Frosinone / Delitto di Emanuele Morganti: per il procuratore generale fu omicidio volontario

Cronaca Frosinone

FROSINONE – Quello di Emanuele Morganti fu un delitto voluto, per di più con le aggravanti dei futili motivi. Altro che omicidio preterintenzionale. E’ stata più dura del previsto la requisitoria del Procuratore generale Claudio Mattioli nel corso del processo, che si sta celebrando davanti la Corte d’Assise di appello di Roma, per la morte di Emanuele Morganti, il giovane di 20 anni di Tecchiena massacrato di botte ad Alatri nella notte tra il 24 ed il 25 marzo 2017 davanti il pub “Mirò” in pieno centro.

Dopo il ricorso della Procura di Frosinone, il pg Mattioli , riqualificando il reato, ha usato il pugno duro nei confronti dei quattro imputati – Michel Fortuna, Paolo Palmisani e Mario e Franco Castagnacci, rispettivamente padre e figlio- perché vengano condannati con le stesse pene sollecitate dall’ex Procuratore capo di Frosinone Giuseppe De Falco e dal sostituto procuratore Vittorio Misiti nel corso del processo di primo grado. E cioè l’ergastolo per Michel Fortuna, 28 anni per Mario Castagnacci, 26 per Paolo Palmisani e 24 anni di reclusione per Franco Castagnacci, l’unico che – come si ricorderà – venne assolto dalla Corte d’Assise del Tribunale di Frosinone a differenza degli altri tre che vennero condannati a 16 anni di carcere con l’accusa di omicidio preterintenzionale.

La lunga requisitoria del Pg Mattioli ha monopolizzato la gran parte dell’udienza del processo d’appello per la morte di Emanuele e ha basato le sue richieste, soprattutto la riqualificazione del reato di omicidio preterintenzionale in omicidio volontario alla luce degli elementi nuovi emersi – ha detto il rappresentante della pubblica accusa – dalla rinnovazione dell’istruttoria dibattimentale sollecitata dalla Procura di Frosinone per il solo Franco Castagnacci. Il suo legale difensore, l’avvocato Marilena Colagiacomo, presentando una lunga ed articolata memoria scritta, ha chiesto invece la conferma dell’assoluzione dell’uomo perché – a suo dire – dal processo di secondo grado non sono emersi indizi di colpevolezza nei suoi riguardi, nonostante fossero stati ascoltati alcuni testi citati dalla Procura.

Un’analoga richiesta l’ha formalizzata l’avvocato Tony Ceccarelli per Mario Castagnacci mentre la parte civile, rappresentata dall’avvocato Enrico Pavia, ha espresso una parziale soddisfazione per la richiesta della Procura generale che ha sollecitato un inasprimento delle eventuale condanne d’appello. La sentenza da parte del presidente Calabria è attesa nell’udienza in programma giovedì. Sarà preceduta dalle arringhe dagli avvocati Giosuè Bruno Naso, Christian Alviani, Angelo Bucci e Massimiliano Carbone, legali difensori di Michel Fortuna e Paolo Palmisani.