Donna rinvenuta nel fiume Garigliano: si indaga anche per omicidio

Caserta Cronaca Minturno

SESSA AURUNCA – Omicidio. E’ la nuova ipotesi investigativa che stanno valutando i Carabinieri della Compagnia di Sessa Aurunca in ordine al ritrovamento giovedì scorso del corpo di una donna, di apparente età di 30-35 anni, nel tratto terminale del fiume Garigliano, nel territorio di Sessa Aurunca. L’esame autoptico, disposto dal magistrato titolare delle indagini, il sostituto procuratore della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere Gerardina Cozzolino ed eseguito presso l’istituto di medicina legale di Caserta, non ha affatto sciolto le numerose riserve che circondano il misterioso e macabro rinvenimento.

I consulenti nominati dalla Procura Sammaritana hanno chiesto di avere dieci giorni di tempo per effettuare mirati esami istologici e di laboratorio per capire la causa del decesso della donna, di carnagione bianca e alta poco più di un metro e sessanta centimetri. I Carabinieri della Compagnia di Sessa Aurunca, diretti dal maggiore Giuseppe Fedele, hanno avuto dall’esame autoptico un primo riscontro. La donna, dal cui abbigliamento non sembra essere stata una prostituta, non aspettava un bambino. Si trovava in acqua soltanto da diversi giorni, una situazione che le ha provocato, oltre ai sintomi dell’annegamento, anche il conseguente aumento volumetrico della gabbia toracica.

Il supplemento dell’esame autoptico è stato chiesto soprattutto per appurare la presenza di tracce sul cadavere che potessero giustificare la morte violenta della poveretta che, al momento, resta senza un nome. Quando lo avrà sarà tutto più facile per gli inquirenti che – ha aggiunto il Maggiore Fedele – sta monitorando l’elenco delle persone scomparse di quattro province: Caserta, Latina, Napoli e anche Frosinone. Ma gli accertamenti già compiuti non hanno nulla a che fare con una donna rinvenuta impigliata tra alcuni arbusti lungo la riva sinistra del Garigliano.

Per cercare di dare un nome ed un cognome a questo corpo i carabinieri hanno fornito foto con gli indumenti indossati dalla donna con l’auspicio che qualcuno li riconoscesse e si facesse avanti per identificarla. Ma così non è stato.

Saverio Forte