Itri / Museo del Brigantaggio, l’ex vicesindaco Soscia attacca su affidamento e gestione

Itri Politica

ITRI – Torna a polemizzare con il sindaco di Itri Antonio Fargiorgio la sua ex “vice” e assessora alla cultura , la professoressa Paola Soscia. Lo fa per riproporre l’ottenimento di alcune risposte che sino ad un anno fa hanno caratterizzato la gestione del suo assessorato che troppo frettolosamente ed ingenerosamente le hanno sottratto, la cultura, per dare seguito ad un altrettanto frettoloso e misterioso rimpasto di Giunta. La professoressa Soscia, che dal febbraio 2018 è trasmigrato con armi e bagagli all’opposizione, aveva chiesto di avere alcune spiegazioni in relazione alla presunta illegittimità della deliberazione di Giunta numero 45 del 14 marzo 2018, con la quale – mediante una convenzione – era stata affidata la gestione del Castello Medievale e del Museo del Brigantaggio alla Pro Loco di Itri.

Paola Soscia

Questo atto – secondo l’ex vice-sindaco Soscia – si poneva in evidente contrasto con quanto stabilito dall’articolo 42, comma 2, lett e), del Testo Unico degli Enti Locali secondo cui “l’affidamento di attività o servizi mediante convenzione” è invece materia espressamente riservata alla competenza del Consiglio comunale”. Il Sindaco Fargiorgio era stato invitato, attraverso una mirata interrogazione, a “spiegare per quale motivo la Giunta era intervenuta con proprio atto in una questione di competenza del Consiglio, ledendone appunto le prerogative, senza che il Consiglio stesso si fosse peraltro mai espresso su questa vicenda.” Con un’altra interrogazione la professoressa Soscia, inoltre, aveva chiesto chiarimenti in merito alle modalità con cui la stessa e famigerata Pro Loco, aveva gestito in questi anni l’info-point sito presso la villa comunale, e soprattutto aveva sollecitato il primo cittadino a verificare se vi fossero state – anche in questa circostanza – delle eventuali questioni di presunta illegittimità riguardanti l’affidamento da parte della Comunità montana.

Nell’aprile 2018, nel rispetto del Regolamento consiliare, l’ex vice-sindaco Soscia aveva invitato anche il Presidente del Consiglio comunale ad iscrivere le interrogazioni all’ordine del giorno del primo consiglio utile “con l’auspicio che il Sindaco stesso venisse a risponderne direttamente in Aula. Ebbene… Come è andata a finire ?” L’interrogativo della professoressa Soscia è retorico e intriso di tanta amarezza, amministrativa e soprattutto umana: “Per mesi le mie interrogazioni non sono state mai iscritte all’ordine del giorno di nessun Consiglio comunale. Il Sindaco poi non ha mai risposto in aula, ma ha preferito scrivere due note (le famose “letterine”) – protocollate peraltro solo il 19 novembre 2018 – dopo ben oltre 5 mesi dal giorno in cui le avevo depositate, nonostante sia previsto dalla legge che il Sindaco debba invece rispondere alle interrogazioni entro 30 giorni dalla richiesta – ha osservato la Soscia – La prima effettiva discussione in Consiglio comunale è in realtà avvenuta solo nell’ultima seduta di Consiglio dopo ben 10 mesi, e purtroppo anche questa volta il Sindaco non ha fornito risposte in Consiglio o meglio ha fornito delle non risposte”.

Intanto durante l’ultima seduta consiliare, nell’attesa che venisse data risposta ai quesiti già posti, la Soscia ha anche depositato altre due interrogazioni con le quali ha chiesto di sapere le ragioni per le quali con la determina numero 39 del 31 dicembre scorso sia stato versato alla Pro Loco il… 110% circa degli incassi del Castello e del Museo: ben 13.400 euro circa su un ammontare degli incassi di 12.160 euro circa in relazione al periodo 16 marzo-30 settembre 2018. “I cittadini hanno inoltre diritto di sapere perché ad oggi per irresponsabilità di questa Amministrazione – ha continuato l’ex assessore alla cultura del comune di Itri – per il Castello Medievale e il Museo del Brigantaggio si continui a procedere con proroghe e non sia stata ancora indetta nessuna procedura ad evidenza pubblica nonostante l’impegno solenne – assunto dal Sindaco e dalla maggioranza tutta – durante il Consiglio comunale del 22 marzo di un anno fa. Si tratta di questioni attinenti alla sfera della legalità, della trasparenza (quella vera) delle Istituzioni e al sentimento di correttezza che ogni buon amministratore dovrebbe provare in qualità di rappresentante del popolo”.

“Perdura ormai da tempo, infatti, un atteggiamento di sufficienza su queste problematiche da parte sia del Sindaco che della maggioranza – rincara la dose la professa Soscia – atteggiamento che in maniera velata e sottile compromette il diritto dei consiglieri comunali di poter esercitare con pienezza il proprio mandato consiliare. Le “non-risposte” del Sindaco stanno perciò arrecando un rilevante pregiudizio all’ esercizio delle mie funzioni di consigliere comunale, visto che ormai la convenzione con la Pro Loco ha cessato i suoi effetti il 31 gennaio scorso e l’affidamento in gestione dell’info-point da parte della Comunità montana risulta terminato il 31 dicembre 2018. A questo punto devo pensare che il Sindaco non sia in grado di rispondere. Le responsabilità politiche di questo immobilismo culturale che tocca le coscienze e dovrebbe scuoterle, sono evidenti e palesi.” E un affondo finale la professoressa Soscia lo rivolge frontalmente al sindaco-avvocato Antonio Fargiorgio: “Farebbe bene a non cercare più alibi, rispetti le prerogative del Consiglio comunale e dei consiglieri, non si sottragga al confronto… e venga al più presto in aula a rispondere.” C’eravamo tanto voluti bene…

Saverio Forte