuovi parcheggi ma solo di piazzole di sosta in zone non boscate. La tutela delle visuali vieta modifiche dello stato dei luoghi che impediscono le visuali anche quando consentite dalla disciplina di tutela e di uso per gli ambiti di paesaggio individuati dal PTPR”.

Secondo la Soprintendenza ai beni archeologici nella sua valutazione di impatto ambientale “il progetto presentato va ad inserirsi in un’area di particolare pregio paesaggistico, meritevole di accorta conservazione e tutela e dove qualsiasi necessaria trasformazione deve doverosamente essere improntata al minimo intervento nel rispetto dei luoghi e deve tendere una accorta riqualificazione delle infrastrutture già esistenti. Le scelte progettuali che si evincono dalla disamina degli elaborati presentati non sembrano essere in linea con questi principi di tutela, e si presentano in contrasto con quanto previsto dalla normativa di piano!. ln particolare l’intervento prevede, invece, la realizzazione in copertura di strutture permanenti a carattere commerciale, messe a sistema per la creazione di una piazza semicoperta in cui allocare diversi servizi per la fruizione del Parco.

“Questa scelta, interponendo un ostacolo fisico e visivo, modifica lo stato dei luoghi e la percezione delle visuali prospettiche, oltre che rappresentare la creazione di nuovi volumi. – rincara la dose la dottoressa Lambusier – L’impatto sul paesaggio tutelato che deriverebbe dalla messa in opera di quanto previsto da progetto è da considerarsi di notevole entità e non ascrivibile ad una riqualificazione e adeguamento funzionale dell’area di sosta già presente, configurandosi di fatto come una nuova infrastruttura volutamente incidente e caratterizzante”.

Insomma il progetto di finanza presentato dalla società del presidente Pierantonio Palluzzi sarebbe incompatibile con “gli obiettivi di tutela e di miglioramento della qualità di paesaggio” degli Spaltoni. La Soprintendenza ai beni archeologici, poi, manda un messaggio chiaro al comune di Gaeta quando sottolinea “la prevalenza del PTPR su tutti gli altri strumenti pianificatori, stabilita dall’art.l”45 co.3 del decreto legislativ numero42/2OO4, che rende di fatto l’atto di deroga alle norme del Piano paesaggistico evento eccezionale. da attuarsi in condizione particolari e straordinarie, accertate le quali si consente di non dare applicazione, nel singolo caso concreto, alle norme del PTPR. L’ammissibilità alla deroga alle norme di piano deve essere valutata tramite una apposita istanza di deroga, che deve essere accertata in primo luogo dall’ente regionale che, dopo aver valutato il caso specifico e riconosciuta l’effettiva rilevanza dell’interesse pubblico dell’intervento proposto, richiede il parere vincolante di questo Ministero. “

La conclusione della Soprintendenza boccia poi ipotesi di deroghe chieste dall’amministrazione comunale di Gaeta: “Il progetto oggetto di valutazione presenta diverse criticità relativamente alla compatibilità con gli obiettivi di tutela e non garantisce un miglioramento delle qualità del paesaggio attuale. Pertanto – aggiunge la dottoressa Lambusier – non si condivide l’opportunità di derogare a quanto la normativa di piano paesaggistico prescrive per l’area in oggetto poiché non si ravvisa la compatibilità paesaggista dell’intervento. Le criticità in seno alla compatibilità nascono dalla volontà esplicita di lasciare un segno sul paesaggio e non tendere invece ad un maggior inserimento. Questa scelta porta come necessaria conseguenza la modifica delle visuali che sono proprio quell’aspetto percettivo che i vincoli sono atti a tutelare. Ulteriori problematiche rispetto alla compatibilità sono rappresentate dalla grande volumetria sviluppata dal progetto del parcheggio multipiano, dai necessari sbancamenti e modifiche del terreno, dalla creazione di strutture a carattere commerciale con il relativo sistema di coperture, la scelta dei materiali da impiegare e la creazione di passerelle e percorsi panoramici, dalla non sufficiente mitigazione dell’impatto”.

Il comune ha l’obiettivo di realizzare un parcheggio nell’area di Monte Orlando per tentare di allievare un’emergenza endemica qual è quella della mobilità e la Soprintendenza invita ora la Giunta Leccese a “riconsiderare le scelte progettuali in un’ottica di minor impatto sul paesaggio e in particolare sulle visuali” Nello specifico suggerisce di “non realizzare le strutture a livello della copertura del parcheggio e le relative pensiline, in modo da rispettare quanto più possibile l’integrità delle visuali prospettiche e la percezione del paesaggio. Venga poi ripensato il progetto relativo al prospetto fuoriterra in quanto ritenuto un segno preponderante sul paesaggio tutelato circostante sia per estensione, che per scelta dei materiali, che per geometria; venga approfondita la scelta in seno alle essenze da impiegare per le opere di mitigazione in quanto, come si evince dalla documentazione integrativa presentata, le opere di mitigazione proposte non sono sufficienti ad armonizzare l’opera nel contesto e, oltretutto, fanno ricorso alla piantumazione di vegetazione estranea al Parco Regionale di Monte Orlando; si preveda, infine, che tutte le alberature che per necessità di cantiere dovranno essere espiantate, dovranno trovare una ricollocazione”.

Sul piano politico le censure arrivano anche dall’ex sindaco e ora consigliere comunale di opposizione Silvio D’Amante: “I motivi della Soprintendenza sono quelli che solo l’amministrazione fa finta di non sapere…seguendo facili scorciatoie. Il progetto di finanza non è conforme alle norme in materia di paesaggio . Il Prpr è prevalentemente su tutti gli strumenti pianificatori. Quello contestato dalla Soprintendenza è un progetto definito impattante – aggiunge il dottor D’Amante – in un’area vincolata dal codice dei beni culturali e del paesaggio. Sono leggi che gli amministratori dovrebbero sapere e rispettare”.

L’ex sindaco di Gaeta censura, alla luce di questa valutazione di impatto ambientale, il continuo ricorso della “penultima e dell’attuale amministrazione comunale a vie strane e procedure semplificate (tipo Piazza Risorgimento)che servono a fare confusione e gettare fumo per non far vedere e capire. Se si pensa che i lavori, sospesi, di riqualificazione del Molo S.Maria, secondo l’amministrazione eseguiti in zona di scarso rilievo storico, si capisce come sia trattato il centro storico e ciò fa il paio con il progetto degli Spaltoni. In ogni caso il traffico non si porta nel centro della città .Altri dovrebbero essere i progetti sui quali ci piacerebbe confrontarci.” La Soprintendenza ha messo alcuni punti fermo anche dal punto di vista archeologico ed il consigliere D’Amante lo rimarca in conclusione: “Quello iniziato nel 2012 è un decennio di paroloni e di mancanza di controllo del territorio, un decennio in cui la trasparenza amministrativa è stata una sconosciuta.- termina l’ex sindaco di centro sinistra – Si tratta di luci negli occhi per abbagliare e non far vedere quello che effettivamente accadeva…”.