Gaeta / Ex Avir, arriva un nuovo sequestro [VIDEO]

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GAETA – La fretta fa partorire i gattini ciechi. Dell’attualità di questa antica ed insuperabile massima popolare se ne è accorto il sindaco di Gaeta Cosmo Mitrano quando ha saputo sabato mattina che un altissimo e fidato ufficiale del comando provinciale dei Carabinieri Forestali stava arrivando in città per apporre materialmente i sigilli all’area e all’ex vetreria Avir. Che lo stabilimento di Serapo, che nel corso del novecento ha incarnato lo sterile sogno industriale di Gaeta, debba rimanere sotto chiave (almeno per il momento) lo aveva deciso il Tribunale di Latina il 19 luglio scorso. Aveva accolto una precisa richiesta di sequestro avanzata, a sorpresa, dal sostituto Procuratore Giuseppe Miliano secondo il quale il sito non può ancora riaprire i battenti perché, alle prese con l’ipotesi accusatoria e processuale di lottizzazione abusiva, deve diventare ora oggetto di confisca e, dunque, finire nel patrimonio immobiliare dello Stato e, probabilmente, dello stesso comune di Gaeta.

Il giudice del Tribunale di Latina Sergio Nicolucci aveva convalidato la richiesta di sequestro che, avanzata dal Pm Miliano, seguiva soltanto di tre mesi il provvedimento della sezione per il Riesame dello stesso Tribunale di Latina (presidente Gian Luca Soana, a latere Simona Sergio ed Enrica Villani) che, invece, aveva accolto un mirato ricorso degli avvocati Luca Scipione e Mario Pellegrino per conto della società proprietaria dell’ex vetreria, la Gaim srl. Soltanto a maggio il Riesame, dunque, aveva ordinato la revoca del sequestro dell’ex sito industriale di Serapo operato, con l’ipotesi di reato di lottizzazione abusiva, il lontano 14 luglio 2011 dai Carabinieri e del Nipaf dell’allora Guardia Forestale su mandato dell’allora Gip del Tribunale di Latina Costantino De Robbio. Le violazioni riscontrate furono essenzialmente due, quelle del Dpr 380/2001 e della legge regionale 34 del 1974. I sigilli erano stati revocati dai giudici del Riesame che, a fronte della richiesta della Procura di Latina di confermare il mantenimento del sequestro, non hanno dovuto fare altro che prendere atto di un’importante sentenza del 16 gennaio scorso della Cassazione. La suprema Corte era arrivata ad una conclusione: il sequestro richiesto otto anni fa dal sostituto procuratore Giuseppe Miliano fu di tipo “impeditivo” e non finalizzato ad ottenere la confisca dell’immobile e della sua superfice, quasi 26mila metri, al patrimonio dello Stato.

I sigilli apposti dai Carabinieri Forestali da parte dell’ufficiale dei Carabinieri Forestali – peraltro uno storico collaboratore del Pm Miliano – qualche motivo di scontro l’avrebbe creato con il comune di Gaeta, soprattutto ad agosto, considerato un mese “silente” sul piano prettamente giudiziario. Bisognava nominare un custode giudiziale ed il tribunale di Latina avrebbe voluto trovarlo all’interno del comune di Gaeta. Le indiscrezioni a tal riguardo non mancano ed una “non disponiblità” a rivestire questo ruolo formale avrebbe indispettito non poco gli ambienti giudiziaria di piazzale Buozzi. Ecco la principale ragione, nonostante il periodo feriale di mezzo, che ha provocato uno slittamento di quasi due mesi per l’apposizione dei sigilli. Non trovando nessuno del comune di Gaeta ad essere investito della mansione di custode giudiziale, il Tribunale è stato costretto a nominare Raffaele Di Tella, uno dei titolari delle società che avanzano pretese sullo stabile.

Questo incarico potrebbe non dire niente ma così non è. Ed un motivo (paradossalmente parlando) c’è. Soltanto il 6 agosto scorso, 18 giorni dopo il nuovo sequestro cautelativo dell’ex Avir, con diverse sentenze il Consiglio di Stato che, contrariamente a quanto stabilito dal Tar nel 2014, aveva attribuito al comune di Gaeta la proprietà dell’area di quasi 26mila metri quadrati e dell’ex stabilimento industriale solo perché c’era il rischio che venisse attuato un insediamento lottizzatorio di tipo privato. Il sindaco di Gaeta Mitrano sapeva che i Carabinieri Forestali un giorno, prima o poi, sarebbero venuti ad apporre i sigilli fortemente voluti dal Pm Miliano, il magistrato di punta da anni della Procura di Latina in tema di reati contro il territorio e l’ambiente. Da questo momento ogni illazione poggerebbe su fattori concreti. Il 5 settembre – quando la politica a Gaeta era ancora ufficialmente in vacanza – il presidente del consiglio comunale, Pina Rosato del Pd, firmava la convocazione del massimo consesso cittadino con un solo punto all’ordine del giorno: l’avvio dell’iter per l’adozione in variante al piano regolatore generale del progetto preliminare per il recupero, sistemazione e valorizzazione dell’area dell’ex vetreria Avir. Questa fretta ha creato non pochi motivi di imbarazzo nella maggioranza e nella sempre più silenziosa minoranza ma il sindaco Mitrano rassicurava tutti. Lo faceva nell’intervista video allegata in cui, sprizzando oltremodo gioia da tutti i pori, spiegava perché aveva chiesto ed ottenuto la convocazione del consiglio comunale in 24 ore perché… un timore ancora lo nutre. Hanno preannunciato, infatti, ricorso in Cassazione i proprietari dell’area – in testa la società Gaim – ai quali il 6 agosto scorso (come detto) ha dato torto, con diverse sentenze, il Consiglio di Stato che, contrariamente a quanto stabilito dal Tar nel 2014, ha attribuito al comune di Gaeta la proprietà dell’area e dell’ex stabilimento industriale solo perché c’era il rischio che venisse attuato un insediamento lottizzatorio di tipo privato. Ma c’è di più .

Il comune con l’avvio dell’iter della variante al Prg ha voluto mettere in sicurezza il progetto che prevede la realizzazione di un auditorium, di un ostello della gioventù per incentivare il turismo giovanile, spazi polifunzionali, parcheggi interrati, verde pubblico attrezzato, percorsi olfattivi, con un bassissimo impatto edilizio, percorsi pedonali e piste ciclabili, una dimora per gli artisti e, soprattutto, di Museo dedicato ai Maestri vetrai. E se la stessa amministrazione comunale ha avuto fretta a convocare il consiglio comunale per il 7 settembre per approvare il progetto per il riordino dell’ex Avir prima che arrivassero i Carabinieri Forestali? E’ un interrogativo che campeggia in queste ore su un presupposto oggettivamente inconfutabile: avviare l’iter per l’adozione di una variante al Prg sarebbe stato poco opportuno ed elegante sul piano amministrativo con un sequestro penale già formalizzato e notificato . Il sindaco Cosmo Mitrano aveva promesso che quel progetto sarà rispettato asserendo al tempo stesso che “non siamo mai scesi a patti, non ci siamo piegati ai poteri forti”. Ora, dopo questo sequestro, però, resta in silenzio, dicendo soltanto di voler avere più chiara la situazione. Nel frattempo gongola Nicola Martino, storico socio Gaim ed ex proprietario della vetreria, che definisce “un furto di Stato ai danni di tre società private” le varie sentenze del Consiglio di Stato. Certo, ora la partita sembra riaperta e dopo dieci anni ancora non si vede la soluzione.
Saverio Forte

INTERVISTA Cosmo Mitrano, sindaco di Gaeta