Inchiesta “Ricetta Express”, gli indagati si difendono davanti al gip: “Fatti diversi dalle accuse”

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SUD PONTINO – Davanti il Gip del Tribunale di Cassino Vittoria Sodani hanno chiarito non pochi aspetti dell’intera vicenda le quattro persone coinvolte la scorsa settimana, a vario titolo, nell’operazione “Ricetta Express”. La particolare e laboriosa inchiesta dei Carabinieri dei Nas di Latina era culminata con la notifica di due ordinanze di custodia cautelare ai domiciliari nei confronti di un medico 61enne in servizio presso il pronto soccorso dell’ospedale “Dono Svizzero” di Formia e di un tossicodipendente di 37 anni, di un provvedimento di sospensione dal servizio per un anno nei confronti di un farmacista di Minturno di 52 anni e di tre decreti di sequestro, ai fini della confisca, ai danni anche di una donna malata di cancro di 62 anni di Formia.

Arrestati con le ipotesi di reato di corruzione, peculato, falso in certificazioni mediche, truffa ai danni del servizio sanitario nazionale e detenzione illecita e spaccio di farmaci contenenti sostanze stupefacenti, il medico ed il tossicodipendente, difesi dagli avvocati Pasquale Cardillo Cupo, Domenico Di Tano e Ciro Balbo, hanno ribadito al Gip Sodani come l’impianto accusatorio formulato dal Sostituto procuratore Beatrice Siravo abbia una “connotazione giuridica diversa al reale svolgimento dei fatti”. Il medico, accusato di aver percepito dal 2016 al 2019 somme di danaro per ogni fiala di morfina ceduta al 37enne e di aver prescritto ad una signora oncologica di Formia 1600 confezioni di uno spray nasale analgesico contenente una sostanza inclusa nella tabella degli stupefacenti, ha difeso la sua condotta chiarendo come la sua disponibilità andasse sempre nella direzione di sostenere ed aiutare sempre i pazienti in difficoltà.

Il farmacista di Minturno, difeso dagli avvocati Edoardo Fascione e Massimiliano Lisi, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Il collegio difensivo ha preannunciato, a tal riguardo, la presentazione di due tipi di ricorso in favore del farmacista: il primo, al Tribunale del Riesame di Roma, avverso l’ordinanza applicativa della misura cautelare dell’interdizione dallo svolgimento della professione di farmacista per la durata di mesi 12 e, il secondo, al il Tribunale di Frosinone avverso il decreto con il quale è stato disposto – e già eseguito – il sequestro preventivo, ai fini della confisca, dei beni del farmacista, fino alla concorrenza della somma pari a 235.982,04 euro.