Minturno / Il consiglio approva 400mila euro di debiti, critiche da “Idee e Legalità” su spese legali

Minturno Politica

MINTURNO – Il consiglio comunale, tenutosi venerdì pomeriggio, ha approvato la nuova mole di passività che incideranno sul bilancio del Comune di Minturno. In tutto si tratta di circa 400mila euro i debiti che l’assise civica di ieri pomeriggio ha approvato. Si tratta di ben 38 sentenze esecutive, molte relative anche al Codice della Strada, che avrebbero dovuto essere pagate da anni ma nessuna amministrazione comunale aveva deciso di riconoscere. «Si tratta – spiega il sindaco Gerardo Stefanelli – di una serie di pronunce di giudice che per anni sono state ignorate. Altre decine di sentenze aspettano di essere riconosciute e saldate: prima della fine dell’anno torneremo in consiglio comunale per procedere ancora con senso di responsabilità. Vorremmo chiudere al più presto i ‘conti’ del passato, per occuparci solo di presente e di futuro».

Diverse le spese legali che hanno inciso sui nuovi debiti appena riconosciuti, tra cui la transazione stragiudiziale con lo studio legale di Vincenzo Colalillo. Proprio su questo punto il gruppo “Idee e Legalità” ha criticato fortemente l’amministrazione comunale per aver portato in consiglio tale transazione.

“Un Comune in riequilibrio, in una situazione di difficoltà economica – dichiarano i consigliere comunali Massimo Signore e Maria Di Girolamo – nonostante otto milioni di euro in cassa come saldo contabile negli ultimi anni, un’amministrazione che decide di fare un vero e proprio regalo di Natale ad un professionista, quando ci sono ben altre persone che meriterebbero un regalo di Natale fosse anche sotto forma dei più semplici servizi resi ai cittadini bisognosi e che, ad oggi, sono fortemente carenti. La politica sociale forse interessa poco, certo sono più interessanti le opere pubbliche, i nuovi servizi che tardano ancora ad arrivare e che aspettiamo ancora di ricevere nonostante si paghino profumatamente le tasse per riceverli.

Saranno anche soltanto 107.000 euro a fronte dei circa 250.000 euro richiesti, ma il problema serio è che il legale che è stato beneficiato di incarichi per oltre un decennio non poteva essere liquidato neanche per un centesimo. E’ sfuggita anche ai Consiglieri di opposizione più attenti questa enorme violazione di legge, addirittura qualcuno ha approvato la delibera, forse per mero spirito di colleganza, ma colleghi lo siamo anche noi, ma prima ancora di esserlo siamo amministratori eletti ed in quanto tali, rappresentanti e mandatari dei nostri cittadini.

Forse non tutti sanno che per poter liquidare legittimamente un legale incaricato da un Ente Pubblico, cosa che del resto fa molto bene la Amministrazione attuale, non è sufficiente la delibera di incarico ma è necessario altresì un impegno di spesa al quale deve seguire il successivo atto di negoziazione privata, una convenzione privata nella quale si stabilisce l’importo. In mancanza di questi elementi la delibera di incarico è nulla come sono nulli tutti gli atti conseguenziali.

Naturale che l’avvocato abbia accettato una riduzione di oltre il 50% del proprio onorario, chi non l’avrebbe accettata con la consapevolezza di non poter pretendere nulla in una eventuale causa, meno naturale è che un’amministrazione così oculata ed attenta abbia sperperato, regalandoli, oltre 100.000 euro per non si comprende bene quale motivo.

Come nostro solito e nell’interesse dei cittadini tutti procederemo ad interessare le Autorità competenti circa la legittimità o meno della delibera e circa la sussistenza di determinati reati per alcuni consiglieri che avrebbero dovuto guardarsi bene dal prendere parte al voto ed alla discussione”.

Altri punti all’ordine del giorno hanno riguardato la nomina dei componenti della Consulta delle Donne per le pari opportunità, che sarà composta da Mariangela Conte, Tommasina Albano, Monica Costa, Agata Cirelli, Anna Nasta, Marianna Aceto, Maria Isabella Bellocco, Maria Teresa Colaciccco, e il Regolamento per l’alienazione di beni immobili. Ritirato, invece, il punto relativo all’approvazione dello schema di convenzione per l’affidamento del servizio tesoreria per la mancanza del parere del funzionario.