FORMIA – Due mesi e mezzo. Dopo questo lasso di tempo la Procura della Repubblica di Cassino ha disposto la restituzione del telefonino sequestrato la mattina del 18 ottobre al presidente della sezione numero 20 presso la quale era in corso il turno di ballottaggio delle elezioni amministrative del comune di Formia. Un analogo provvedimento è stato firmato dal magistrato titolare del fascicolo, il sostituto procuratore Roberto Nomi Bulgarini, nei confronti di un cittadino che, anch’egli indagato per la presunta violazione della normativa elettorale, sarebbe stato sorpreso da un’agente del commissariato di Polizia in servizio presso il plesso della scuola elementare nel quartiere di San Giulio mentre avrebbe ceduto al presidente di seggio esclusivamente la tessera elettorale del padre per verificare se il fratello, con il quale non intrattiene da anni rapporti, avesse deciso di far votare in quella sezione il proprio congiunto.
Anche nei confronti di questo cittadino è stata disposta la restituzione del proprio telefonino e la circostanza è stata confermata dal legale che lo assiste unitamente al presidente del seggio numero 20, l’avvocato Vincenzo Macari. Le indagini della Procura della Repubblica di Cassino sono giunte al capolinea? E’ imminente un decreto di archiviazione per i due indagati o, nella peggiore delle ipotesi, una conclusione delle indagini preliminari propedeutica ad una diretta citazione a giudizio per i due?
A questo interrogativo vogliono dare una risposta la politica formiana e, ancor prima, l’avvocato Macari. E le ragioni sono numerose e profonde. Il presidente del seggio numero 20 era stato sospeso cautelativamente dal commissario Prefettizio del comune di Formia Silvana Tizzano perché accusato di favorire brogli elettorali semplicemente perché il cittadino che gli aveva consegnato la tessera elettorale dell’anziano genitore non era altro che il padre di una candidata al consiglio comunale facente parte dello schieramento che aveva candidato a sindaco l’infettivologo Amato La Mura. In effetti a chiedere la sua autosospensione dall’incarico e a mettere a disposizione degli inquirenti il suo telefonino era stato proprio il presidente del seggio numero 20 per confermare una settimana dopo al sostitututo procuraratore Nomi Bulgarini quanto aveva detto nell’immediatezza agli agenti del commissariato di Polizia: “Fu semplicemente un equivoco creato ad arte. Nella rubrica del mio telefonino non c’è mai stato il nome del signore che mi ha consegnato la tessera elettorale del familiare e tantomeno non ho ricevuto e fatto allo stesso alcuna telefonata. Basta verificarlo”.
La consegna dei due apparecchi ha concluso pertanto questa attività investigativa di verifica, preceduta da un’altra circostanza che il presidente del seggio numero 20 ha messo a verbale al magistrato della Procura della Procura di Cassino: “Sono stato accusato di aver ricevuto quella tessera elettorale perché avrei dovuto facilitare l’accesso al voto del papà anziano del cittadino che mi chiese di verificare semplicemente se il familiare avesse o meno votato presso il seggio numero 20. Niente di più falso e l’ho anche dimostrato. Quel cittadino a San Giulio non avrebbe potuto mai votare semplicemente perché era iscritto presso la sezione numero 30 del plesso elementare Edmondo De Amicis nel quartiere di Mola. Personalmente questa vicenda mi ha creato diversi problemi e danni, di ogni natura, e attendo fiducioso che la Procura di Cassino archivi al più presto questo procedimento dopodiché fornirò all’opinione pubblica la mia verità”.
Quanto verificatosi poco prima delle ore 10 del 18 ottobre 2021 presso la sezione elettorale numero 20 interessa, in effetti, tutta la politica formiana. Lo si evince dal ricorso al Tar che, sottoscritto dall’avvocato Evaristo Maria Fabrizio per conto del candidato a sindaco sconfitto Amato La Mura e da altri otto tra candidati e dirigenti della sua coalizione elettorale, propone la ripetizione del turno di ballottaggio in almeno 18 delle 30 sezioni elettorali del comune di Formia per alcune irregolarità procedimentali e procedurali che sarebbero state commesse in occasione del secondo turno delle amministrastive il 17 ed il 18 ottobre scorsi. Quella più grave ha avuto per scenario proprio il seggio numero 20 dove la sospensione del suo presidente sarebbe stata utilizzata dagli avversari di La Mura per attuare un processo di denigrazione a tutti gli effetti.
Nel ricorso al Tar, che sarà discusso il 9 febbraio, viene evidenziato come l’”inequivocabile” trend elettorale a favore del candidato La Mura, capace di annullare a Taddeo gli oltre 1800 voti di svantaggio rispetto al primo turno, avrebbe avuto una genesi ben definita: il seggio numero 20.Sui social l’autosospensione del presidente della sezione numero 20 venne veicolata diversamente e, cioè, con l’arresto- naturalmente non veritiero – per brogli elettorali del candidato sindaco in rimonta e del capogruppo consiliare della forza politica elettoralmente più rappresentativa della sua coalizione, Antonio Di Rocco.
Insomma sarebbe stata compiuta un’altra violazione di legge: il mancato rispetto del silenzio elettorale per mutare in corsa quanto stavano decidendo nelle urne i cittadini. Di certo le operazioni elettorali presso il seggio numero 20 si fermarono a lungo e molti cittadini per quella tessera elettorale consegnata andarono via…. E probabilmente chi rimase cambiò idea. Erano le 10 del mattino e i seggi chiusero i battenti alle 15. Cinque ore al termine delle quali il candidato sindaco Gianluca Taddeo vinse le elezioni per soli 35 voti.