Frosinone / Delitto Gabriel Feroleto, il processo d’appello per Donatella Di Bona

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FROSINONE –  Il pomeriggio del 17 aprile 2019 Donatella Di Bona non era capace di intendere e di volere quando avrebbe soffocato mortalmente  il suo primogenito Gabriel nelle compagne della Volla a Piedimonte San  Germano.  Il piccolo, di soli 28 mesi, non morì per lo strangolamento subito ma per aver ingoiato un conato  del suo vomito provocato dal pianto a dirotto.  La difesa  della giovane di 29 anni, rappresentata dagli avvocati  Lorenzo Prospero e  Chiara Cucchi, ha subito mostrato le sue carte nell’udienza inaugurale del processo di secondo grado che si sta celebrando davanti la seconda sezione della corte d’assise d’appello di Roma.

È  stata  avanzata la richiesta  di disporre una nuova perizia psichiatra sul conto di Donatella  ma anche una nuova  perizia medico legale per stabilire la causa effettiva del decesso di Gabriel. Si tratta dunque di una duplice istanza che il Gip del tribunale di Cassino Domenico Di Croce non aveva accolto completamente quando, al termine del rito abbreviato condizionato, aveva condannato la Di Bona a 30 anni di reclusione. I giudici d’appello scioglieranno le loro riserve il 10 gennaio 2022 quando riprenderà il processo. In attesa hanno già  acquisito nel fascicolo del processo di secondo grado alcuni verbali del dibattimento del processo  di primo grado al termine del quale il compagno di Donatella, il muratore di Villa santa Lucia Nicola Feroleto venne condannato all ‘ergastolo per la morte di Gabriel, pena, quest’ultima, ridotta definitivamente a 24 anni di carcere in appello grazie ad un concordato tra difesa e pubblica accusa. Intanto il procuratore generale Antonio Di Bona, al termine della sua requisitoria, ha chiesto gia la conferma della sentenza a 30 anni di reclusione per Donatella, accusata di aver soffocato il bambino al termine  di un raptus di rabbia insofferente al pianto  di Gabriel durante un momento di intimità con Nicola. Intanto gli avvocati  Alberto Scerbo e Giancarlo Corsetti, legali di Rocca Di  Branco e Luciano Di Bona, rispettivamente madre e fratello minore di Donatella, hanno fatto sapere di attendere la decisione della corte d’assise d’appello confidando  nell’operato della magistratura “come ha sempre fatto in questi anni”. A loro dire “Gabriel merita giustizia “.

Se Donatella dovrà attendere 40 giorni per conoscere il suo destino processuale, per il suo compagno Salvatore Feroleto la condanna a 24 anni di carcere può definirsi definitiva. L’uomo aveva ottenuto dalla stessa Corte d’Assise d’appello l’annullamento della condanna di primo grado all’ergastolo emessa dalla Corte d’Assise del Tribunale di Cassino il Cassino il 20 novembre 2020. I giudici di secondo grado avevano avallato l’accordo a tre, tra difesa, il sostituto Roberto Nomi Bulgarini della Procura di Cassino e la Procura generale, per derubricare l’ipotesi accusatoria iniziale, omicidio aggravato, in omicidio semplice la cui pena massima è di 24 anni. La Corte d’assise di appello ha  inoltre riconosciuto a Nicola Feroleto le attenuanti che gli erano state negate al termine del processo celebrato a Cassino e,cioè, di non aver ucciso materialmente Gabriel che aveva avuto da una relazione extraconiugale con Donatella, di aver vissuto in un ambiente socialmente degradato e di possedere una scarsa scolarizzazione.

I legali di parte civile, gli avvocati Alberto Scerbo e Giancarlo Corsetti avevano evidenziato, invece, come Feroleto, dopo aver rilasciato in questi due anni circa dodici dichiarazioni diverse tra loro, abbia ammesso le sue responsabilità nel delitto, nel senso di non aver fatto quanto necessario per salvare la vita di Gabriel dopo che Donatella l’aveva soffocato perché insofferente al pianto del bambino mentre i due amanti si erano appartati. “E’un rimorso che mi porterò dietro per tutta la vita” ha detto il muratore di Villa Santa Lucia.