Pontinia / Centro di Compostaggio Sep, Fontana e Trano presentano un’interrogazione parlamentare

Politica Pontinia

“L’impianto di compostaggio SEP di Pontinia (LT) è stato negli ultimi anni oggetto di inchieste e sequestri da parte delle autorità”. Lo affermano i deputati Ilaria Fontana (Commissione Ambiente) e Raffaele Trano e Raffaele Trano (Capogruppo commissione Finanze) che hanno presentato una interrogazione parlamentare chiedendo lumi al governo sul possibile ampliamento del sito. “Nonostante questo – si legge nella nota – gli uffici regionali non hanno mai provveduto – se del caso – a dare seguito ai rilievi di Arpa Lazio, che nei suoi controlli aveva sollevato diverse criticità a cui non risultano essere seguite le necessarie azioni di tutela, tra cui la possibilità di sospendere o revocare l’autorizzazione all’esercizio. A rendere più inquietante la situazione, c’è invece una richiesta presentata dal gestore per aumentare i quantitativi di rifiuti in ingresso: è evidente che non si dovrebbe valutare una richiesta simile senza aver prima sanato le criticità esistenti. Con l’interrogazione odierna, concertata insieme al gruppo di attivisti locali, chiediamo quindi di far luce su come la Regione stia applicando i poteri conferiti dal Testo Unico Ambientale per le autorizzazioni di propria competenza, perché la precaria gestione dei rifiuti da parte della Giunta Zingaretti sta uscendo fuori non soltanto sulla parte complessa legata al trattamento dei rifiuti indifferenziati ma anche nella gestione di quanto proviene dalla raccolta differenziata come è appunto l’organico (della cui lavorazione si occupa questa azienda)”. Di seguito il testo completo dell’interrogazione.

“Premesso che La Sep Srl (Società ecologica pontina) è un’azienda che gestisce un impianto di compostaggio
situato nel territorio di Pontinia, nell’area industriale di Mazzocchio, zona confinante con i comuni di
Priverno e Sonnino, e in prossimità dei territori di Roccasecca dei Volsci, Sabaudia e Terracina;
l’impianto, sottoposto a valutazione di impatto ambientale nel 2002, tratta in totale circa 50 mila
tonnellate di rifiuti organici all’anno, di cui 32.500 tonnellate di umido (fanghi) e 17.500 tonnellate
strutturanti di matrice lignocellulosica;
con determinazione della regione Lazio n. G08407 del 2015 è stata rinnovata l’autorizzazione
integrata ambientale (Aia) per questo impianto, avente durata decennale;
nell’ottobre del 2017 l’impianto è stato posto sotto sequestro da parte della procura di Latina,
per poi essere nuovamente posto sotto sequestro nel dicembre 2017;
i rilievi sollevati da Arpa Lazio sull’impianto, trasmessi alla regione Lazio con nota prot. n.
78853 del 21 ottobre 2016, riguardano la presenza di percolato, produzione di cattivi odori e valori
fuori specifica nel compost;
con istanza del 27 settembre 2018, la società ha presentato una richiesta per l’assogettabilità
a valutazione di impatto ambientale, per variante sostanziale all’autorizzazione rilasciata nel 2015,
chiedendo un aumento pari a 10 mila tonnellate dei quantitativi di trattamento precedentemente
autorizzati;
con circolare prot. n. 4064/2018 del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del
mare recante «Linee guida per la gestione operativa degli stoccaggi negli impianti di gestione dei
rifiuti e per la prevenzione dei rischi» è stato specificato che «la movimentazione e lo stoccaggio dei
rifiuti, siano effettuate in condizioni di sicurezza, evitando per quanto possibile, rumori e molestie
olfattive»;
malgrado i rilievi sollevati da Arpa Lazio e il sequestro dell’impianto da parte della procura di
Latina, non risultano procedimenti di sospensione o revoca delle autorizzazioni attuati dalla regione
Lazio; ai sensi dell’articolo 29-decies, comma 9, del decreto legislativo n. 152 del 2006 e successive
modificazioni e integrazioni;
in mancanza di revoca o sospensione dell’Aia si genera un paradosso nel quale per un
impianto sottoposto a sequestro possa essere richiesto l’ampliamento –:
di quali elementi disponga il Ministro interrogato in relazione a quanto esposto in premessa
e se non ritenga di adottare iniziative normative volte a escludere la possibilità di rilascio di
autorizzazioni ambientali per l’ampliamento di impianti per il trattamento dei rifiuti in presenze di gravi
circostanze come quelle sopra richiamate.