Formia / Accesso agli atti: è scontro sull’approvazione del nuovo regolamento “liberticida”

Attualità Formia

FORMIA – Prove tecniche di ….ricompattamento. Le stanno effettuando le minoranze, che sono tre se non quattro, uscite sconfitte dal voto amministrativo del 3 e 4 ottobre al comune di Formia. Se quanto è avvenuto nell’ultima ed quarta seduta della commissione Attività Produttive (che ha la delega agli Affari generali) convocata sempre per lo stesso argomento sia un prologo per dar vita ad un coordinamento unico che ribadire alla silenziosa maggioranza Taddeo che c’è anche un’opposizione nel rinnovato consiglio comunale lo si saprà probabilmente tra mercoledì e giovedì.

In quest’ultima giornata, alle 16, si svolgerà una seconda seduta consiliare nel giorno di tre giorni – un record !- per approvare un nuovo argomento che per la maggioranza di centro destra è “un’assoluta priorità politica”: quello per l’accesso agli atti dei consiglieri comunali. Tutti senza distinzione. Il giorno prima tornerà a riunirsi, invece, la commissione trasparenza e a relazionare su questo regolamento delle polemiche sarà la nuova segretaria generale del Comune di Formia Marina Saccoccia. A formalizzare la sua convocazione è stato il presidente della commissione trasparenza Amato La Mura subito dopo la seduta, la quarta come detto, della commissione Affari generali venerdì pomeriggio. L’alta dirigente di Ceccano, alla vigilia del consiglio comunale, dovrà scoprire le sue carte e dire urbi et orbi se questo nuovo regolamento, per le quali ha trascorso tante notti insonni il neo assessore alle attività produttive, l’avvocato Chiara Avallone, sia legittimo o meno.

Un fatto è certo. La presidente della commissione consiliare Valentina Di Russo, che ha avuto sinora la responsabilità politica di convocare un organismo su un problema di cui la città non avverte l’esigenza per la sua risoluzione, venerdì ha fatto fatica a circoscrivere il suo imbarazzo tra i silenzi della maggioranza e l’azione di forcing delle minoranze di fronte del testo e del contenuto di un regolamento che, se approvato, limiterebbe ( e di molto) l’attività istituzionale dei 24 consiglieri comunali democraticamente eletti . Il regolamento, che ricalca molto quello in uso al Comune di Gaeta, disciplina il diritto di accesso agli atti secondo quanto prescrive il secondo comma dell’articolo 43 del decreto legislativo 267/2000. Nella quarta seduta della commissione l’ex sindaco Paola Villa e i capigruppo del Pd, Luca Magliozzi, di “Guardare Oltre” Imma Arnone e di “Prima Formia”, Antonio Di Rocco, hanno chiesto con toni quasi univoci alla maggioranza di bloccare questo “scempio antidemocratico prima che questo regolamento davanti il Tar diventa carta straccia”.

Secondo l’assessore al ramo, Chiara Avallone, il testo regolamenta l’accesso agli atti secondo quanto prevede la riforma degli enti locali. Secondo le minoranze la violerebbe così come calpesterebbe una normativa precedente sulla trasparenza degli atti, la legge 241/1990 . Tutto sommato i primi otto articoli sono esplicativi relativamente ai principi del regolamento, alle finalità e all’ambito di applicazione del diritto di accesso, alla sua gratuità (e ci mancherebbe !), al segreto d’ufficio e all’esclusività dell’uso degli atti oggetto di una richiesta, al rispetto del diritto di riservatezza e della privacy.

I primi paletti sono contenuti all’articolo 7 del regolamento che, leggermente rivisto rispetto all’iniziale bozza, fissa una serie di limiti per garantire il diritto di accesso ai documenti amministrativi ma lo scoglio più insidioso è rappresentato dall’articolo che relativamente all’esercizio del diritto di accesso afferma chiaramente che deve effettuato “direttamente e personalmente dai consiglieri comunali”. Il consigliere non è tenuto a motivare la richiesta, né l’ Ente ha titolo per sindacare il rapporto tra la richiesta di accesso e l’esercizio del mandato. La richiesta di notizie e di informazioni può essere fatta verbalmente e senza alcuna formalità dal consigliere comunale interessato al Dirigente del Settore competente ovvero al dipendente indicato dal Dirigente al consigliere comunale ma per le minoranze un pugno nello stomaco è rappresentato dai due successivi commi.

Insomma la richiesta di visione ma anche di rilascio degli atti e documenti e delle loro copie , deve essere inviata all’ indirizzo istituzionale dell’ Ente di posta elettronica certificata (pec) non solo al dirigente del settore competente ma contestualmente anche al Sindaco, quale Titolare del trattamento dei dati personali. Nel caso in cui – è questo il principale ed illegittimo pomo della discordia – la richiesta di visione e di rilascio copie di atti e documenti non venga indirizzata contestualmente al Sindaco e al Dirigente del Settore competente, “la richiesta non potrà essere esaminata e i termini per il relativo esame previsti dall’ articolo 10 del presente regolamento restano sospesi fino a quando il consigliere comunale non provveda ad integrare la presentazione della richiesta”. Ma non è finita

La richiesta deve essere determinata e non generica e dovrà indicare gli estremi del documento ovvero gli elementi che ne consentano l’individuazione ed essere identificabile e rintracciabile con il numero di protocollo. In caso di richiesta irregolare o incompleta il Dirigente del Settore competente deve invitare entro 10 giorni, per iscritto, il richiedente a regolarizzarla e/o integrarla entro ulteriori 5 giorni. E poi la richiesta è inammissibile se formulata in modo generico o priva di dati identificativi del documento oggetto dell’accesso o priva degli elementi che consentano comunque di individuare l’atto in maniera univoca; se concerne intere categorie di atti (esempio tutte le ordinanze sindacali, tutti gli atti adottati successivamente ad una determinata data, etc).

