Sperlonga / Caso inquinamento Legambiente, Cusani beve l’acqua e si immerge in mare

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SPERLONGA – Quel report di Legambiente è stato troppo indigesto per il sindaco di Sperlonga e due volte presidente della Provincia di Latina Armando Cusani, di più – hanno affermato i solitamente ben informati – di qualche avviso di garanzia recapitatogli nel recente passato dai pm della Procura della Repubblica di Latina. Il primo cittadino di uno dei “borghi più belli” d’Italia giovedì sera era decisamente demoralizzato quando gli è stata portata in visione copia del monitoraggio effettuato dalla Legambiente che nell’ambito della storica ed annuale campagna di Goletta Verde ha verificato la qualità del mare lungo il litorale del Lazio.

Il sindaco di Sperlonga non ha voluto credere ai suoi occhi quando ha saputo che degli undici punti monitorati in provincia di Latina dagli ambientalisti di Legambiente uno è stato scelto sul territorio del suo comune, sulla spiaggia di Via Cristoforo Colombo, all’altezza dell’incrocio di via Andrea Doria, nella parte bassa del paese. Goletta Verde l’aveva definito “fortemente inquinato” e questa per l’ex sindaco di Forza Italia è stata una macchia dura da accettare, quasi un affronto alla sua persona, per di più nel ‘cuore’ della stagione estiva e turistica quando il borgo saraceno non ha un metro quadrato libero per ospitare chicchessia. E così che l’ex potente presidente della Provincia di Latina ha voluto operare una potente ed incisiva azione di comunicazione di cui non si avevano tracce da quando, nel gennaio 2017, è stato coinvolto nella delicata inchiesta giudiziaria “Tiberio “ sul rapporto tra la politica e la gestione degli appalti.

Cusani con sorta di fatwa nei confronti della Legambiente attraverso un post pubblicato sulla pagina istituzionale del comune di Sperlonga su facebook ha voluto lanciare un segnale politicamente rilevante: “E possibile che sulla scorta di un prelievo effettuato in seguito ad una segnalazione avuta attraverso il numero verde, Legambiente bolla quello di Sperlonga come uno tra i mari più inquinati del Lazio? Si tratta di un annuncio che smentiamo categoricamente. Le autorità competenti in materia di monitoraggio delle acque, Arpa Lazio e Acqualatina, infatti, non ci hanno segnalato alcun problema e attendiamo di ricevere ufficialmente i dati da Goletta Verde di Legambiente. Le attività di analisi, sostenute volontariamente dal Comune di Sperlonga, ed effettuate due volte al mese da Arpa Lazio, non hanno prodotto alcun segnale negativo in quella zona”. E poi Cusani si è posto un’altra domanda dandosi anche la relativa risposta: “Qualora i valori fossero risultati “fortemente inquinanti” il Sindaco avrebbe avuto l’obbligo di emettere un’ordinanza immediata di divieto di balneazione. Così non è stato poiché i risultati di quei prelievi sono stati impeccabili.”. Il comune di Sperlonga è corso subito ai ripari per “tranquillizzare i bagnanti” e ha richiesto ulteriori prelievi effettuati nella giornata di venerdì invitando Legambiente ad abbandonare “inutili e dannose attività di “terrorismo mediatico”.

I cittadini su questa presa di posizione si sono divisi. Se per qualcuno “si tratta davvero di terrorismo mediatico. Se a qualcuno non piace il mare di Sperlonga, è libero di andare altrove”, un’altra cittadina ha dato ragione a Legambiente: “L’anno scorso io ero a Lagolungo quando per due giorni l’acqua è diventata marrone qualcosa era successo alle condutture anche li nessuna ordinanza…..”. La notte dovrebbe essere stata davvero insonne per il sindaco di Sperlonga. Di buon mattino ha chiesto ed ottenuto di essere accompagnato dall’assessore più fedele che tutti i sindaci vorrebbero avere al loro fianco, il delegato all’ambiente – ma con un cuore a sinistra – Stefano D’Arcangelo. Si sono recati sul luogo “fortemente inquinato” censito nella sua black list da Legambiente, la spiaggia di Via Cristoforo Colombo, all’altezza dell’incrocio di via Andrea Doria. Qui Cusani, la cui magrezza fisica farebbe invidia a tanti che litigano con la bilancia, ha vestito in pochi minuti i panni di Umberto Bossi sul Monvisio a raccogliere con un’ampolla d’acqua che dà origine al “grande fiume Po” e del padre della rivoluzione cinese Mao Tse Tung.

Nella prima scena il sindaco sul punto bollato tra i “più inquinati del Lazio” da Goletta Verde si è proposto come “provetta umana” sorseggiando quanto – secondo Legambiente – sarebbe uno scarico fognario . Poi, sempre accompagnato dal “fido” D’Arcangelo, ha fatto un bagno nel mare antistante e molti hanno rispolverato il dispaccio del 16 giugno 1966 dell’agenzia Nuova Cina: ““Faceva il morto”. Il riferimento era andato a Mao Zedong (Mao tse-tung), il grande eroe di quella che sarebbe stata la Rivoluzione culturale. Se Mao voleva dimostrare – alla Cina e al mondo – di essere ancora vivo e in ottima salute facendo il bagno per oltre un’ora sfidando con le sue possenti bracciate le terribili correnti del fiume Yang Tse, il fiume Azzurro, il sindaco Cusani ha pensato di fare altrettanto alla vigilia di importanti appuntamento elettorali? Si disse che Mao avesse percorso 15 chilometri in 65 minuti (un record che nemmeno Michael Phelps riuscirebbe, oggi, ad eguagliare). Cinquemila cinesi seguirono il suo esempio – stando sempre a quanto riportò la stampa di propaganda cinese –, circondati in acqua dagli enormi ritratti del leader, accompagnati da slogan che gli auguravano 10 mila anni di vita. La storia si ripeterà anche a Sperlonga? A quel punto qualcuno dovrebbe ringraziare – e doverosamente – Legambiente e la sua Goletta Verde…
Saverio Forte

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