Sperlonga / Bomba per la rapina al bancomat, proseguono le indagini

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SPERLONGA – Sono stati almeno tre i banditi che nella notte tra venerdì e sabato hanno fatto saltare il bancomat della Banca Popolare di Fondi che si trova all’altezza dell’ingresso del settore anagrafico del palazzo municipale di Sperlonga. L’hanno stabilito i Carabinieri della locale Stazione visionando il sistema di videosorveglianza del sottostante parcheggio multipiano pochi istanti prima, intorno alle quattro del mattino, che ci fosse la deflagrazione provocata dall’utilizzo dell’acetilene e dell’ossigeno, una miscela che, inserita nel bancomat attraverso un tubo, è stata innescata con tutto il suo effetto dirompente con un innesco elettrico a distanza.

I Carabinieri, che stanno svolgendo le difficili indagini sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Latina, sono convinti che i tre malviventi, agendo da soli e con specifici compiti operativi, non avrebbe beneficiato di complici a distanza, soprattutto nella fase della fuga da Sperlonga dopo aver prelevato dal bancomat fatto saltare in aria 15mila euro in contanti. Se il contenuto di una web cam di un’associazione di promozione turistica non è stato ritenuto utile per lo sviluppo delle indagini – le sagome dei tre malviventi si intravvedono solo in lontananza – i Carabinieri stanno monitorando anche il traffico delle celle telefoniche di Sperlonga prima e dopo la devastante manomissione del bancomat della Banca Popolare di Fondi. Anche qui l’obiettivo è risalire ai tre autori della deflagrazione che potrebbero aver telefonato per informare qualcuno dell’organizzazione dell’esito positivo del colpo portato a termine. La convinzione degli inquirenti, poi, è che agli attentatori la situazione sia sfuggita di mano: la deflagrazione è stata talmente potente, più del previsto, a causa della quale uno dei tre banditi potrebbe essere rimasto ferito anche se hanno dato esito negativo i controlli e gli accertamenti svolti subito dopo l’attentato negli ospedali e case di cura del sud-pontino.

Intanto il comune di Sperlonga sta quantificando i danni, che sono ingentissimi, provocati dall’esplosione all’interno dell’anagrafe del palazzo municipale. Sfiorerebbero i 100mila euro e l’orientamento della Giunta è stato quello, una volta messa in sicurezza quest’ala del comune, di avviare i lavori di bonifica e di riqualificazione per permettere l’apertura al pubblico del servizio in tempi ragionevolmente brevi. L’attentato dell’altra notte, comunque, stava mettendo a rischio lo svolgimento di un matrimonio civile in programma sabato mattina. Tra i calcinacci e le suppellettili che hanno devastato l’anagrafe del comune di Sperlonga non si riuscivano a trovare i documenti amministrativi preparati nei giorni precedenti per lo svolgimento del rito e la fascia tricolore che avrebbe dovuto indossare il sindaco Armando Cusani.

E’ stata una corsa contro il tempo per recuperare quanto serviva per celebrare il matrimonio e, alla distanza, la sagacia ha premiato i dipendenti comunali e i vigili del Fuoco di Gaeta che prima delle 11 hanno rinvenuto la documentazione cartacea (bagnata a causa della rottura della conduttura idrica) e la fascia tricolore impolverata del sindaco Cusani. Tutto bene quel che finisce bene. O almeno…

Saverio Forte