Gaeta / Commercio, domani in consiglio comunale il regolamento anti sale slot, vlt e sexy shop

Gaeta Politica Top News

GAETA – Cambiano le strategie del comune di Gaeta in tema di attività produttive. A seguito dell’insediamento dell’assessore al ramo Mauro Fortunato, l’amministrazione guidata dal sindaco Cosmo Mitrano ha deciso di portare all’attenzione del consiglio comunale di domani, 10 agosto, nuovi indirizzi per il settore commercio. Giovedì mattina in aula, dopo aver affrontato interrogazioni ed interpellanze, la massima assise è chiamata ad alcune misure di valorizzazione dei centri storici del “Borgo” (via indipendenza e lungomare Caboto ma anche via Europa, corso Cavour e traverse collegate) e del quartiere di “Sant’Erasmo”. Sono scelte prese a tutela del patrimonio architettonico, del decoro urbano e del rispetto della vocazione turistica della città ma non sfugge l’intenzione di porre un argine alle infiltrazione di capitali di dubbia provenienza. In particolare non saranno rilasciate nuove licenze per bazar, empori ed attività commerciali simili, superiori a 100 metri quadrati. Vietate anche le attività di vendita e deposito di rottami e materiali di recupero. Non saranno invece soggetti a queste limitazioni i locali destinati alla vendita di prodotti ed articoli artiginali. L’indirizzo salvaguarda ovviamente le medie strutture di vendita che, a seguito di variante, dovrebbero sorgere sull’area ex Panapesca, come pure eventuali insediamenti commerciali sull’area ex Avir, che il sindaco ha annunciato più volte di voler riacquisire alla città. Ma la novità più importante è lo stop a sale slot e VLT (Videolottery), sexy shop e similari sull’intero territorio comunale, mentre quelle già esistenti potranno continuare ad operare fino alla chiusura. Tutto regolare dato che la legge 15/87 dà facoltà ai comuni di dichiarare “incompatibili” alcuni tipi di attività. Solo pochi mesi fa l’apertura di una nuova sala Slot nel centro della città suscitò un vero e proprio vespaio. Ferma la protesta da parte di diversi movimenti, irritati dalla vicinanza con le scuole, ma anche dalla mancata istituzione di un osservatorio sulla legalità. Si chiedeva in sostanza di non “minare” ulteriormente il tessuto sociale proprio in una zona, quella del Sud Pontino, considerata terra di reinvestimento della criminalità organizzata come appurato da diverse indagini e come del resto si evince anche dal recente sequestro di 11 appartamenti a Gaeta.