Ma una vera museruola è costituto dall’articolo 10, quello che affronta l’esame temporale della richiesta di accesso. I tempi sono assai contestati perché un consigliere comunale di Formia, che secondo le minoranze erroneamente viene equiparato ad un cittadino comune, dovrà attendere tantissimo per vedersi esaudita la propria istanza. La richiesta d’accesso è esaminata dal Dirigente del Settore competente che provvederà a riscontrarla, salvo il consigliere comunale richiedente non rappresenti con la stessa una particolare e motivata urgenza, entro il termine di 15 giorni dalla data di presentazione. Questo termine può essere prorogato per esigenze organizzative o di carico di lavoro, fermo restando che la richiesta di accesso deve essere riscontrata entro 30 giorni dalla data di presentazione della stessa. Il procedimento di accesso si concluderà poi l’accoglimento della richiesta, il suo diniego e il differimento o la limitazione dell’accesso.

La bagarre è appena iniziata e l’ha evidenziato senza peli sulla lingua l’ex sindaco Paola Villa. In occasione del ballottaggio del 17 e 18 ottobre scorsi aveva lasciato libero il proprio elettorato ma, se è vero che molti una sua frangia ha sostenuto l’elezione del sindaco Gianluca Taddeo, ora esterna le prime forme di pentimento politico. Quello votato dall’ultima commissione Attività Produttive è stato un “regolamento avallato dall’assordante silenzio sia del segretario generale (non pervenuto) sia dei consiglieri di maggioranza che eseguono a comando ciò che fa più comodo al feudatario”.

“Si tratta di un regolamento liberticida e antidemocratico già visto in altre amministrazioni dove il feudalesimo – ha scritto testualmente il capogruppo di “Un’altra città” – offre lucine abbaglianti ai cittadini ma poi svende parcheggi pubblici ad “amici” e società private, non tutela acqua pubblica, spiagge libere e qualità del mare.  Il consiglio comunale convocato per giovedì 31 sarà chiamato a votare, la maggioranza lo voterà, ma il “metodo feudale o metodo Fazzone”  ha usato alzare la voce e lo scontro, perché al contrario degli altri comuni, Formia ha ancora persone pensanti dentro e fuori il consiglio comunale, pensanti e libere che non saranno certo fermate o silenziate dai metodi feudali e dal Feudatario di turno”.

Parole pesantissime come macigni cui si è affiancata la sempre istituzionale capogruppo di “Guardare Oltre” Imma Arnone: “Il 7 febbraio scorso avevo inviato alla commissione accesso ai documenti amministrativi della Presidenza del Consiglio dei ministri, il regolamento approntato dall’assessore Avallone per un parere, motivando le mie perplessità. Venerdì, dopo l’ennesima commissione, abbiamo assistito ad una pagina davvero brutta dal punto di vista del rispetto della democrazia e direi anche umano. Con arroganza è stata portata avanti e permessa la votazione , nonostante avessi chiesto uno spostamento di qualche giorno. Il 6 aprile prossimo è previsto il parere della commissione. Ho proposto inutilmente si rinviare l’approvazione di questo regolamento al successivo consiglio. Ma non riusciamo a capire – ha aggiunto la consigliera Arnone- la necessità di questa ‘grande priorità’ rispetto a cose decisamente più importanti per la nostra città. Ci sono passaggi raccapriccianti in questo regolamento, in modo particolare il passaggio che la richiesta debba passare per il Sindaco quando il massimo responsabile degli atti amministrativi è il segretario generale. Addirittura se non si formalizza questo passaggio si vieta il rilascio della documentazione…Cose da pazzi! La maggioranza Taddeo ha illustrato la necessità di questo regolamento per evitare che gli uffici del comune di Formia perdano tempo nell’esaudire le richieste di accesso agli atti che – va rimarcato – dall’inizio della consiliatura sono state soltanto un paio. Di certo questo regolamento paradossalmente non impedirà ai consiglieri comunali di “entrare e uscire” dagli uffici, seguendo altre vie e non quelle contemplate dal Diritto Amministrativo”.

Intanto il capogruppo leghista di “Prima Formia”, Antonio Di Rocco, affronta, come sempre, la problematica con un maggiore spessore politico: “Per noi le priorità della nostra città sono sicuramente altre… Ci è stato spiegato che gli uffici non lavorano per i troppi accessi dei consiglieri (da iniziò legislatura non più di 5), crediamo invece che bisogna avere più rispetto dei nostri uffici da tempo ridotti all’osso! La commissione Attività Produttive – ha osservato Di Rocco – dovrebbe trattare delle problematiche delle attività economiche soprattutto con un estate alle porte e la mannaia della fine dello stato di emergenza che, dal 1 aprile, non offrirà più la possibilità di avere tavoli e sedie gratuitamente all’aperto. Abbiamo chiesto da mesi la convocazione di una commissione attività produttive per dare una mano a queste attività ma come ben specificato venerdì scorso per l’amministrazione Taddeo la priorità è questo… regolamento. Attendiamo fiduciosi l’intervento della segretaria generale Saccoccia per capire se per Legge (come detto dall’assessore Avallone) l’accesso agli atti dei consiglieri deve essere fatto anche al Sindaco pro tempore. Ribadiamo fortemente che – ha concluso il capogruppo di “Prima Formia” Di Rocco – le priorità della nostra città sono ben altre!”.