Sperlonga / “Ricordare il futuro. Per una storia non epurata della Shoah”, l’ultimo libro di Nicola Reale

Cultura Sperlonga

SPERLONGA – Sta facendo discutere – com’era ampiamente previsto – il contenuto dell’ultima fatica letteraria di Nicola Reale, storico punto di riferimento della politica Sperlongana, intellettuale fine che si divide in altri due centri in cui vive, Gaeta, ed Alvito, in provincia di Frosinone, dove trascorre molti periodi dell’anno. Nel suo buen ritiro ciociaro ha scritto gran parte di “Ricordare il futuro”, appena pubblicato da Edizioni DeComporre.

Nicola Reale ci conferma la sua fama di “personaggio scomodo”, per il coraggio di dire cose urticanti e di portare in luce fatti poco noti. Non a caso il suo ultimo libro si presenta con il sottotitolo: “Per una storia non epurata della Shoah”. Il saggio è diretto principalmente ai giovani, agli insegnanti, agli educatori – ha dichiarato Nicola Reale, che precisa: “Il contributo che spero di dare con questo mio lavoro è quello di estrarre la Shoah dall’involucro ibernante fatto di luoghi comuni e conoscenze superficiali e ampliare lo sguardo su omissioni, disinteresse, egoismi, responsabilità e colpe delle potenze occidentali (Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia) che non seppero comprendere o preferirono ignorare i numerosi segnali che annunciavano quella immane tragedia. I rapporti scabrosi tra Chiesa e nazismo o i silenzi della Croce Rossa Internazionale sull’esistenza dei campi di sterminio o l’appoggio dato dagli stessi ebrei al nascente fascismo italiano non hanno mai trovato spazio nei libri scolastici, offrendo una visione deformata degli eventi e favorendo, nel tempo, il sorgere di un revisionismo d’accatto o addirittura di un insopportabile negazionismo storico. La cecità politica dei potenti dell’Occidente e l’opportunistica indifferenza di chi sapeva e avrebbe potuto intervenire in tempo, almeno per limitare le dimensioni dello sterminio, sono colpe inemendabili che la storia scritta dai vincitori ha nascosto e continua a nascondere. Così come la barbarie del nazismo nel realizzare la “soluzione finale” non fu solo nell’uccisione di tanti nei forni crematori. Stragi di inimmaginabile crudeltà e con centinaia di migliaia di vittime innocenti furono compiute dai nazisti nei paesi dell’Europa dell’Est, nell’indifferenza di tutti e spesso con l’attiva partecipazione delle popolazioni locali».

Reale poi spiega in che modo storia, filosofia, sociologia e teologia confluiscano nel tessere la relazione tra passato e presente: “Con un linguaggio non specialistico, ho cercato di dimostrare come il passato sia la sostanza di cui è composto il nostro presente. Per interpretare le vicende della nostra attualità dobbiamo aver chiaro come tutta l’impalcatura culturale sviluppatasi in duemila anni di storia abbia fallito perché ha consentito di creare i presupposti teorici che hanno dato vita all’apocalisse del nazismo. In tal senso ricordare il passato significa ricordare le nostre responsabilità nella costruzione del futuro. Conoscere il passato può assumere il significato di una ribellione, di una resistenza contro un presente che, attraverso l’oblio del passato, rende tutti più fragili perché inconsapevoli. Ricordare è porre noi stessi nelle condizioni di riconoscere i pericoli ovunque si annuncino e con qualsiasi volto si presentino”.

Il saggio di Nicola Reale (che riproduce in copertina un’opera dell’artista italo-israeliana Sabina Schkolnik, autrice anche di un “Prologo” al testo), benché appena pubblicato, sta suscitando interesse anche in Israele, dove chi ha letto in anticipo il manoscritto ritiene che si tratti di un testo che tutti dovrebbero leggere, al punto che già si pensa di tradurlo in ebraico e in inglese. “Non sono uno storico – conclude Nicola Reale – sono solo uno che racconta la Storia, sforzandomi di riallacciare i fili di una trama per restituire al lettore il significato pieno degli eventi”. Evidentemente la narrazione di Reale riesce ad avvincere i lettori, se già nel 2017 il suo primo libro “Come fusceli nel vento”, che racconta la distruzione di Gaeta nel periodo bellico, esaurì due edizioni in poco meno di tre mesi. E non sarà un caso che “Il Varco”, un suo racconto ambientato nella Roma del 1944 abbia vinto il Premio Nazionale Dragut 2020.

Le librerie, o direttamente i lettori, possono richiedere il libro a: redazione.decomporre@tiscali.it
A partire dai prossimi giorni sarà possibile acquistare il libro anche sui tradizionali siti Internet.