Formia / Decesso della signora Lucia, l’Asl Latina dispone un secondo audit [VIDEO]

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FORMIA – Tutti in silenzio in attesa dei provvedimenti che intende adottare la Procura della Repubblica di Cassino. Il presunto caso di malasanità che ha visto perdere la vita a soli 68 anni la signora L.C. ha registrato un effetto immediato: nessuno all’interno del “Dono Svizzero” di Formia è autorizzato a parlare con i giornalisti. Lo avrebbe fatto intendere la direttrice generale dell’Asl Silvia Cavalli dopo la decisione della direzione salute della Regione Lazio di disporre un audit clinico in merito al decesso della donna avvenuto tre ore dopo le sue dimissioni dal più importante nosocomio del Golfo. Nessuna dichiarazione è stata formalizzata dal direttore sanitario del polo ospedaliero sud Giuseppe Ciarlo e dal dirigente del Pronto soccorso del Dono Svizzero di Formia, Paolo Nucera, in cui è rimasta la signora dalle 7.58 alle 9.27 dell’11 luglio scorso.

E mentre i Carabinieri della vicina Compagnia attendono ufficialmente una delega dalla Procura ad promuovere o meno le indagini sul decesso della donna, nella giornata di martedì si è attivata anche la direzione generale della stessa Asl di Latina. Lo ha confermato la stessa dottoressa Cavalli che ha disposto un secondo Audit, autonomo rispetto a quello della Regione con uno svolgimento di un paio di giorni al massimo Attraverso l’esame della cartella clinica della signora, un sopralluogo negli ambienti in cui la 68nne è rimasta per un’ora e mezzo e – se fosse necessario – il coinvolgimento del personale medico ed infermieristico che ha avuto in cura la vittima “saranno chiariti tutti i protocolli clinici adottati. Un fatto è certo – ha dichiarato la direttrice generale dell’Asl pontina – Siamo a totale disposizione dell’Autorità giudiziaria”.

Dopo il clamore suscitato dalla dolorosissima vicenda della signora Lucia, neanche i suoi più stretti familiari – i suoi due figli e il marito, F.D. V., l’autore dell’esposto inviato in Procura attraverso i Carabinieri – hanno deciso di commentare questa loro “via crucis”. Che la Procura debba contribuire a fare chiarezza lo ribadisce nell’intervista video allegata Angelo Novelli, responsabile legale della sede di Roma dello studio 3°-Valore spa”.

Ripercorre innanzitutto quanto si sarebbe verificato l’11 aprile 2022 quando alle 7.58 la signora Lucia, accusando un forte dolore toracico irradiato al braccio sinistro, si recava in ospedale a Formia accompagnata dal marito Francesco. Le venivano eseguiti esami ematochimici, un rx torace nonché un tampone naso-faringeo Covid-19 che dava esito positivo. Con la diagnosi di “dolore torace in Covid positiva” la signora Lucia venne dimessa a domicilio alle ore 09.27, con questa terapia farmacologica: “Fluimucil una cp pre 13 per 6 gg; Toradol gocce 10 gocce tre volte al giorno per 6 gg” ed indicazione ad isolamento fiduciario”.

Alla luce di quanto consigliato dai sanitari del Dono Svizzero, la coppia tornò a casa ma la donna accusò un malore perdendo i sensi. I sanitari del 118, che la rinvennero supina ed in assenza di respiro e battito, tentarono invano di rianimarla constatandone poi il decesso alle ore 11.31. Lo “Studio 3°” ha palato sinora di “una complessiva superficialità nell’accertamento delle condizioni cliniche della 68enne non opportunamente indagate, ed una totale trascuratezza nella gestione del caso abbia determinato il decesso della predetta, verificatosi a sole due ore dalla dimissione dal Presidio Ospedaliero”.

Secondo Novelli: “Emerge chiaramente la responsabilità di chi non ha posto in essere tutti gli accertamenti diagnostici previsti in casi di dolore toracico diffuso all’arto superiore sinistro, attribuendo invece tale sintomatologia all’infezione da virus Covid-19.”.

INTERVISTA Video Angelo Novelli, responsabile legale Lazio Studio 3°-Valore spa”